Ho conosciuto i Clever Square nel 2013. Poi è stato tutto molto veloce (almeno per me: loro sono nati nel 2005) e dopo due anni si sono sciolti. Da quel momento mi sono sentito orfano di un gruppo che aveva ridato vita a un cadaverino dentro al mio cuore: quel suono anni ’90, che esisteva solo nei dischi dei gruppi americani ascoltati milioni di volte, i Clever Square l’avevano portato qui, fisicamente vicino. Non c’era nessuna speranza che si riformassero, così mi sono messo il cuore in pace, in ricordo dell’ultima volta in cui sono stato davvero giovane e ho perso gli occhiali vomitando dalla macchina in corsa sull’E45, al ritorno dal release party di Nude Cavalcade, il loro ultimo disco prima di oggi.
La sensazione era quella che il tempo passasse molto velocemente. Sembrava che i Clever Square ne stessero perdendo tanto e che stessero buttando all’aria il talento. Poi, qualcuno ha detto che invece sarebbero tornati, con una formazione diversa ma sarebbero tornati. Da lì, è iniziata l’attesa. Volevo il disco nuovo, ero sicuro che sarebbe stato buono e lo volevo il prima possibile. Quello era il mio punto di vista e probabilmente altri fan provavano la mia stessa impazienza. Ma dal loro punto di vista, dal punto di vista dei Clever Square, era diverso. Del gruppo di cui noi sentivamo tanto la mancanza, loro invece ne avevano avuto abbastanza, e per questo si erano sciolti. Così, dal momento in cui qualcuno aveva detto che sarebbero tornati, è passato ancora del tempo, in cui noi aspettavamo ma loro erano ancora in pieno processo di rielaborazione, nel tentativo di ridare senso a una cosa, ricostruirla, ritrovare le motivazioni. È diverso. Tra loro e noi c’era un gap e dall’esterno non ce ne rendevamo conto. Volevamo la stessa cosa ma per averla il percorso era diverso: noi seduti ad aspettare, loro lì a lavorare, a scrivere e riscrivere il disco, scartarlo, riscriverlo e scartarlo ancora. Perché dovevano tornare prima di essere sicuri di aver fatto le cose per bene, prima di essere veramente contenti? Non aveva senso.
E infatti. Sono tornati con Clever Square, che è davvero il loro disco più bello. La formazione è completamente nuova, a parte Giacomo D’Attorre, voce e chitarra, che è poi il “lui” dietro ai “loro” di cui sopra. Clever Square è molto più pulito rispetto ai dischi precedenti. È stato scartato tutto quello che allora aveva senso ma adesso non ce l’ha più. Su quello che è successo nel periodo di tempo in cui è statto scritto, posso solo tentare di generalizzare. Le cose che succedono le subisci, le affronti, le rielabori e il processo di rielaborazione cambia il modo di viverle e vederle. Hai bisogno assolutamente di esprimerle ma devi trovare il modo giusto, non è facile, poi scopri che è solo uno: andare dritti al punto. Così hanno fatto i nuovi Clever Square. E siccome ci sono chitarre che si intrecciano, linee vocali complesse e basso che si nasconde e poi spunta fuori all’improvviso, il cambiamento non sta nella semplificazione della scrittura, ma nella sicurezza con cui le canzoni vengono buttate fuori. “Ho preso una decisione: questo è modo in cui voglio fare le cose, e così sia”. Questo disco parla e dice così.
Se c’è uno strumento che dà corpo all’esigenza di arrivare “dritti al punto” è la batteria, molto delicata e davvero poco invadente. Rispetto ai dischi precedenti è stata ripensata, rimessa in carreggiata, più diretta, più chiara, anche nei confronti di se stessa, perché non cerca vie di sfogo in cose che non sa dove mettere ma che alla fine mette lo stesso. Clever Square è come lei.
Clever Square mi ha ricordato i New Year e Evan Dando di Baby I’m Bored. Non era mai successo, è una nuova sensazione. Alcune volte non essere soddisfatti e fermarsi, tentare e non riuscire e tentare ancora, ti dà la sensazione di perdere tempo. Ma alla fine quello che riesci a mettere sul tavolo è così esaltante, fresco e nuovo che il tempo che sembrava perso diventa improvvisamente tempo trascorso in modo utilissimo. È una cosa molto rilassante.
Bentornati.
Clever Square esce il 24 maggio (venerdì) per Bronson Recordings: streaming qui.
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