Settimana. Gavin Rossdale dei Bush cerca di avere la pelle come Iggy Pop

Gavin Rossdale dei Bush - foto Alberto Baldassarri (FreakOutMagazine.it)

Foto: Alberto Baldassarri (da Freakoutmagazine.it)

A guardare questa foto mi viene voglia di ascoltare gli Spin Doctors. Si tratta di Gavin Rossdale dei Bush, che hanno suonato martedi 23 al Rock Planet, in una provincia diversa, ma vicino a casa mia. Io non sono andato. Però dai video mi sono sembrati un gruppo di persone crioconservate che suonano intrappolate nell’ambra di Fringe. Forse è l’effetto di YouTube, ma lo sguardo GRUNGE, i muscoli da uomo acciaio grunge ossidato e il sorriso beffardo-diabolico alla Cobain grunge fanno pensare che YouTube dica la verità. Già i Bush hanno fatto fatica a lasciare un segno (forse Razorblade Suitcase, prodotto nel ’96 da Steve Albini e uscito per Trauma Records, cosa che avrebbe dovuto far presagire) nel disperato tentativo di essere ricordati come band grunge, che vederli criogenizzati mi ha fatto pensare a quando i Bush vennero fuori ed emersero nel marasma grunge tra uno Stone Temple Pilots e l’altro. Nessuno li ha mai presi davvero sul serio. Io avevo preso più sul serio i Silverchair. Di prodotti musicali generati su misura o con copia carbone ce ne sono molti e molto buoni, ma qui si tratta di prendere in considerazione un periodo musicale in cui il limone l’hanno spremuto più che del tutto, in cui i gruppi non avevano nient’altro che il vestito del grunge potente e sporco con la chitarra distorta, il cantante dall’aspetto un pò tossico ma non del tutto e la voce profonda come Bocelli. Sappiamo che il grunge è nato male perchè Nirvana, Mudhoney, Pearl Jam, Soundgarden, Alice In Chains e balle varie facevano robe diverse e infilarsi nel mezzo copiando quello che si poteva copiare per fare successo non era facile. Complimenti a chi ce l’ha fatta anche solo per qualche anno, prendendo:
– l’aspetto tossico dai Nirvana e dagli Alice In Chains;
– il vocione dai Pearl Jam;
– il ritmo pesto dai Soundgarden;
– il grido disperato dai Nirvana;
– il grido scanzonato e incazzato dai Mudhoney;
– l’abbigliamento da Neil Young.

L’abbigliamento di Neil Young è una cosa seria, Gavin Rossdale, e non ci si può presentare a 15 anni di distanza vestiti come Lady Gaga, adesso che Lady Gaga ha cambiato stile per promuovere il nuovo album ARTPOP. Questo è uno scatto per la copertina di VMagazine che il fotografo si è bruciato mettendolo su Instagram nella fotta di farlo vedere a tutti.

Lady Gaga per V Magazine

Per il resto, questa settimana Neil Young ha suonato a Lucca, Mick Jagger ha compiuto 70 anni, si è diffusa la notizia del primo porno girato con Google Glass, Avril Lavigne è ingrassata e si è vestita da Tank Girl, sono venuti fuori i film in concorso a Venezia e il Direttore della Mostra dice che sono film tristi, Joe Bastianich suona la chitarra blues, quelli di Forza Nuova hanno tirato le banane alla Kyenge a dimostrazione del fatto che non siamo in grado neanche di far finta di essere un paese sviluppato, Carla Bruni deve restituire 410 mila euro di soldi pubblici, in Egitto si ammazzano, un pilota delle ferrovie spagnole andava ai 190 invece che agli 80, in California è allarme peste bubbonica, è morta Samir la tigre che sbranò il suo padrone nell’oasi di Pinerolo, Grillo si è messo per la prima volta in vita sua la giacca la camicia e la cravatta contemporaneamente, la Nadia delle Pussy Riot rimane in carcere nelle mani di una carceriera tranquilla,

Nadia delle Pussy Riot e la sua carceriera

è il primo week end di esodo estivo e adesso da qui a ferragosto è un attimo, è morto JJ Cale, è nato il Royal Baby, Moratti non riesce a vendere l’Inter perchè la ama troppo, a Milano ci sono più zanzare che in Amazzonia, Jennifer Lopez ha aperto un negozio di telefonini, il Papa è andato a Copacabana e dal 29 al 31 luglio esce al cinema in Italia Fear and Desire, il primo film di Kubrick, inedito. E poi è morto Ersilio Tonini, 99 anni. Tanto è andato in Paradiso.

