Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno, l’abbiamo visto in anteprima

Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno è arrivato nelle sale italiane. C’è il Bataereo (o Batwing), la Batmobile sempre più moderna e la Batmoto, con una novità strepitosa: le ruote si capovolgono sulle curve a gomito più impegnative. E la guida anche Selina, Catwoman, Anne Hathaway. Ecco chiariti una volta per tutte anche in Italia i dubbi sui mezzi di locomozione dell’uomo pipistrello nel terzo episodio della saga di Nolan.
Tutto era iniziato con Batman Begins, per proseguire con Il Cavaliere Oscuro.
Ne Il ritorno Bruce Wayne (Christian Bale, che è tutto, anche John Connor) deve salvare Gotham City dalla distruzione: la Setta delle Ombre è tornata e vuole far saltare in aria il sistema corrotto che guida la città. Il reietto Bane muove i fili della rivolta.
La trama è ben costruita intorno a più personaggi centrali: Batman, ah si?, Catwoman, il cattivissimo Bane, il commissario Gordon e un detective molto giovane e promettente. Il destino di questi personaggi è indissolubilmente legato alle azioni di Batman e alla sua capacità e volontà di ritornare, dopo il ritiro dalla scena avvenuto al termine del primo Il Cavaliere Oscuro e dopo l’esilio cui viene costretto. Bane lo rinchiude in prigione e il pipistrello cade in tenebre più profonde di lui, quelle in cui è nato, e che domina, Bane. Uscirne sarà difficilissimo.
Almeno la scena dello scontro tra i poliziotti e i ribelli ve l’anticipo. Le due fazioni si combattono corpo a corpo nelle strade di Gotham e sembra di ritornare alla battaglia delle Termopili. Violenza, rabbia, onore e vendetta, ecco cosa viene fuori da quelle immagini. Poi un colpo di scena clamoroso.
Con un lavoro di preparazione che dura anni, Bane trova il modo di cospargere Gotham di esplosivo. E quando Christopher Nolan la fa esplodere non scherza.
Bane (Tom Hardy) è un personaggio incredibile. Nel fumetto in Italia è il Flagello, creato per DC Comics da Chuck Dixon, Doug Moench e Graham Nolan. È l’erede di Ra’s al Ghul (Liam Neeson in Batman Begins). Ha una maschera che lo fa sembrare un mutante e lo tiene in vita. Lo scontro in cui Batman per poco non lo ammazza è una lenta e torbida agonia. La sovrumana forza fisica e i muscoli enormi di Bane prendono linfa dagli steroidi che si inietta nelle vene. Fa paura, davvero. Christopher Nolan lo riporta sullo schermo in modo egregio.
Catwoman è quasi un miracolo. La principessina, la segretaria, la sposina Anne Hathaway si trasforma impeccabilmente in una ladra astuta ed egoista. Il lato criminale del personaggio interessò meno Tim Burton quando diresse Batman Returns nel lontano ’92; al contrario, caratterizza in modo forte la nuova Catwoman. Dimenticate la gattina snella che fu Michelle Pfeiffer e sostituitela con una gatta sinuosa che ha tutte le caratteristiche per stendere un uomo, compresi tacchi taglienti e princìpi saldi e ineccepibili. In più, è una ladra precisa e bastarda. Halle Berry in Catwoman (film del 2004) era tosta, aggressiva e risoluta ma non c’è niente da fare. La malvagità è il denominatore comune, ma la presenza di Anne Hathaway di fronte alla camera da presa è tutta un’altra storia.

