Ciro l’Immortale

Settimana scorsa è balzata alle cronache locali una notizia che ha gettato un raggio di ilarità sul freddo marzo romagnolo: a Gatteo Mare, un uomo sulla cinquantina, ogni giorno, per tutto l’inverno, è uscito di casa in costume, è andato in spiaggia e si è fatto un bagno. Dieci minuti un quarto d’ora e usciva, senza telo, e tornava a casa. Soprannominato Ciro l’Immortale, con l’arrivo dei primi soli di primavera non s’è più visto. Giustamente. Penso a lui come al Re del mare, che si manifesta solo nei mesi più freddi. Io sono freddoloso da sempre, faccio la doccia calda anche d’estate. 

Mi chiedo dove certe persone trovino la forza per fare certe cose, e le invidio. Mi chiedo anche che bisogno ci sia di farle. Uno sforzo così grande rivolto a una cosa del genere è sensato? Cosa spinge le persone a fare gesti estremi e con un livello di pericolo simile? Lo fanno per superare i propri limiti, per il gusto del brivido o solo per machismo? A volte la volontà di affermare se stessi e l’essere maschio spinge a fare cose incomprensibili. Ma perchè mettere a rischio la salute per fare una cosa del genere? Forse hanno ragione gli inglesi quando dicono che “prendere freddo” è un concetto che non esiste. Prendi un raffreddore, un virus, ma non perchè sei stato al freddo. A casa mia siamo cresciuti con la nonna e la mamma che dicevano “copriti che prendi freddo”, quindi io non posso credere agli inglesi. Ciro sta bene? Conseguenze? Mi piacerebbe saperlo.

C’è chi l’ha fotografato. E c’è anche chi è pronto a giurare che ogni giorno, prima di partire, Ciro ascoltasse la stessa musica nel salotto di casa sua, per caricarsi: Ciro ha una compilation per fare ‘sta cosa. Secondo la testimonianza di un vicino, che preferisce rimanere anonimo, la compilation è composta da tre canzoni di tre note band italiane: i Chivalà, i Bennett e gli Ormai. 

Abbiamo raggiunto Ciro al telefono, per fargli qualche domanda.

Ciao Ciro, perché gli Ormai?
Ma come? Mi avevi detto che le domande erano sul bagno d’inverno.

Si si, dopo, dopo. Perchè gli Ormai?
Ok.. Ho sempre trovato irresistibile il punk rock italiano. Ho sempre trovato interessantissima la lettura che ne davano i Verdena. Non c’era solo il punkrock, ma anche il noise, un po’ di metal annacquatissimo, un po’ di rock all’italiana. Non male. Ma dei Verdena mi facevano schifo i testi, proprio una merda. In questo periodo avevo bisogno di testi nichilisti. Raccontare è un peso inizia così: “dimmi, racconta cosa vuoi davvero, ma del resto importa?” ed è solo uno dei ganci di pessimismo cosmico che ci sono nel disco degli Ormai. Poi Vacuna, la prima canzone, a un certo punto dice: “scena comica, okay, non so che fare, il suo castello è il male, sciogli il brivido, tu sei neve, e il cuore in gola spinge già” e appena l’ho sentita mi è venuta l’idea del bagno al mare durante l’inverno. Ecco perchè è nella compilasion di preparazione. E ce l’ho messa anche perchè la musica mi dà una carica pazzesca. Che poi alla fine i Verdena non c’entrano niente, era solo per inquadrarti un po’ la questione.. capito? C’è questa cosa negli Ormai, che sono forti ma anche deboli, e sono esattamente come me quando sono in acqua e fuori ci sono due gradi: resisto, ma potrei essere a un passo così dalla fine. C’ho una certa, io, ormai (appunto). Ride, ndr.

Perchè? Quanti anni hai Ciro?
59.

