Settimana, Guns & Rubyes

Madonna, oggi

E mentre in Egitto sostenitori e oppositori di Mohamed Morsi si scannano e (vedo adesso) è morta Margherita Hack (RIP), io sono qui a scrivere stronzate sul blog. Questa è stata la settimana dei concerti. Vasco ha chiuso il suo INPS tour a Bologna. La notizia più interessante è che la Guardia di Finanza ha sequestrato migliaia di migliaia di migliaia di biglietti falsi e che c’erano più bagarini fuori che gente dentro al Dall’Ara. Sempre la GdF ha sequestrato 7.000 capi falsi tra cappelli, magliette, fascette e sciarpe per 880.000 euro, denunciando 48 persone per contraffazione. Ma andatevene affanculo. Tranne che per il sequestro delle fascette e delle sciarpe, per le quali mi sento di fare i più vivi complimenti alla Guardia di Finanza.
Altro concerto della settimana, ieri sera e in replica (lo stesso, ripetuto identico, registrato, vedete voi se andare) stasera: quello dei Muse a Torino, per il quale nessuno ha sequestrato niente. Dicono che il palco sia così grande che per parlarsi i Muse debbano usare gli auricolari come faceva Boncompagni con Ambra e per incontrarsi debbano fare la stessa camminata che faccio io per andare da casa mia al forno in centro a Gatteo.
I leoni sono tornati a ruggire, comunque, fuori dai grandi palchi. Snoop Dog ha dichiarato che da ora in poi si chiamerà Snoop Lion. “Who’s the king? Lion is the king. So Snoop Lion”, ecco la motivazione. L’altro leone, dopo Snoop, è Berlusconi: all’inizio della settimana è stato condannato a sette anni e all’interdizione dai pubblici uffici per il Ruby Gate, dopo la sentenza si sono scatenati animali di qualsiasi razza, anche un lupo mannaro, ma l’unico leone re della foresta italiana rimane Silvio Berlusconi che alla faccia di tutti ha detto che rifonderà Forza Italia e il capo sarà lui. Non ce ne liberiamo più, ma qualcosa almeno fino alla sentenza dopo il ricorso del fantasma Ghedini cambierà di sicuro. Fino a quel momento non può più essere eletto, quindi un pò gliel’abbiamo buttato ar culo.

Ci sono state altre tre notizie interessanti di sesso. La prima è che la Corte Suprema americana ha detto sì ai matrimoni gay, e c’è già la fila; la seconda è che la biancheria della Lewinsky è stata messa all’asta (anche la sottoveste nera) e a proposito del Sexy Gate Clinton ha detto che non ha mai avuto rapporti sessuali orali con Monica; la terza è che Boy George sarà dj (uno dei) della Molo Street Parade a Rimini, stasera. Facile umorismo si potrebbe fare anche sul fatto che Miguel Bosè (e questa è una nostizia bomba, non di sesso ma di amore paterno) ha dichiarato alla rivista spagnola Shangay di non avere solo due figli ma quattro: dopo Diego e Tadeo sono arrivati Ivo e Telmo. Lo sanno in pochissimi. Per diventare padre per la terza e quarta volta, il cantante ha usato una madre surrogata, soluzione suggerita da Ricky Martin che ha fatto ricorso allo stesso metodo di riproduzione per Matteo e Valentino, che tra l’altro è padrino di Tadeo. Intrecci.
Due notizie di musica anocora, così per pareggiare i conti con la coscienza. La prima è che è iniziata la famosa kermesse musicale a Glastonbury in Inghilterra, dove se cercate bene nel fango troverete anche un braccio di Mick Jagger. Tenetelo e congelatelo perchè poi lo potete vendere all’asta. La seconda è che Madonna al grido GUNS DON’T KILL PEOPLE, PEOPLE KILL PEOPLE ha messo su YouTube un video di 58 secondi del suo ultimo #Secret Project dove spara in testa a uno dei suoi ballerini. La vera notizia è che Madonna è sempre più uguale a un incrocio tra Shakira e Beyoncé e che JLO ma soprattutto Britney Spears sono molto risentite perchè non assomiglia a loro due. Moira Orfei e la Santanché invece sono felici perchè assomiglia un pò anche a loro.
Tra l’altro, domenica 23 è scomparso anche Richard Matheson. RIP.