La Batmobile in Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno

Dopo che per anni (dal 2005 al 2008 più o meno) ho pensato che non ci potesse essere mezzo di locomozione più utile della Batmobile di Batman Begins, ho visto la Batmoto del Cavaliere Oscuro (2008, appunto) e ho cambiato idea. Mai stato un patito di moto o auto in vita mia, semmai di scooter a 49 cc, ne ho avuti ben due (il secondo spacca e lo uso ancora), ma la Batmobile mi ha sempre incuriosito. Poi ha incominciato a incuriosirmi anche la Batmoto. Un anno fa si diceva che in Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (recensione qui) sarebbe arrivato il Bataereo. Poi sembrava che nel terzo episodio della saga di Christopher Nolan ci dovesse essere ancora la Batmobile del Begins solo con un nuovo design. E molte altre voci.
A quanto pare infatti c’è da sempre un’attesa spasmodica attorno all’automobile di Batman, tutti si chiedono come sarà, che optional avrà, quanto andrà veloce. Il gothamtrending.wordpress.com si chiede per esempio “Is Lamborghini concept car ‘Ankonian’ design by Slavche Tanevski the inspiration for The Dark Knight Rises Batmobile?”. Questione annosa, sollevata già nel luglio 2011. Esagerati.
Però ero davvero curioso di vedere quale Batmezzo di locomozione supera la velocità della luce nel Cavaliere Oscuro – Il ritorno, che stasera gira in Italia in anteprima, in centinaia di sale, da Acciaroli a Vittorio Veneto. Il terzo trailer, fuori da maggio 2012, al minuto 1:48 conteneva anticipazioni gustose.

Ancora più chiaro però è questo video, che ha ben presto soddisfatto tutta la mia sete di sapere impossibile: ecco la Batmobile del terzo Batman di Nolan, e non solo, anche la Batmoto.

E questo invece? “Questa non è una macchina” dice Batman a Selina, nota anche come Catwoman. Grande. Anche lei però non scherza:

Sullo schermo, stasera, sarà tutto ancora più chiaro.

Asterios Polyp, Mazzucchelli e i suoi colori strafichi

Asterios e Hana

Asterios e Hana

Tenue e stronzo. Così si potrebbe definire Asterios Polyp, protagonista e title man del graphic novel scritto e disegnato da David Mazzucchelli.
Mazzucchelli è un pezzo da novanta: americano, ha lavorato per la Marvel negli anni ’80 come disegnatore di Daredevil, curando storie sceneggiate da Frank Miller (quello di Sin City). Lui e Miller erano così amici che, in seguito, decisero di passare insieme alla DC Comics per pubblicare Batman: anno uno, nel 1987. Poi Mazzucchelli scappò da solo e portò avanti, negli anni ’90, diversi progetti, tra cui quello di disegnare pagine e copertine per The New Yorker. All’inizio del decennio successivo, esattamente nel 2000, uscì The Fisherman and the Sea Princess, in un’antologia per bambini di Art Spiegelman e Francoise Mouly.
Asterios Polyp è stato pubblicato in the USA nel 2009 (9 anni c’ha messo, ma ne è valsa la pena) e in Italia nel 2011 per la Coconino di Igort. Mazzucchelli non era al Lucca Comics, nel novembre 2011, quando Asterios Polyp è stata premiato come graphic novel dell’anno. Vale la lettura il messaggio di ringraziamento che l’autore ha scritto per la giuria e il pubblico del festival:

