COSTUME E SOCIETÀ. Da togliere il fiato

È un problema mio, non c’è dubbio. Ciò non toglie che sia un problema. In generale, ascolto la musica in cui riconosco qualcosa di me, non quella in cui si riconoscono gli altri. Ci sono persone che vanno a qualsiasi concerto, unico filtro è che sia l’evento del momento, di cui tutti parlano, a cui tutti andranno o per lo meno desidererebbero andare. Vanno tutti agli stessi concerti. E poi scrivono, fisso, un commento entusiasta su Facebook, perché bisogna farlo, è la regola. A fine anno, se ci pensi, la tua pagina è come un supermercato, con tutte le esperienze fantastiche per chi ama il rock. È importante. Magari sei anche andato a vedere un gruppo che caghi solo tu (ho detto magari), ma non lo scrivi. Ha poca importanza, perché agli altri non interessa. Con i gruppi giusti invece ogni volta è il concerto della vita, da togliere il fiato, che ti mette in pace col mondo (tutte espressioni molto romantiche), la meraviglia che ti fa prendere 50 like. Non importa se ti perdi tutto il resto, che non ti permette di prenderli.
A me non frega un cazzo della musica in generale, mi frega di quella che mi piace. Non ho mai capito quelli che dicono “eh, ho una grande passione per la musica”. “Musica” in che senso. Tutta? Nella “musica” c’è anche Fabbri Fibra. Non capisco i supermercati della musica. Quelli della musica giusta sono un loro sottoinsieme, che si distingue perché pensa che certa musica sia obbligatoria. E il live ti lascia senza forze. Tre giorni dopo, altro live, naturalmente da cuoricione. C’è da farsi venire un infarto.
La soluzione sarebbe cancellarli da Facebook, o cancellarsi. Però perché? In fondo mi danno anche le idee per scrivere sul blog la mattina del 31 luglio. E poi sono persone interessanti, che fanno un sacco di cose, grazie a loro uno si tiene aggiornato sui concerti, li vive in diretta. Quindi, non c’è rimedio. Vado a uccidermi, lo faccio mentre entro in ufficio, dove la maggior parte della gente ride sotto i baffi se gli dico che la sera prima ho fatto le due perché sono tornato tardi da un concerto in cui ci saranno state si e no 50 persone, mentre loro si mangiavano l’ombra di un bosco e si bevevano cinque bottiglie di vino in due.
Fine prima parte dell’angolo della vita di merda di quello che ha meno like di tutti.

Seconda parte. Dipende da quanto uno ha tempo di rimuginarci, ma ci sono alcune persone che ti fanno riflettere con pessimismo sulle cose che fai. Sarebbe più bello che ti facessero critiche sensate, ma non tutti sono abbastanza intelligenti. Criticano senza cognizione di causa, questo li porta a non centrare il bersaglio. Lo fanno per provocare, per attirare l’attenzione, perché gli manca qualcosa che non riescono a ottenere e le cose che non vanno negli altri sono la scusa per non mettere mai in gioco se stessi. Di motivi ce ne sono molti, ma alla fine sono davvero poco interessanti, perché, di fronte alle cose che dicono, al netto di quelle che non corrispondono alla verità, è sufficiente una briciola minuscola di convinzione in quello che fai per riuscire a pensare con freddezza e concludere che siano tutte stronzate. E sono uno stronzo pure io che che ci rimugino. Quindi, tanti saluti a chi ha rotto il cazzo e torno ad ascoltare quello che loro non sentono perché “eh ma queste erano cose che ascoltavamo 20 anni fa”. E a casa si mettono su un cd di progrock.
Fine seconda parte (credo sia l’ultima), così è chiaro che sono molto permaloso.

