Un mio amico aveva 101 tatuato sulla spalla. Era il numero che si otteneva se si sommavano le lettere del suo nome e quelle di Francesca, la sua ragazza. Io ero piccolo, lui molto più grande di me, e faceva palestra. Giocava a farsi dare i cazzotti sulla spalla e a dire quale punteggio raggiungevi a seconda della potenza e della precisione. Il massimo era 101. Lui e Francesca si sono lasciati qualche anno dopo. Questo è il primo ricordo che mi viene se mi dici 101. Da ieri sera 101 mi ricorda anche la centunesima data del tour di RAUDO.
Raccontare bene un concerto lo trovo impossibile, perché ti passano per la testa tante cose che vorresti dire a qualcuno o proprio a nessuno, e non è possibile ricordarsele tutte. Anche perché non tutte hanno un senso veramente compiuto, e per lo più si sovrappongono le une alle altre. Capita di fissarne qualcuna con un senso ma solo qualcuna. Ai concerti sarebbe bello scattare una foto per ogni cosa che pensi, ti aiuterebbe a ricordare quello che hai pensato, il giorno dopo. Però poi finisce che i tuoi vicini ti prendono a gomitate in faccia volontariamente.

a qui ho pensato che ero veramente vicino e che magari anche senza flash il mio SMARTPHONE avrebbe fatto una foto decente. movalà. ho pensato anche che bellissima canzone.

qui invece ho pensato una cosa che non mi ricordo ma che mi inventerò adesso, cioè che il tour due chitarre mi piace e che alla fine è il tour 12 corde, e anche due manici. da noi manico vuol dire anche “c’ha un manico!”, cioè è uno forte