Faccio solo un’ipotesi, poi magari non succede, ma di sicuro suonano

Goldaline, My Dear (un quinto dei Girless & The Orphan) è un figo, che quando suona tiene gli occhi quasi sempre chiusi e che prende il nome da una canzone dei Neutral Milk Hotel che dice centinaia di parole poi a un certo punto, dopo una tromba spuntata fuori così, dice anche più o meno Goldaline my dear We will fold and freeze together ma adesso siamo insieme dentro la pancia di un altro e lascia che la tua pelle si mescoli con la mia. Il nome di sicuro, ma non so quanto di tutto il resto di Goldaline, My Dear venga da queste parole. Sarà bello rifletterci su mentre lo ascolto dal vivo.
Gec (un quarto dei Clever Square) è un figo, che scrive circa mille canzoni all’anno, con la stessa facilità con cui i Neutral Milk Hotel infilano le parole una dietro all’altra. Lui è il grande uomo che ha scritto le canzoni dentro a Natural Herbal Pills.
Gec come Goldaline è un fan dei NMH, e c’è una sera in cui suonano insieme, uno dopo l’altro, ognuno le proprie canzoni, ma si sa dall’isolamento nascono poi le cose più interessanti e magari la sera in cui suonano insieme fanno qualcosa insieme. Quella sera è il 14 luglio a Fusignano al Fata Roba Enobottega, per la preview acustica del Prime Open Air IV (che sarà il 1° agosto, al parco Primieri, con i regazzi del Brainstorm). Fata roba si dice in Romagna per indicare una cosa che provoca stupore, di solito è seguito da burdel!, e adesso faccio un gioco. Goldaline, My Dear fa Oh Comely, Gec You’ve Passed perché mi ricorda la prima canzone dell’ultimo cd che ha fatto da solo: il 14 luglio, fare una roba a due voci e due chitarre che si tengono in piedi le une con le altre non sarebbe una cattiva idea; una cover dei NMH suonata insieme, magari due, Oh Comely e You’ve Passed, sarebbe una cosa che viene ricordata come quella volta che Goldaline e Gec hanno fatto insieme le cover dei NMH e poi più niente, non si sono neanche mai più incontrati pur abitando nella stessa regione. La grandezza e la forza degli one shot one kill rimangono per sempre, è come se di Dexter ci fosse stato un solo episodio, il primo.
Se invece non vi frega un cazzo che coverizzino i NMH ma solo di ascoltare Goldaline, My Dear e Gec, ancora meglio, ci vediamo .

prime-open-air-preview

Prime Stale Air al Brainstorm. Riempiamogli il locale.

prime stale air

Il 31 luglio al Parco di Fusignano il Branstorm di Fusignano (RA) ha organizzato la terza edizione del Prime Open Air, al parco. E’ stato bello perché c’era il prato, il caldo, la birra, la piada con la salsiccia e una serie di gruppi che dal vivo sanno suonare.
I ragazzi del Brainstorm non sono gente che aspetta un anno per organizzare un altro festival. Non importa se è freddo: hanno un posto caldo, al chiuso, con un sacco di righe bianche e rosse sui muri e un buon impianto. Il Brainstorm, appunto. E al Brainstorm hanno messo in piedi la winter edition del Prime Open Air, il Prime Stale Air. Non ho le prove, però sono quasi certo, che sia esattamente il significato che hanno voluto dargli, ma “stale air” significa “aria viziata”. Non dobbiamo preoccuparci di questo perché al Brainstorm ci sono molte finestre. Se il 21 sentiamo odore di stantìo, però, non ce ne frega un cazzo. Anzi, mai sentito locale rock che non sapesse di uomo sudato, soprattutto dopo che non si può più fumare. La legge Sirchia è del 2003 ed è una delle più belle dell’Italia degli ultimi 10 anni, seconda solo all’interdizione dai pubblici uffici di Berlusconi. Se Sirchia ha deciso che dopo aver fatto serata era bello tornare a casa senza puzza di fumo addosso, non ha potuto e non potrà niente, né lui né nessun altro Ministro della Salute, contro il tanfo che si sente nei locali dove si fa sbrang sbrang con le chitarre. Da quando Sirchia ci ha fatto la legge, i club di tutt’Italia sono migliori, perché si sente quello che si deve sentire. Quindi, per non fare uscire la stale air, sabato 21 dicembre al Brainstorm non apriranno le finestre, e fanno bene: allora, comunque, vuol dire che siamo nel posto giusto.
E siamo nel posto giusto perché suonano i Chambers (To Lose La Track, Shove Records) e i Lantern (V4V, Flying Kids Records e Fallo Dischi), che dal vivo sono bravissimi (entrambi), insieme a La Svolta e Combo Disaster, punk/hc local heroes. I Lantern fanno dello screamo italiano, dei Chambers abbiamo già parlato, qui e qui. L’ultima cosa che hanno pubblicato i Chambers è This Is Not A Love Song, una cover dei P.i.L. su TINALS, compilation dei gruppi italiani più tosti, uscita, per ora nei suoi primi due episodi, su audiocassetta per To Lose La Track. E magari i Chambers al Prime Stale ci fanno pure This Is Not A Love Song. I Lantern il 21 li vedrò per la seconda volta e mi dovranno convincere di più della prima. A gennaio arriva il disco nuovo, Diavoleria, e magari ci fanno pure qualche canzone nuova.
Ritorno sul fatto che quelli del Brainstorm non hanno avuto voglia di aspettare un altro luglio prima di rifare un festival. E’ gente che non sta ferma, che si sbatte per fare in modo che gli unici nostri passatempi quando arriviamo nella bassa ravennate non siano uccidere zanzare o tagliare nebbia a fette. Posto bello, gruppi belli, fuori è freddo, dentro è caldo. Gente che spacca, riempiamogli il locale.

