È importante andare a visitare Fusignano almeno una volta nella vita perché è la città natale di Arrigo Sacchi. Non sono mai stato uno dei figli di Arrigo se non quando lo imitavano in televisione. L’unica volta che sono stato tifoso del Milan è stato quando ho indossato il cappellino con le trecce di Gullit, perchè in quel periodo indossavo qualsiasi cappellino mi capitasse a tiro. Il calcio totale applicato al Milan (ogni calciatore che si sposta dalla propria posizione è subito sostituito da un compagno, per permettere alla squadra di mantenere inalterata la disposizione tattica; secondo questo schema di gioco nessun giocatore è ancorato al proprio ruolo* – *wikipedia) è stato l’embrione di un’Italia Berlusconiana in cui le competenze sono saltate e tutti possono fare tutto, anche nelle aziende. Un disastro, insomma, ed è tutta colpa di Arrigo Sacchi. Però. Sacchi è quello che ha portato l’Italia in finale a USA 94 (quella dei rigori di Baresi e Baggio). Io me la ricordo come la finale più brutta di tutti i tempi, perché ero in compagnia delle persone più brutte che io abbia mai incontrato, quelle che mi hanno rubato 10 cd in un colpo solo, ma lui ha rotto tutti gli indugi della melina italiana e ha portato un calcio esplosivo nella nazionale.
Non sono appassionatissimo di calcio, solo un po’, mi piace di più la musica di merda, ma c’è qualcosa che ogni tanto mette in collegamento le due cose. Se vai al parco Primieri di Fusignano, puoi sentire il rumore del pallone del piccolo Arrigo che rotola nell’erba. Lì sopra il primo agosto i ragazzi del Brainstorm ci montano il palco del Prime Open Air 4 (che viene dopo il 3). Magari non vi frega di calcio, però i concerti sono fighi.
La line up è tosta. Bob Corn. Chiedono chi è Bob Corn. Come chi è Bob Corn? Ha suonato dappertutto tranne che a Fusignano e sento che con la piadina dallo spessore ravennate e il sangiovese si troverà a suo agio e creerà l’intimità che sa sempre creare, che è un’intimità invernale ma vale anche godersela sudando, in una situazione famigliare. Che poi Bob Corn viene da San Martino in Spino, quindi per lui i segreti della cucina romagnola non sono così segreti segreti, per vicinanza, ed è possibile che trovi molta ispirazione nel vino rosso e nello strutto.
I Dags! li ho capiti subito. Trovi scritto emo rock band, in realtà contengono una complessità nota a tutti quelli che li hanno ascoltati (l’ep è in download gratuito da due giorni). Ho un pò le palle piene del genere emo o dello screamo ma questo ep non è solo quello che credete. Dentro ci sono parti jazzate, parti che ricordano i Calexico, parti scomposte e parti precise come orologi svizzeri. Certo, c’è anche qualche urlo a occhi chiusi, ma non è tutto lì. Andare oltre.
Poi secondo me i Girless & The Orphan hanno fatto un disco bellissimo, pieno di canzoni dense, chitarra e voce e no. L’hanno diviso in due parti, è uscita solo la prima, e l’altra sarà praticamente un disco hard core punk.
URALI l’ho visto solo una volta dal vivo, su disco l’ho sentito un centinaio. Penso sia uno dei pochi dischi per i quali ho passato metà del tempo dell’ascolto a pensare quale poteva essere il legame tra il nome e la musica. E in tutto quel tempo ho capito che un ipotetico vento sugli Urali è uguale alla chitarra di Urali.
Il Buio è un gruppo realmente punk, ma punk come CASO, cioè diverso e antagonista a un modo di scrivere accomodante. Si capisce soprattutto dai testi di Il Buio, che sempre t’infilano una spada negli occhi ogni volta che stai troppo tranquillo ad ascoltarli. Il buio è la notte, che non sempre significa tranquillità. Durante la notte puoi fare gli incubi, possono entrarti i ladri in casa, puoi cadere dal letto, una serie di cose che di solito non prevedi.
Prometto interviste a tutti loro, la prossima settimana.
Ecco, direi basta, a parte che il 1° agosto al parco di Fusignano Sacchi di sicuro non ci sarà, ma al posto suo ci saranno ANCHE un mercatino fatto a mano, una sbiciclettata, il dj set e la presentazione del mio libro preferito di adesso, Non ti divertire troppo.