Al Brainstorm, il 30 aprile: Rocky Votolato e Girless and The Orphan

Al Brainstorm, il 30 aprile: Rocky Votolato e Girless and The Orphan

Rocky Votolato

Nuova data che spacca per il Brainstorm di Fusignano: Rocky Votolato e Girless & The Orphan, il 30 aprile.
Girless & The Orphan, di cui ho già parlato altre volte, ma non credo di smettere di parlarne proprio adesso che finalmente riesco a vederli dal vivo, hanno una capacità innata di creare canzoni esaltanti. Ascoltando l’album Nothing to be worried about except everything but you (Stop Records) a qualche mese di distanza dall’uscita (ottobre 2012) acquista in valore e non c’è una canzone che si possa considerare un colpo sbagliato, nemmeno quella (l’unica) che mi convinceva di meno, Phony. Per convincermi di meno aveva impiegato un pò di tempo, comunque dopo la prima recensione scritta (questo link, che poi è quello sopra). Adesso tutto il disegno di Girless & The Orphan mi appare ben eseguito, sbavato al punto giusto e spontaneo. Intanto ho imparato a non distrarmi in macchina quando ascolto Bad Scene, Your Fault, ma non ho ancora imparato a non gridare. Il Brainstorm non è lontanissimo da casa mia, ma c’è tempo per ascoltare tutto o quasi Nothing… E non sono così frequenti i cd che attaccano da subito con canzoni di un livello così alto come Your Chest Is A Snuggery.

Dura Lex Sed Luthor è la canzone chitarra e voce dell’EP dei Girless & The Orphan del 2011, The Epic Epitaph Of Our Ephemeral Epileptic Epoch, che mi porta dritto a Rocky Votolato. Ricordavo malissimo le origini di Rocky Votolato, pensavo fosse nato nel Nord America, invece è nato a Dallas, in Texas, mai posto è stato più lontano dal Nord degli Stati Uniti. Poi si è trasferito a Seattle e nel ’98 ha formato i Waxwing, definitivamente definibili uno dei modi migliori per uscire dall’incanto delle band canoniche di Seattle, perchè i Waxwing suonavano un bel pò diversi e prendevano il meglio dei Green River rivoltandolo a volte come un calzetto, rallentandolo o sgrassandolo dalle distorsioni più ottuse e avvicinandolo ai Karate. I Waxwing hanno fatto un pò di album, l’ultimo nel 2002. Tutti da ascoltare. Il Master Piece che mi ricordo è All Of My Prophets, da One For the Ride (Second Nature Recordings, 2000).
Poi Rocky Votolato ha iniziato a farsi gli affaracci suoi e ha iniziato la carriera da solista, dal 1999. L’ultimo album Television of Saints è del 2012 e dio mi furmini se non è pieno di belle canzoni chitarra e voce, che si portano dietro un pò la desolazione e la forza che ha All Of My Prophets. Rocky Votolato ha lavorato anche con Matt Bayles, imbazzato ingegnere del suono di Pearl Jam, Deftones, Alice In Chains, Hayden e un sacco di altri nomi importanti.

Volendo, e voglio, descrivere la sua carriera da solista si possono dire queste parole: episodi sussurrati, delicati, semplici, ispirati ed emozionanti, nel solco della tradizione cantautorale folk americana e non solo. Il suo modo di esprimersi e scrivere canzoni è cupo e malinconico. Senza piegarsi troppo a esigenze meramente commerciali.
Quindi: dopo il successo dello scorso anno, ritorna in Italia per quattro appuntamenti, imperdibili. E il debutto di questo tour sarà proprio al Brainstorm di Fusignano, di cui Neuroni è grande fan, martedì 30 aprile. Di spalla, appunto, Girless & The Orphan.

Martedì 30 aprile
Circolo Arci Brainstorm
Piazza Corelli 14, Fusignano (RA)
in collaborazione con Gold Events e Blacknoise Agency

Al Brainstorm, il 12 aprile: The Death Of Anna Karina, Jackson’s Relatives, La Svolta

