La prima volta che ho sentito Smells Like Teen Spirit avevo 14 anni ed ero nella cameretta di mio fratello. Lui era più grande, aveva più giro e mi faceva ascoltare molte cose. Ero in terza media, se non sbaglio era inverno e avevo scritto con la matita NIRVANA sull’ultima pagina di “Efrem soldato di ventura” di Mino Milani. A scuola, di fighe che ascoltavano Nevermind non ce n’erano. Piaceva a un mio amico alto un metro e venti con cui avrei poi condiviso tante esperienze, tra le quali un concerto dei Guns, l’ultima volta che ascoltai i Guns in vita mia perchè poi erano arrivati i Nirvana e compagnia bella. Nevermind ha cancellato dalla mia vita i Guns, e questo dà le dimensioni dell’importanza che ha avuto per me.
Il cd lo comprò mio fratello da Righi Music. Dalle mie parti, a Cesena, che allora era in provincia di FO, forse ancora non esisteva neanche il primo centro commerciale, che si chiamerà Le Terrazze. Qualche anno più tardi, quando decisi di comprare la mia copia personale di Nevermind, mi fratello mi disse “Ma compri ancora quella merda?”. Io rimasi malissimo perchè non sapevo che a lui i Nirvana non piacessero più. Però io avevo la mia copia personale in vinile di Nevermind, che è ancora quella che ho adesso nella libreria.
Prima di In Utero è uscito Incesticide, che non si caga mai nessuno ma che ha un retro di copertina splendido: la paperella, simbolo del diavolo. Dai che anche Cobain era un metallaro. Comunque Incesticide contiene canzoni da paura come Dive e Sliver. Sliver, cazzo. Eran già uscite, si, ma io non le avevo. Meglio, noi non le avevamo. Mio fratello a quel punto mi riteneva già abbastanza grande da affidarmi il compito importantissimo di andare da Righi Music a comprare il vinile. Mancava poco a Natale e lui, che faceva un sacco il grosso ma aveva 17 anni, se l’era regalato, impaziente di aspettare l’arrivo di Babbo Natale, a cui forse credeva ancora. Mise molto in difficoltà i miei genitori che a quel punto non sapevano cosa comprargli.
La Geffen fece la mossa per tirare su un pò di soldi a Natale ma noi a queste cose neanche ci pensavamo e anche se c’avessimo pensato ce ne saremmo fregati, perchè eravamo spontanei e sinceri.
Bleach devo averlo scoperto a questo punto, prima dell’uscita di In Utero, almeno mi pare. Sapevo che c’era About A Girl, che ogni tanto si sentiva, ma non sapevo che c’era Love Buzz, che avevo sentito in un video comprato in edicola.
In Utero è arrivato e ha spazzato via tutta discografia precedente dei Nirvana. Sull’onda dell’entusiasmo (mio) di Nevermind non vedevo l’ora che uscisse un nuovo album dei Nirvana. Per anni ho pensato che In Utero fosse inferiore. Poi un giorno alle superiori stavo parlando di dischi con un mio amico metallaro di Sarsina che mi diceva che, comunque, aveva finalmente compreso la grandezza dei Queen, che erano una band della madonna, e anche se li aveva un pò ripudiati negli anni precedenti si era reso conto da poco che ogni volta che metteva su un loro disco le canzoni erano meravigliose. In quel momento mi si aprirono gli occhi e capii che In Utero era il miglior disco dei Nirvana.
Un giorno non troppo distante da quel momento, i Nirvana suonarono a Modena e io il giorno dopo avevo il compito di latino. I miei genitori non mi diedero il permesso di andare e io me la pigliai in culo. Pure il mio amico Riccardo, mio compagno di classe, se la pigliò in culo. Poco tempo dopo venni a sapere che un certo Mattia di Cesenatico, amico di un amico, era andato. Tanti bei racconti.
Devo dire che però io non ero quello messo peggio di tutti in quanto a fotta Nirvana. Il mio amico Michele mi diceva sempre che per lui Kurt Cobain era un Dio e io lo guardavo con gli occhi teneri perchè ben sapevo che a Kurt non piaceva essere considerato in quel modo. Quindi rifuggivo da ogni idealizzazione e mi limitavo ad ascoltare la musica.
Pochi giorni fa è uscito questo cofanetto commemorativo di In Utero e adesso mi faccio inculare 90 euro anch’io.
Sono venuto a sapere della morte di Kurt Cobain da Planet Rock, su Radio 2, da Luca De Gennaro o Gennaro Ianuccilli, che allora erano persone serie e facevano questa trasmissione imperdibile. Mio fratello quella sera era uscito, io già sapevo, lui probabilmente no, e andai a letto con una tristezza infinita. La mattina seguente mi dovevo ancora alzare dal letto che sentii dei passi pesanti che venivano verso la mia camera. Era mio fratello, che si affacciò alla porta e disse “Si è ammazzato Kurt Cobain!”. E io ho pensato valà che ti piacciono ancora i Nirvana, stronzo. Mi sono alzato, sono andato in edicola e ho comprato qualche quotidiano prima di andare a scuola. Quel giorno, come i seguenti.
La mia tristezza era dovuta al fatto che prima di tutto i Nirvana facevano una musica bellissima che nessuno avrebbe più fatto allo stesso modo. Tre cazzo di accordi di chitarra, un bassista che faceva schifo e un batterista potentissimo. Questa è l’importanza dei Nirvana, semplice, no?
In secondo luogo Kurt Cobain aveva dichiarato non so a chi che la loro non era musica per figaioli, che i figaioli dovevano ascoltare altre cose, come per esempio i Guns n’ Roses disse. E io, sentita quella frase, ero felice: ero uno dei Nirvana.
Poi devo aggiungere che Kurt Cobain era un tossico, uno sfigato che (felice o infelice di questo) aveva comunque scelto di non passare la sua vita a tagliare dei tronchi e vomitare dall’alto delle sequoie e aveva fatto una cosa grande, e l’aveva fatta con una chitarra, una voce e alcuni altri amici. Il suo suicidio era un pò come dire no, non ce l’ho fatta.
Un’altra cosa, l’ultima, che è riuscito a fare Kurt Cobain è stata far dire a mia mamma “Ma com’è bello!”. E lui era una rock star, e mia mamma odia le rock star.
Non lo so, sarò ignorante io, ma Dave Grohl come batterista l’ho sempre trovato noioso. Giusto per cagare il cazzo su una singola cosa detta in mezzo a tante altre.
L’unico difetto di Dave Grohl è il collo. Troppo grosso.
No, ho riascoltato In Utero questa settimana (è l’unico album di cui ho il cd per portarmelo in macchina) e gniénte, non mi dice gniénte.
Detta così sembra che In Utero non mi dica gniénte…parlavo invece sempre di Grohl.
dai no, basta, non te lo lascio dire.
Eeeh, riascolterò ancora allora.
Mi sento quasi fortunato in questi casi… non aver subito il trauma di perderli mentre erano il gruppo più famoso o almeno il mio preferito me li ha fatti apprezzare senza troppa tristezza