Il pippone eccolo qua, il pippone del lunedì: il vinile che costa troppo e due esempi del contrario

pippa

Due venerdì fa sono andato al Brainstorm. Eh, un posto nuovo. Però c’è gusto a vedere molta gente sulle scale ad aspettare per entrare. Una delle cose importanti della serata è che hanno suonato tre gruppi in una volta. I Ricordi? credo che siano forti, ma aspetto di sentire l’ep che faranno per avere un’idea precisa, o più o meno, perché dal vivo devono rodarsi un po’, cioè a volte si sono persi, il bassista soprattutto. I SMNTCS sono lenti e inesorabili e a volte mi sembrava di stare dentro una palla di vetro con uno che mi urlava nelle orecchie, mi rendo conto che detta così può non apparire una sensazione piacevole ma è come una specie di oppressione unita a quattro calci in culo. Comunque stimolante. I Riviera dal vivo sono sopra ogni mia aspettativa (e ogni mia aspettativa era alta) e fanno un live set di venticinque minuti (circa) che potrebbe diventare la regola del live set. Venticinque minuti circa, palla lunga e pedalare.
Ma il pippone è per parlare del giro che ho fatto al banchetto. Ho comprato due dischi in vinile. Segue il cuore del pippone, in cui scriverò le caratteristiche delle parti che compongono i dischi che ho comprato senza sapere se sono corretti, per cui cartoncino, cartone, busta, centrino, ma soprattutto foglio e grammatura, saranno parole abusate molto in poche righe. Quello dei SMNTCS ha la copertina in cartoncino rigido robusto e una foto molto bella, geometrica ma disordinata, continua, davanti e dietro. La busta di carta nera fuori bianca dentro che contiene il disco al tatto sembra quella velina che usavo alle scuole medie per scarabocchiare con la matita bianca, solo un po’ più robusta, in uno spessore compreso tra un fabriano 4 nero e quella velina. Buona la grammatura (forse 100), il centrino ha un disegno geometrico e per niente disordinato. Dentro c’è il foglio con i testi.
Quello dei Riviera viene con la busta di plastica, e già è un punto a suo favore. In copertina c’è uno in moto che fa una piega e il pubblico (dietro) in visibilio, la busta bianca e nera è uguale a quella dei SMNTCS e il centrino ha due puntini sul lato B e uno sul lato A, che sarebbero stati benissimo anche sul centrino dei SMNTCS, le linee orizzontali, verticali e oblique della copertina invece sarebbero state bene con uno/due puntini sul centrino. La grammatura è la stessa dei SMNTCS, il vinile dei Riviera però è trasparente. Dentro c’è un foglio con i testi.
La maglietta dei Ricordi? è molto bella, e per ora che non hanno fatto dischi hanno solo quella. Forse la comprerò.
SMNTCS escono per Neat Is MurderFallo Dischi, Oceano Records, Salad Days Records, Blessedhands records, Indelirium e Raining Records. I Riviera escono per Black With Sap, Cause Care, Fallo Dischi, Fight or Fight!, Neat Is Murder, No Routine Records, Strigide Records, To Lose La Track, Trivel Records, Upwind Records. Dietro a questi nomi ci stanno delle persone, quelle che hanno mandato in stampa questi due (e altri) dischi, insieme, unendo le forze. Sabato ore 16e13: la missione è fare i link ai rispettivi siti su tutti i nomi delle etichette. Sabato ore 16e25: fatto. I dischi sono belli, dentro e fuori. Il fatto che siano belli dentro ha importanza. Il fatto che siano belli fuori ha importanza ma soprattutto vuol dire che c’è gente che si mette lì e pensa ai dettagli perché non ti vuole vendere una roba pur che sia, un disco così, ma un disco curato a un prezzo molto accettabile, 10 euro. Sono contrario alle edizioni in vinile che contengono i peli pubici dei musicisti e costano per colpa di quel pelo pubico 35 euro (l’ultimo disco di Jack White è l’esempio migliore di un insieme enorme di cagate messe dentro a un disco per aumentarne l’appeal perché evidentemente la musica non è abbastanza). Quello è proprio il metodo migliore per non far comprare vinile alla gente: imbottisci l’edizione di cose extra musica per