Fast Animals and Slow Kids

Fast Animals and Slow Kids

“È ciellino, se dice cazzo un’altra volta ne sono sicuro. E mi hanno detto che questi li pagano pure per suonare, ma son bambini. Che testi di merda. Però lui mi sa che scopa”. Così un amico ha commentato il concerto dei Fast Animals and Slow Kids ieri sera al Soglianois VII. Che fosse prevenuto nei loro confronti (il mio amico non ha i capelli) lo dimostra il fatto che quando gli ho detto che un paio di mesi fa ai FASK gli hanno rubato gli strumenti lui ha detto “Come ai Van Der Graaf Generator nel ’74”. In realtà dal vivo sono una bomba, molto meglio che su disco, anche se il cantante è un pò logorroico. Dei Bachi da Pietra non so come si faccia a non cogliere il lato ironico, oltre che il meraviglioso stomping, del quale fanno un marchio di fabbrica come si suol dire, ma lo aggirano anche, suonando liberi di fare e di fare caricatura di quello che fanno, facendolo bene. Commento: “Chi è Pappalardo?”.
I Cosmetic li ho visti più in salute di così. Sarà stata la brezza calda ma ieri sera HAVAH è come se ci avessero riportato con loro tutti a casa a Forlì, per la totalità del set che hanno fatto, comprensivo di gioia dolore e dilatazione, soprattutto nella cover dei Raein (se non sbaglio). Per Trema sono arrivato in ritardo, ma Blackie Drago è stato davvero un piacere vederle, e non lo dico solo perchè son gnocche.

6 pensieri su “Settimana. Gavin Rossdale dei Bush cerca di avere la pelle come Iggy Pop

  1. Ciao, questa foto risale ad un altro concerto e non a quello di Pinarella … dove io c’ero, in prima fila.
    Sono cresciuta con il grunge, ce l’ho nelle vene, con Nirvana, P.J., Alice & company.
    Ogni gruppo ha la sua caratteristica che lo rende interessante. I Bush probabilmente non hanno avuto lo stesso successo ma spesso c’è chi non conosce nemmeno gli Alice…. è musica di nicchia e magari non sempre di facile ascolto.
    Oppure c’è chi dice di conoscere i P.Jam e probabilmente l’unico pezzo che abbia mai sentito è Alive e niente di più.
    Ho avuto il piacere di ascoltare più di un gruppo live e 2 volte i Bush. Questo concerto è stato adrenalinico e loro hanno suonato come se fossero a San Siro.
    Senza fare i super vip, donandosi davvero al pubblico, facendo uscire quella vena malinconica e rabbiosa che caratterizza il grunge.
    Gavin non ha più la camicia di flanella? E meno male! I tempi cambiano e tutto si evolve. Indossa maglie strappate, mette in mostra il suo fisico invidiabile a ben 47 anni, salta, balla, suda e regala emozioni. Che magari salta un accordo, una parola … già solo perchè sta regalando proprio tutto ciò che ha dentro.
    Io ancora oggi mi ritrovo a cantare ogni pezzo di quel concerto. A differenza di chi non c’è stato lo ritengo uno dei più belli che io abbia visto fino ad oggi.
    Per di più dimmi quale artista scende in mezzo al pubblico, chi a fine concerto si ferma a chiacchierare con i fan, a far foto con tutti senza menarsela…in pochissimi…sembrano sempre inarrivabili. Ecco Gavin lo fa sempre e se regala la visione del suo fisico mozzafiato alle fan cosa c’è di male? Direi che c’è chi fa di peggio…
    Sono punti di vista e gusti ma ritengo che probabilmente possa dare un giudizio chi c’è stato al concerto…
    Buon lavoro.

  2. I Bush sono un gruppo che ha contribuito a fare la storia della musica degli anni ’90, senza mai veramente sfondare (per varie circostanze) in Europa (e ancora peggio in Italia). A parte che un cantante rock può vestirsi un po’ come gli pare, Gavin Rossdale salta come un dannato (e suda abbondantemente più di Iggy Pop) e non vedo cosa ci sia di male nel mettersi uno smanicato.
    Il mio consiglio resta sempre lo stesso: andate ad un loro live, se volete sentire come sono.
    Buona settimana.

    • Ahahha 🙂
      Non so questo articolo però ha un non so che di negativo nei confronti del grunge in generale…ed essendo appassionata ho deciso di rispondere.
      E poi davvero il concerto è stato pazzesco!

  3. Penso sia sbagliato utilizzare “grunge” in riferimento a gruppi (alice in chains, mudhoney, pj, nirvana…) così diversi tra loro, sia dal punto di vista musicale, sia dal punto di vista dell’attitudine. Non ha senso poi annoverare in un unico genere musicale questi gruppi solo perchè fanno base nella stessa città. Non si può individuare un unico genere musicale ma forse diversi filoni: per esempio green river/mudhoney e mother love bone/pearl jam/soundgarden, ma anche in questi casi si parla di esperienze musicali condivise che hanno contribuito alla crescita dei diversi componenti e della loro musica, e non si può parlare di uno stesso genere musicale. Per questi gruppi non ha senso usare il termine Grunge. Ha senso usarlo per le band nate in giro per il mondo sull’onda del successo dei gruppi di Seattle, tra le quali i Bush, che hanno solo raccolto alcuni caratteri della musica e le hanno rese un modello, quando all’inizio un modello non c’era, e hanno fatto si che tutto finisse per essere appiattito su certe caratteristiche che permettessero di dire “questo è grunge” o “post-grunge”. Non credo sia corretto mettere sullo stesso livello gli Alice in Chains e i Bush e non mi sento di dire che allo stesso modo hanno fatto la storia della musica degli anni 90. Che poi i Bush siano in grado di suonare dal vivo, questo è un altro discorso.

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