SECONDA PARTE. Girless and The Orphan, The Circle and The Barrel Part 2

girless_part2

Negli anni 90 si festeggiava il ventennale della musica degli anni 70, come adesso si festeggia quello della musica anni 90. Per i pivelli il Punk Rock era bello negli anni 90, immerso nella bambagia della cosa scoperta da poco. Col tempo non perdi la voglia di ascoltare Punk Rock ma hai voglia di scoprire altro, che è naturale, non significa che pisci sopra al passato. Come in ogni processo di scoperta, anche quello musicale si può concludere con l’inizio di un nuovo processo di scoperta e non significa ripudiare le cose vecchie, almeno non in assoluto, ma metterle da parte per un po’, forse per sempre, iniziare ad ascoltare anche altro. Ci sono periodi in cui la verità assoluta è una, oppure sono due o tre, altre in cui sei indeciso, alcune in cui butteresti molte cose nel cestino, altre in cui torni sui tuoi passi. Così ti prendi delle sbronze musicali travolgenti sin da quando sei giovane e se ci pensi sono diverse, nel senso di diverse le une dalle altre, o anche nel senso di molte, e di alcune poi pensi a come possa essere successo che ti sei preso una sbronza per quella cosa. Presente e passato s’incrociano di continuo e magari un giorno come tutti gli altri per caso stai sistemando i tuoi cd, te ne capita in mano uno che non ascolti da anni, lo metti su e diventa il tuo preferito, e non l’avresti mai detto. Tutto o quasi lascia un segno, si tratta di ricordi, di reazioni mentali innescate da cose piccole che ti fanno piacere un disco nuovo perché ti ricorda uno vecchio, o perché non ti ricorda uno vecchio che vuoi dimenticare. T’innamori perdutamente di un disco di cui non avresti mai pensato d’innamorarti, per motivi assurdi, perché piace a un tuo amico che ti ha dimostrato che lo puoi ascoltare in modo diverso, con un’altra prospettiva, rispetto a come l’hai sempre ascoltato tu. Può succedere e se può succedere significa che tra qualche mese potrai ritrovarti ad ascoltare una cosa che adesso detesti o almeno non prevedi. Le scoperte e le riscoperte si muovono in tutte direzioni in tutti i momenti. Alla fine, o quando ti sarai rotto, avrai ascoltato un sacco di roba diversa e ti sentirai ricco. Ma ti sentirai ricco anche se avrai ascoltato una cosa in tutta la tua vita, perché quella cosa ti ha soddisfatto sempre. Non esiste una regola.
The Circle and The Barrel Part 2 dei Girless and The Orphan è più veloce della Part 1. I Girless sono meno folk, più punk rock, più folk punk di quanto non siano mai stati. Il primo cambiamento sta nelle chitarre elettriche che non sono più solo ritmiche ma anche lead e in questo ricordano ancora i Motorpsycho, come alcune delle canzoni di Ntbwaeeby. La seconda cosa che è cambiata è la voce, che adesso suona più spesso gutturale e acuta. I Girless and The Orphan di Part 2 sono cambiati, hanno completato un percorso e ne hanno iniziato un altro, entrambi i percorsi fanno parte credo di un processo di scoperta. La canzone che mi piace di meno è Colon Ladle Pedlar Scenario, uno dei pezzi nuovi, quella che mi piace di più Quite Old (Coff-coffin), più accostabile alla Part 1. La propensione alla ballata folk l’hanno sempre avuta, l’hanno ancora (il vecchio percorso non è completamente abbandonato), ma adesso l’hanno limitata, cioè hanno piazzato in questo ep una ballata e mezzo (Quite Old Coff-coffin e la seconda parte di Your Opinion Is Bullshit), tutto il resto è veloce. Part 1 era il contrario, più ballate, più lente. Non è il cambiamento che ho fatto io – perché in questo momento sono molto lontano dal folk punk ma tra poco tempo potrò ritrovarmi ad ascoltarlo, anche se non l’ho mai ascoltato, nemmanco il Pogues – ma è un bel cambiamento, le chitarre sono ben stratificate, la batteria si tira dietro tutto con una semplicità bella, il basso riempie tutto. Sarà una tappa definitiva, o solo intermedia. Magari è cambiato qualcosa nei loro ascolti, se non adesso un po’ di tempo fa, qualcosa che li ha portati altrove, anche se non del tutto. Il risultato è questo nuovo ep, che insieme alla Part 1 va a comporre il disco fisico intero, che quindi ci dà l’idea di come le cose possono modificarsi, non del tutto ma in parte (e non vuol dire che le cose cambiano e rimangono uguali perché se cambiano anche solo in parte vuol dire che cambiano e non sono uguali), con una tale rapidità da mostrare differenze anche solo passando da un lato all’altro di un disco. I due ep sono usciti a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro ma sono stati ideati insieme, per marcare ancora di più quanto la differenza tra il primo e il secondo lato possa consumarsi in poco tempo, o possa essere il frutto di una scelta dovuta al fatto che si vogliono dare due corsi paralleli (cioè nettamente separati) a un disco. Da una parte le ballate folk con i tocchi personali dei Girless che appesantiscono il suono con accenti alternative metal, dall’altra i richiami più espliciti al combat folk. Da folk a folk, ma c’è un abisso tra le due parti.
Con Tommaso, maître à penser dei Girless, c’ho parlato una volta, non ha detto niente a proposito, viaggio mio, mi sembra però una persona che non rincorre il cambiamento per forza ma che semplicemente lo asseconda nel momento in cui c’è, senza paura di non piacere o non riuscire. Le cose che capitano, la vita, il lavoro, cambiano, la musica che ascolti cambia e/o rimane la stessa, per osmosi o per separazione con la vita. A me piace di più la Part 1. Ma questo importa poco, perché la cosa importante è che i Girless and The Orphan abbiano fatto un ep nuovo, che per la loro discografia è nuovo solo in parte, abbastanza da segnare un cambiamento e da farci dire che le canzoni della Part 2 sono sì un esito (da folk a folk) della Part 1, ma sono appunto un esito, e l’esito è una via d’uscita, che non è per forza una cosa a cui volti le spalle per sempre ma può essere una porta da cui ripasserai (se ti va) e che fa proseguire la ricerca e innesca il processo di scoperta. Un nuovo esito è anche una cosa interessante perché mette i fan di fronte a una svolta e gli permette non solo di capire se gli piace, ma anche di ascoltare un altro modo di scrivere canzoni, proveniente da uno stesso gruppo.

The Circle and The Barrel Part 2 è uscito per Stop Records, To Lose La Track e Fallo Dischi e se lo vuoi ascoltare è qui.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...