Qualche giorno fa Manuel Agnelli ha pontificato sull’indie italiano. Ha detto che non ha i contenuti, non ha l’attitudine, è musica leggera camuffata da indie perché non esce per una major, è il peggior Venditti fatto male, eccetera. Qualcuno gli dica che The Giornalisti vogliono fama e figa e non gliene frega niente di essere indipendenti. Poi c’è stata la risposta di Paradiso, dei The Giornalisti, che ha detto che il peggior Venditti è comunque meglio del miglior Agnelli. In sostanza si son fatti due chiacchere a distanza, senza troppo impegno, e hanno tirato la merda sopra a chi era più facile tirarla: Venditti. Mi sono un po’ risentito di questa cosa e ho scritto all’ufficio stampa di Venditti per avere una replica o qualcosa di simile. Non ho avuto risposta e dovevo immaginarmelo prima: non possono rispondere a tutti e in fondo, anche se in cuor suo avrebbe voluto mandarli affanculo, era chiaro che Venditti avrebbe scelto di non rispondere alle provocazioni. Sarebbe stato divertente però. Al di là di tutto questo, e oltre al fatto che Agnelli non ha capito la differenza che in tutto il mondo si è creata da anni tra indie e indipendente, la cosa che mi ha fatto più incazzare è che continui a sentenziare molto sulla musica indie credendo di parlare di musica indipendente e non sapendone niente, non sapendo che in realtà la musica indipendente in Italia esiste ma che è un’altra e lui non sa neanche dove cercarla. È rimasto fermo al Tora! Tora! Festival o alla serata degli Afterhours a Sanremo, quel periodo in cui si sentiva capo dell’indie italiano e voleva assolutamente divulgare il verbo, mantenendo l’attitudine.
Per esempio, i Mt.Zuma. Con una battuta su un comunicato stampa hanno asfaltato tutto quello che Agnelli ha detto. Non l’hanno fatto di proposito, la loro non è una risposta pensata e strutturata per Manuel Agnelli, e neanche una risposta. È presa da un altro momento, da una situazione lontana, è talmente estranea da essere successa prima dell’intervista. Corrispondendo però alla realtà del mondo di cui Agnelli parla senza sapere nulla, può essere considerata una risposta alle sue teorie.
Facciamo conto che i Mt.Zuma dopo le prove vadano sempre in una pizzeria al taglio di Bologna, di quelle in cui un quadretto o uno spicchio sono grandi quanto una mano di Gianni Morandi. La pizzaiola li conosce bene ormai, tanto che una sera gli chiede perché dopo mesi di sala prove siano ancora lì e non vadano a X Factor. Loro, masticando la crosta bubble gum della pizza e cercando di risolvere il pastone che gli si è fermato sul gozzo con un sorso di Splugen, rispondono: “Vorremmo farcela da soli”, “Sì, ma anche non farcela, da soli”.
E tutte le teorie di Agnelli perdono senso, se ne hanno avuto mai. Adesso come adesso, i Mt.Zuma non vogliono farsi conoscere e questo sembra proprio il contrario del “divulgare il verbo” per essere d’esempio ad altri. Vogliono suonare la musica che vogliono suonare, anche a pochissimi, che però valgono oro. Non c’è un disegno di conquista o la volontà di mantenere un’attitudine decisa per legge, comunque il disco è bello e mi pare che sia una cosa importante. Non esiste un solo modo di fare, non esiste solo la voglia di far diventare famoso l’indie, ma immagino che uno che suona possa anche voler semplicemente suonare quello che vuole. I Mt.Zuma sono con una piccola etichetta, More Letters Records, suonano musica che nessuna radio passerebbe ma con le melodie più belle che si possano sentire. E And I Love You and I Don’t Mind è un pezzo del testo di Anna and I che riassume tutto con otto parole. La comunione d’intenti, le idee chiare sui gruppi che ti piacciono davvero, distorcere tutto, il voler suonare, saper suonare ma non saper suonare e farlo subito sono sufficienti per fare un disco così, più spedito di ogni band con un percorso chiaro in testa, che è legittimo, ma non può essere imposto da un guru. In Romagna per descrivere qualcuno che va sempre dritto al punto si dice “ha poche ossa nella maletta”. Di solito si usa per le persone ma penso che si possa usare anche per un disco. Quando Manuel era indie, o diceva di se stesso di esserlo, e si proclamava ambasciatore della musica indipendente in Italia portando in giro il Tora! Tora!, aveva già perso tutto, non conosceva più lo spirito che ha permesso ai Mt.Zuma di fare il disco che hanno fatto.
Al netto di tutte queste pippe, la musica dei Mt.Zuma è amore per l’indie rock degli anni ’90, di quelli con la chitarra che viaggia con giri veloci e distorti, il basso corre come se la strada fosse solo in discesa, con una spontaneità, una voglia e un’originalità che a volte penseresti che non possono coesistere, la batteria sembra stare lì solo per tenere in piedi tutto in realtà dietro ha un mondo suo e la voce canta le melodie più immediate ma necessarie che ci siano, come alcuni Sebadoh. Aggiungi il noise rock e Neil Young meno hippie e puoi immaginare che i Mt.Zuma stiano facendo una scorpacciata di questa roba in questo momento e la stiano riversando dentro alla loro musica, con quella forza che solo questo attimo d’amore può dare, e nessun altro momento successivo. Credo facciano parte di una serie di gruppi venuti fuori in Italia negli ultimi tempi, come Big Cream e Any Other, il cui decennio-riferimento è lo stesso ma ognuno dei quali ha preferenze precise. Una volta c’erano anche i Clever Square e gli Unhappy, purtroppo adesso non esistono più. Può anche essere considerata musica eccessivamente legata a determinati modelli, di cui magari prima o poi ci si libererà, ma per quanto mi piaccia sentire che qualcuno (Alex G) cerca di sporcare con idee nuove i punti di partenza, questi dischi continuano a uscire e io continuo ad ascoltarli e non è che ci sia nessuno che mi obbliga a farlo, che mi punta una pistola alla tempia, quindi è chiaro che ci provo gusto. Perchè è proprio anche l’idea che mi piace, quella di fare una cosa unica della musica che vuoi ascoltare, prenderla, masticarla con foga e trasformarla di nuovo in canzoni, come un organismo vivente che genera vita mangiando solo quello che gli piace. In più, se sei anche capace di scrivere i pezzi belli come i Mt.Zuma, allora fai bingo.
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