far credere che valga la pena spendere quei soldi per un disco e ottieni l’effetto contrario. Se sei convinto che per convincere le persone a comprare un disco devi metterci dentro altre cento cose che non sono il disco vuol dire che non credi nel disco. Per cercare di venderne di più e sfruttare questa moda di merda di avere le edizioni deluxe, sbottano, si fanno tutti dei gran calcoli, credono che l’amore per il vinile venga dalla confezione esterna, quando viene dal suono che il vinile dà alla musica, quindi non c’entra niente con il gadget che ci attacchi fuori, i capi perdono il controllo della situazione e i prodotti raggiungono un prezzo di vendita troppo elevato. È un boomerang. Il modo migliore per fare il vinile è quello di SMNTCS e Riviera (ce ne sono altri che seguono gli stessi principi, ma venerdì ho comprato quei due e la pippa mi è partita in quel momento): un disco che non sia sottile come un’ostia, una buona grafica, un buon cartoncino. E una buona produzione dal punto di vista del suono. Il prezzo in questo modo può rimanere accessibile. Se lo fanno loro, lo possono fare tutti, certo ci sono etichette che ci vogliono tirare su di più di quanto non tirino su quelle che ho elencato sopra, ma comunque il prezzo, a essere ragionevoli, in generale, per le etichette indipendenti e non, non potrà mai salire sopra ai 18/20 euro, avendo un negoziante (se lo compri in negozio) che non ci ricarica sopra un eccesso. Ma non ho mai visto uno che ha un negozio di dischi salire sul mercedes ultimo grido. Io un disco a 18/20 euro lo comprerei.
Non bisogna per forza essere amanti del vinile per apprezzare il metodo di lavoro delle etichette che hanno stampato SMNTCS e Riviera. Non ti prendono per il culo e ti danno una bella edizione. Questo è il motivo per cui ho comprato questi dischi, oltre alla musica che c’è dentro. Credo sia indice di un’etica professionale molto alta: dò alle stampe un disco, per me è già una soddisfazione, però oltre a metterci dentro della musica che suono perché mi piace o che piace a chi la suona, e a registrarla con cura, ti faccio anche un bel vinile, perché così diventa più appetibile e perché voglio che quello che compri sia una bella cosa, ma non esagero mettendoci dentro il cartonato a dimensione 1:1 della band che mi costa più della stampa del vinile. Quello che vendono è il risultato di onestà intellettuale ed è fatto bene dal punto di vista produttivo. Erano mesi che volevo scrivere onestà intellettuale. Quindi io lo compro perché: mi piace la musica, mi piace la confezione, mi piace l’idea di dare una mano. E poi mi hanno regalato due toppe, una per ogni disco. Quel gesto lì secondo me dà la sensazione di essere tra amici, magari con quello che ti dà la toppa non c’hai parlato mai parlato ma se ti dà la toppa il rapporto classico tra cliente e venditore viene superato, perché non si deve creare, deve essere una cosa tipo io ti vendo il disco e tu me lo compri, ma potrebbe benissimo succedere anche il contrario, si crea una specie di amicizia alla pari (in negozio c’è sempre questa gara a chi ce l’ha più lungo). Magari la volta dopo che vi incontrate non ci si ricorda a vicenda le facce, ma quello che si crea è proprio quello. Non ditemi che ci si comporta in questo modo perché chi stampa dischi e li vende in questo modo non lo fa per lavoro, magari ha già un altro lavoro, ma lo fa perché gli piace. È vero, spesso, ma ho cercato di spostare la mia attenzione a un altro livello del discorso.
E le distro, venerdì c’erano due distro bellissime, quella di Neat is Murder e un’altra, credo Cause Care, c’era anche un bel logo grande, ma non ne sono sicuro. Qualcuno me lo dica quale distro era perché vorrei saperlo. Non credo che si dimentichino solo le cose poco importanti, si dimenticano anche le cose importanti, o comunque quelle che ti piacciono. Di chi era la seconda distro me l’hanno detto ma non mi ricordo.

Che poi alla fine, dai, era un pippino, non un pippone.