La copertina

“È un grande onore per me ricevere questo riconoscimento dal prestigioso festival di Lucca, in Toscana, la terra dei miei antenati. Devo confessare che ho sentimenti in qualche modo ambivalenti riguardo a questo premio. Riconoscimenti di questo tipo sono per loro stessa natura soggettivi: non stiamo parlando di caratteristiche quantificabili come, per esempio, ‘il libro più pesante’ o ‘quello con i caratteri tipografici più piccoli’. No: i premi, nel campo degli sforzi creativi, sono questioni più delicate e complesse. In una lunga lista di libri che include tanti diversi stili e generi, come si può decidere che quest’avventura fantasy sia meglio di quel dramma storico, oppure che questo libro di satira per adulti sia meglio di quel racconto umoristico per ragazzi? Inoltre, non posso dimenticare che nel 1990 l’industria discografica americana assegnò il Premio Grammy per la categoria ‘Miglior nuovo artista’ ai Milli Vanilli.
Forse in tempo reale è difficile stabilire quali opere resisteranno alla prova del tempo. Ma intanto, assegnando questo premio ad Asterios Polyp, la Giuria ha garantito che questo libro sarà letto, esaminato, indagato da persone che potrebbero discutere se l’opera sia meritevole o meno di un tale riconoscimento. Un libro come questo non si crea nel vuoto: perciò sono grato ai miei predecessori e ai contemporanei per il loro aiuto nel creare un ambiente nel quale Asterios Polyp può esistere. Vorrei anche ringraziare il mio amico Igort e tutti quelli che lavorano alla Coconino Press per la loro pazienza e l’impegno nell’affrontare le sfide e i mal di testa che ho infilato nel progetto di questo libro.
Tantissime grazie a tutti, davvero”.

Asterios è un architetto che ha sempre e solo progettato: mai nessuno dei suoi progetti è stato realizzato. L’architetto, per campare, insegna. Poi, a un tratto, molla tutto e scappa: la sua casa è andata in fiamme e la moglie Hana se n’è andata, ecco i motivi. Desolazione. Nei flashback viviamo il passato di Asterios, le sue indifferenze e presunte superiorità nei confronti di Hana, artista. Ecco perchè è stronzo. E lo sa. E proprio in questa consapevolezza sta il punto di partenza del suo dietro front dalla moglie.

Asterios Polyp: pagine a bordo bianco

La storia si sviluppa su da tavole a bordo bianco, colore che crea il vuoto e dà risalto agli altri colori utilizzati. Sia il presente che il passato sono macchiati con azzurri, gialli, viola, rosa… che restituiscono perfettamente lo stato d’animo del protagonista nel suo riflettere e inventarsi un’altra vita dopo che la prima non è ben riuscita. Sono proprio questi colori, a braccetto col bianco, che conducono al finale, e sono sempre tenui, quasi sempre limitati al riquadro della singola vignetta. Le pagine in cui il colore tenue si allarga al vivo, infatti, sono poche (nell’economia delle tante, prive di numerazione, che costituiscono tutto Asterios Polyp), rappresentano momenti più o meno importanti, ma alzano sempre la soglia dell’attenzione del lettore. Per due motivi: uno, ovvio, è lo spazio che invadono, più evidente rispetto a quello occupato dalle più neutre pagine bordate di bianco; il secondo è l’esplosione dei colori (tenui) cui le pagine colorate integralmente danno vita, esplosione che dà maggior respiro ai momenti così accentuati. Fino all’ultima invasione del colore tenue, su due pagine, a chiudere la storia. Ecco perchè Asterios, oltre che stronzo, è tenue.

Asterios Polyp: il colore a pagina piena

Asterios Polyp non procede solo per colori però. La storia è semplice ma si arricchisce grazie alle citazioni, ai flashback e ai viaggi culturali del protagonista. Il rapporto tra Hana e Asterios è desolante e Asterios è un personaggio assurdo, che fa sempre sfoggio della propria cultura ma che, in fin dei conti, si diverte anche a smontare una macchina. È ironico e goffo, e questo lo salva dal cratere dell’antipatia in cui cadono a volte gli architetti saccenti. E poi, è geloso, geloso marcio di Willy, un regista di teatro, nano e volgare, che ha lavorato con Hana. Anche gli altri personaggi sono indovinati: Stiff Major, il meccanico presso cui Asterios lavora per un certo periodo di tempo, che parla in modo strano, sua moglie Ursula, rotonda dea new age, e il loro figlio, che spesso si gratta il culo e fa un gran casino. Infine, il fratello di Asterios, Ignazio, una “presenza” di notevole importanza.

E poi, una cosa che spacca, è il profilo di Asterios.