Però. Complimenti. E perchè i Chivalà?
Ancora? La t’è piasuta la storia d’la compilaession eh? E mi burdél. Ma te lo dico con piacere, come avrai capito, anche a me piace il rock duro. I Chivalà li ho conosciuti perchè sono un fan dei Bennett. E quest’inverno non c’era niente che mi desse la carica come l’attacco di Lavoisier dei Chivalà. Poi c’è l’arpeggio che mi ricorda sia il post hard core più classico sia i Massimo Volume e io me lo ricantavo quando ero in acqua, per cullarmi e resistere. Quando sento il cantante urlare di gola è come se urlassi io, è liberatorio e penso sia un ottimo modo per prepararsi ad affrontare il freddo, quindi nella compilession anche loro ci stanno benissimo. I Bennett invece, beh, i Bennett sono i re italiani di questa roba qua. Quand’ero più giovane c’erano i Disquieted by, intramontabili. Anche i Chivalà belli pessimisti eh, diobo. Beh loro sono molto riflessivi, rimuginano, mi ricordano mio figlio, che ha la capacità di vedere sempre solo il lato negativo delle cose ma poi quando si riprende è molto teatrale, sottolinea molto che si è ripreso. Per me è un atteggiamento che ci sta nella vita, l’importante è riuscire sempre a rialzarsi in piedi (Ciro filosofo italiano ndr). E anche loro invernalotti, i Chivalà dico. Con quel crescendo di Irreversibile mi fanno diventare matto. Tra l’altro sia gli Ormai sia i Chivalà sono di Bari, no?, siamo vicini, facciamo il bagno nello stesso mare, solo che loro lo faranno d’estate, solo io lo faccio d’inverno. Ah che no”.

No, gli Ormai son di Roma.
Beh, e va bén li stés, anche a Roma c’è il mare no?

Con Ciro siamo diventati amici, il prossimo inverno ci siamo ripromessi di farci una birra. D’estate esce poco. Quando gli ho chiesto perchè faceva il bagno d’inverno, ha detto che aveva bisogno di qualcosa attorno a cui concentrare il proprio interesse. E questa cosa del bagno lui non l’ha mai vista slegata dalla musica dei Chivalà, dei Bennett e degli Ormai, perchè è nata con loro. Sugli Ormai mi ha mandato un paio di vocali, uno diceva: “Non sono mai stato un vero fan dello shoegaze. Gli Ormai non sono Shoegaze, ma hanno delle tensioni che lo ricordano. Tal se chi mi ricordano anche a volte? I Cosmetic qui, di Sogliano. E i Dinosaur jr. Più di tutto però mi stupiscono le pause, le aperture e le chitarre, che in molti momenti sono proprio tipiche dell’hard core punk, loro non sono assolutamente di quel genere lì ma lo ricordano. E poi ci sono quei momenti più pesi come alla fine di Fuori dai guai (che tra parentesi inizia con “se bevo ancora mi bevi tu” ahahah, osta, che duo, bellissimi) che sono pesi, quasi metal, ma rimangono rock. Sempre con un bel suono della chitarra, quella non sbaglia mai, in nessuna canzone”. WOW Ciro gli ho risposto io. “Scherzi” ha detto lui “non è che perchè ho sessant’anni che devo essere rincoglionito per forza eh”.
Sui Chivalà l’ultimo vocale è stato più laconico: “Sboronissimi, li ascolto anche in ufficio e canto: mi perderò come cenere al vento, ora so, che il tempo è un istanteee”.

Il motivo per fare le cose non dev’essere per forza ottenere un risultato concreto. Ciro dice che gli serviva qualcosa su cui concentrarsi, e chiusa lì. A volte mi chiedo perchè continui a uscire musica di generi sempre uguali a se stessi. Da dove nascono gli stimoli? Nascono, e chiusa lì. Sono sufficienti per tirare fuori un ottimo disco. Uno ha dentro il post hard core: deve fare quello. E se i dischi post hard core fossero tutti come i Bennett o i Chivalà? Firmerei col sangue. O se i dischi punk rock fossero tutti come gli Ormai? Lo stesso. Credo che alla fine sia un po’ anche la differenza tra musica indipendente e musica wanna be indipendente: una non insegue un genere che tira ma un’idea, l’ispirazione, l’altra si butta su un genere che tira perchè tira, anche se non frega un cazzo. Fare un bagno al mare non è come fare un disco ma mi sembrava che Ciro fosse un personaggio ispirante. Fare il bagno al mare d’inverno non è che tiri tanto, è rischiosissimo. Ma a Ciro gli diceva così.

Chissà se il prossimo inverno tornerà al mare, ha detto di sì. Sicuramente conoscerlo è stata una sorpresa, nell’ultimo messaggio mi ha mandato un link al blog della Tegamini. Non mi resta che salutare, alla Ciro: bon, av dag in te salut.

ormaiband.bandcamp.com

chivalanonloso.bandcamp.com

pigliabennett.bandcamp.com

smellycatrecords.bandcamp.com

Sui Bennett abbiamo scritto recensioni bellissssime (sul primo disco e sul secondo disco).

Qui invece trovate Ciro

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