Brainstorm: The Death of Anna Karina, Jackson's Relatives, La Svolta dal vivo

Nuovo appuntamento al Brainstorm, quel club di Fusignano che ci piace molto perchè si distingue per la scelta dei concerti, una furibonda programmazione grazie alla quale si possono vedere dal vivo band che hanno già una storia di anni alle spalle, o band meno longeve, su un palco splendido in un locale che aspetta solo la prossima esibizione. Il cartellone è vario: certo non vedremo suonarci le giovani leve sanremesi, ma non c’è l’idea di dare spazio a un solo genere.
Il 12 aprile suonano The Death Of Anna Karina, Jackson’s Relatives e La Svolta.
The Death of Anna Karina sono i dritti di sempre, anche dal vivo. L’esperienza e la conseguente, ma non scontata, crescita, dopo l’abbandono del primo cantante, Giulio – che pure aveva fatto un lavoro finissimo sui testi, sempre introspettivo, ma diverso rispetto a quello di Andrea, la nuova voce – sono evidenti nell’ultimo album Lacrima/Pantera, cupo, controllato, profondo in tutte le sue parti, strumentali e vocali. E violento. E prodotto da Giulio “Ragno” Favero.
Una breve bio di The Death of Anna Karina risulta a questo punto obbligatoria.

The Death Of Anna Karina nascono nella primavera del 2002 durante la sessione di registrazione dell’hardcore band Inedia. Il titolo dell’album si tramuta nel nome della formazione che esordisce, nello stesso anno, sotto Heroine Records. Il loro sound, definito “chaos and roll”, si nutre di influenze che spaziano dai Refused agli Orchid, dai JR Ewing agli Swing Kids.

Dopo essersi fatti le ossa, nel 2004 TDOAK decidono di incidere un nuovo album, New Liberalistic Pleasures, per la roboante Unhip Records. Con la sua micidiale miscela di indie-rock e punk-funk, in bilico tra pulsioni ballabili e squarci noise, New Liberalistic Pleasures acquista credito anche al di fuori del circuito underground segnalando TDOAK a un pubblico più ampio come una presenza tra le più brillanti e promettenti nello scenario musicale italiano.

Dopo un’intensa stagione di concerti e partecipazioni a importanti manifestazioni live, nell’inverno del 2009 TDOAK varcano la soglia dello studio di registrazione “Blocco A” dove producono Lacrima/Pantera, uscito all’inizio del 2011 per Unhip Records, che rappresenta il culmine di un percorso di ricerca musicale durato quasi dieci anni e segna la svolta della band verso il cantato in italiano.

E i nuovi testi, forti di immagini decise e molto poveri di concessioni alla dolcezza, retti dalla precisione e dalla determinazione con cui TDOAK buttano giù un colpo dietro l’altro, rendono il disco, e i concerti, molto realistici, incollati ad alcune verità che vorremmo non ci fossero ma che facciamo bene a tenere presente. Ricordiamo solo, così, per caso, Il vile omicidio da Lacrima/Pantera, ispirato alla vicenda di Federico Aldrovandi, la cui memoria è stata sporcata solo qualche ora fa da un gruppo di ignoranti.
Un altro video di TDOAK l’abbiamo pubblicato qui.
Prossima uscita: il 20 aprile, uno split con gli amati Chambers, per il Record Store Day 2013.

Jackson’s Relatives si ispirano al rock americano di fine XX secolo, attingendo molto dalle sonorità mainstream di un periodo musicale proficuo e variegato, dalla scena di Seattle e dai Red Hot Chili Peppers, dai Bush e dalle ritmiche, italianissime ma del tutto immerse nel mood statunitense, dei Karma. C’è un abisso da Hidden (2007) a Through Ages (2011) che suona molto più fluido e beneficia di arrangiamenti di chitarra ben costruiti, oltre che di un tiro migliore.

Di La Svolta ho sentito solo un pezzo su YouTube (quello sotto), fanno del metal-punk e hanno dei testi simpatici, come questo: “Ti amo vita mia, sei tutto per me/se è vero che uno più uno fa tre/non lasciarmi mai, è quello che voglio/e smetti, di mangiare l’aglio” (La legge del gregge).

Venerdì 12 Aprile
inizio live h 21.30
circolo Arci Brainstorm
piazza Corelli 14, Fusignano (Ravenna)
in collaborazione con Blacknoise Agency e Pentagon Booking

E il 30 aprile al Brainstorm suona Rocky Votolato (Blood Brothers, Waxwing). God Bless Brainstorm.