The 2nd Law, i Muse più impacchettati di sempre

La sensazione che qualcuno abbia rotto il vaso, che qualcuno abbia rovinato un’enorme possibilità data soprattutto dai milioni di fan che hanno comprato (e compreranno, per sempre) dischi su dischi e visto (e vedranno, per tutta la vita) concerti su concerti è quello che si prova se si ascolta il disco nuovo dei Muse, The 2nd Law. I ragazzi si sono un pò lasciati prendere la mano dalle ultime uscite vampiresche, si sono lasciati trascinare dall’idea molto ingombrante di essere visti e sentiti come i nuovi Radiohead o i sostituti degli U2 nel ventesimo secolo. E si sono anche lasciati prendere per le palle dalla mania di pompare certe situazioni e tutte le canzoni che cacciano sulla terra – tanto ci sarà sempre chi si precipita al concerto dei Muse, in barba a tutti quanti noi stronzi. Non c’è un accento diverso nel modo di cantare di Matthew James Bellamy, non c’è una diavolo di traccia che vada fuori dal tracciato di tutte le tracce precedenti, non solo di questo album ma di tutta la vita dei Muse. Che potrebbe anche starmi bene, come idea, ma non in questo caso.
Ricordo benissimo quando si urlò al capolavoro all’uscita di Showbiz nel 1999. Riviste come il Mucchio dedicarono ai Muse copertine gridando al miracolo, alla band più figa dell’universo. A me già facevano schifo. Quel suono impacchettato a dovere come un caramellone non mi è mai piaciuto, non mi ha mai dato niente, meno di una bruschetta bruciata. Ma ero io che mi sbagliavo, perchè poi i Muse sono diventati gli dèi, facendo da spalla a band che adoravo e adoro, come i Foo Fighters, che allora attraversano un periodaccio per l’abbandono di Pat Smear ma non credo che fossero così desolatamente fottuti da attaccarsi una simile palla (di fuffa) al piede. I Muse portarono miliardi di persone ai concerti, in dollari. Ecco.
Oggi, però, scrivono canzoni di schifo come Big Freeze. E io continuo a non capire, perchè in questa musica non ci trovo nessun tocco di niente, perchè Bellamy e gli altri hanno lasciato andare tutto quello che di buono poteva nascere, se qualcosa di buono poteva esserci. Pablo Honey dei Radiohead era un disco estremamente debole, ancora si parlava dei nuovi U2. C’era Creep, ma quella canzone era un caso, in mezzo alle altre dello stesso album – e tra l’altro la sua esecuzione in Pablo Honey è molliccia. Ma dopo Pablo Honey è arrivato The Bends (con cui i Muse di Showbiz condividono il produttore), e poi Ok Computer. Tutto potenziale esploso alla grande. Quello dei Muse invece è rimasto bloccato e non è mai uscito, anche perchè da subito si sono messi a scimmiottarsi e a pestare su una batteria che non è una batteria, è il contenitore in cui infilare il voler essere duri, romantici, elettronici, dark, spaziali, lanciati sulle orbite più lontane e autori allo stesso tempo. Insomma, un vero casino, dal quale non tutti sarebbero in grado di uscire, i Muse men che meno. Con loro si limona, si fa all’amore, si fa a botte, si piange, si ride, si vomita e si ringiovanisce. The 2nd Law è l’epilogo di tutto questo, l’episodio in cui cadono tutte le difese e si svelano palesemente le debolezze compositive, le mancanze musicali e le pochezze melodiche dei nostri amici che, ridendo e scherzando, ci accompagnano da metà degli anni ’90. Il fondo si tocca probabilmente con Unsustainable, dove l’incapacità di rielaborare una tradizione e un già sentito si palesa nelle grida disperate e in amore del cantante. Per poi arrivare a Isolated System, per lo meno pretenziosa. In un momento di bontà, mi viene da pensare che, si, i Muse potrebbero pretenderla una canzone così, in bilico tra l’estremamente melodico, l’orrore filmico e l’elettronica. Ma non ce la possono fare perchè tutto è ridotto a uno zuccherino, pulitissimo, perfetto. Altrove questo album presenta lo stesso problema. Altrove i Muse presentavano questo problema. E, quando è sporco, è sporco in modo innaturale. Volendo, si può iniziare daccapo ad ascoltare The 2nd Law, con Supremacy, dove sembra che debba arrivare Terminator e non arriva mai. Me le immagino tutte le luci, al concerto, che accecano i paganti, illusi, sballottati, disattenti. Inculati. Metto in fila due canzoni che ci pigliano in giro: Panic Station e Survival, Michael Jackson, i Queen e i seguaci di Mola Ram in Indiana Jones e il tempio maledetto serviti su un piatto d’argento.
Insomma, se qualcuno vi propone di limonare con i Muse in sottofondo, non ragionate con la lingua, mandatelo/a a cagare.