Righe al Brainstorm

Scrivere cose melense è bello.

Prime Open Air III

Io personalmente sono contro quelle persone che quando leggono una cosa melensa dicono Ehh, ma come sei melenso. In realtà queste persone o si nascondono dietro alla maschera o sono tristi come il freddo vento della morte. A volte mi scapicollo il cervello per scrivere cose intelligenti su Facebook e poi vien fuori una cagata.
Avrei da dire un paio di cose melense, con un uso smodato dell’aggettivo bello. Tre giorni fa c’è stato il Prime Open Air III a Fusignano (by Brainstorm) ed è stata una cosa molto bella. Ho parlato con alcune persone che non conoscevo ed è stato bello. A parte questa considerazione, in giro c’era una bella atmosfera, che era data, oltre che dal castello gonfiabile, anche dai palchi e da chi ci suonava sopra. C’erano due palchi, uno grande e uno piccolo. Su quello grande hanno suonato Threelakes and the Flatland Eagles, Albedo e Minnie’s. Lorenzo Nada non aveva un palco ma il suo angolo, da cui sparava musica molto bella.

C’era anche una mostra fotografica dal titolo nostalgico e travolgente “Our band could be your life” in cui erano esposte le foto di chi ha già suonato al Brainstorm durante gli inverni nebbiosi e nelle edizioni precedenti del festival. La cosa più bella sulla mostra l’ha detta Caso, che ha suonato per ultimo, nel secondo palco, tutto suo (l’idea è venuta per sedare i vicini dalle rivolte e alla fine bisogna dire grazie ai vicini perchè quello era il palco che ci voleva per Caso e raccogliersi lì intorno è stato bello). Caso ha detto (non virgoletto niente perchè non sono parole testuali) Ho visto che tra le foto della mostra ce n’è una di Johnny Mox che è un mio amico, allora ho fatto una foto alla foto e gliel’ho spedita scrivendogli hai visto che sei diventato una foto per una mostra?

Da qui, visto che non sono in grado di scrivere un live report, inizia una classifica personalissima delle cose dette quella sera.
La cosa più saggia e lungimirante l’ha detta Luca di Threelakes and the Flatland Eagles, cioè Non bevo perchè devo guidare e ci manca solo che mi ferma la polizia e puzzo di alcol.
Il prossimo che dice che sui giovani d’oggi ci scatarra su lo torchio. Io ho bevuto un goccin di spumante a fine serata e al ritorno mi hanno fermato i Carabinieri. La mia ragazza mi ha detto sottovoce Cerca di parlare il meno possibile e questa è la frase più universale della serata. Alla fine mi hanno chiesto solo patente e libretto.
La cosa più costruttiva l’ha detta Luca dei Minnie’s: Mi accordo perchè va bene il punk rock, però. Lorenzo Nada mi ha detto che a volte in Italia molti hanno un pò di pregiudizi nei confronti di chi suona dal vivo l’elettronica perchè non vedono gli strumenti ma solo i piatti e pensano che non ci sia niente di che interessarsi. È una cosa triste. Con Lorenzo ho parlato anche di cose belle. E poco prima Raniero degli Albedo aveva sottolineato che questi festival sono belli perchè dietro c’è gente che si sbatte per fare suonare i gruppi e i gruppi fanno viaggi lunghi per andare e tornare e quando si torna non si torna solo a casa, ma si torna anche a lavorare, poi si riparte. Dico io che queste sono due cose che devono sapere tutti.

Questo è un bel festival. I gruppi sono stati i più bravi di tutti, il livello è molto alto, tutto è stato organizzato bene, il djset tra un set e l’altro era il più adatto che ci potesse essere, la piadina era buona. A metà pomeriggio era saltato l’impianto ma poi gli elettricisti e Alberto hanno sistemato tutto e si sentiva molto bene. Il parco Primieri è il più bel parco da Festa dell’Unità che io abbia mai visto, e ne ho visti. Neuronifanzine ha avuto il piacere di partecipare come media-partner al Prime Open Air 3, di scrivere cose sul festival, di fare le interviste e di brindare alla fine della serata con tutti quelli che erano ancora lì, e anche questo è stato bello.