Io faccio ancora i rigurgiti al latte quando escono MONO tono e Kinotto. Un po’ di anni dopo me li presta Riccardo, mi dice A te che piace il punk, lo sai che esiste anche in Italia? Una sera torna sull’argomento cantando Ti rullo di cartoni e mi propone di fare un gruppo, lui è la voce. Mi prende bene, ci chiamiamo GUS GUS e facciamo anche due o tre canzoni sue: Rivoglio i miei cd, Sudo come un ladro e della terza non ricordo il titolo. Abbiamo anche un secondo cantante, con la voce uguale a quella di Riccardo. Io nel frattempo mi sono fatto una copia di MONO tono e Kinotto. Ci piacciono molto i testi e le chitarre, proviamo a fare delle cover ma non ce la facciamo. Tra di noi c’è anche un figaiolo, che quasi subito si dà alla fuga. Come lo siamo a suonare, anche nella vita siamo incivili, dato che quando i miei non ci sono facciamo le prove a mezzanotte, in mezzo ai condomini. Mai beccati una denuncia, delinquere si può. Sudo come un ladro dice più o meno così: Quando guardo alla finestra / scorgo un barbone / lo guardo in faccia e vedo che si è fatto un cannone. Riccardo non è bravo quanto Freak Antoni però ci dà grazia e anche lui fa del genere.
Qualche anno dopo – Pesissimo! era un modo di dire ancora molto in voga e i GUS GUS si sono già sciolti per pigrizia – una sera scopro che gli Skiantos suonano a Cesena. Non li ho mai visti e vado, con Achille e Roberto, altri amici con cui suono senza ovviamente combinare niente di buono. Dei GUS GUS al Vidia non incontro nessuno. La vita ci ha separati. Il concerto alla fine è una merda, gli Skiantos sono vecchi come mio nonno, noi siamo un pubblico di merda, c’è gente ubriaca che sputa e il locale ha visto meno avventori solo alle 3 del pomeriggio quando si faceva il Suono degli Spazi con i gruppi locali più scrausi.
Due anni fa ho visto le copie ristampate in vinile di MONO tono e Kinotto e ho pensato che erano due cose molto fighette. Devo aver saputo che Freak Antoni aveva un tumore solo poco dopo.
Io a Bologna negli anni 70 e 80 non c’ero. Però gli Skiantos sono l’unico gruppo di cui sono riuscito a parlare con mio zio, che una volta mi chiese se sapevo che cos’era l’eptadone, visto che ridevo tanto mentre ascoltavo la canzone. Mio zio aveva 30 anni più di me, di solito parlavamo di scuola e di ragazze e sapevamo entrambi cosa vuol dire sbarbine; aver trovato un terreno musicale comune con un parente adulto era stato quasi un miracolo. E poi lui mi diceva che Freak Antoni era un poeta metropolitano molto forte.
Freak Antoni è morto oggi, a 59 anni, per questo mi è partito l’album dei ricordi.