
ELM
di Marco Pasini, www.forthekidsxxx.blogspot.it
Potevamo noi di Neuroni esimerci dal presenziare al primo festival targato Bronson Recordings, interamente dedicato alle band dell’etichetta ravennate (anche se ovviamente quelle presenti nel roster sono molte di più rispetto a quelle che han suonato) diretta emanazione del Bronson e dell’Hana Bi? Certo che no, e infatti il sottoscritto era presente per raccontarvi un po’ come è andata. Ovviamente il tutto sotto l’occhio vigile e attento del supremo imperatore di questo blog, che si è sincerato che il sottoscritto non si distraesse troppo.
Giungo in loco con un leggerissimo ritardo, dovuto al fatto di non aver ben compreso l’inizio del live set, ma tant’è. Sul palco gli Elm di Cuneo, un quartetto che mi riporta immediatamente ai ’90’s, con quel suono noise/alternative che fece la fortuna di Helmet, Prong e compagnia bella. Sono rimasto molto impressionato dalla loro prestazione: quadrati, energici e davvero ispirati. I temi che affrontano sono l’amore per il Texas (avrei dovuto capirlo dal cappello sfoggiato dal chitarrista, che io confondo con il classico panama. Fortuna che c’è il boss di questo blog a spiegarmi l’intera faccenda), con chitarroni pastosi e un muro di suono non indifferente. Il cantante si muove con consumata maestria, e la sua voce pesantemente effettata si fonte alla perfezione con tutto il resto. Non a caso, finito il loro concerto, dalle casse fuoriescono gli Helmet. Promossi a pieni voti, nient’altro da aggiungere.

Istvan
Dopo un rapido cambio palco e una Red Bull da parte mia, salgono su gli Istvan di Forlì. Qui cambiamo radicalmente lidi, e ci troviamo sospesi tra l’aridità di una spiaggia e la rocciosità della montagna. Gli Istvan suonano quasi interamente strumentale (rare le incursioni vocali dal parte del chitarrista), ma sanno come farci stare bene. Il loro sound imbevuto di psichedelia, progressive, un tocco di space rock e una punta di stoner/doom me li ha fatti apprezzare sin dalla prima volta che li vidi dal vivo. Carlo alla chitarra si muove come tarantolato, tra sinuosi riff e assoli caldi e dal retrogusto seventies. Sabbione dà una prova muscolare dietro alle pelli: è un piacere per i miei occhi vederlo dipanare la matassa percussionista della band, in un crescendo di pathos e coinvolgimento audio-visivo. Infine Rex, molto più compassato nelle movenze, ma dotato di quello stile che gli permette di irrobustire al punto giusto il sound degli Istvan. Una certezza.

Sunday Morning
Giungiamo alla fine con i Sunday Morning da Cesena, freschi freschi di quel Let It Burn che ha generato pareri anche contrastanti. I nostri stasera appaiono in gran spolvero, con una prova che mi fa dimenticare quella un po’ acerba del loro release party di qualche mese prima sempre al Bronson. I quattro alfieri dell’indie rock non sentono stasera la pressione della volta precedente e appaiono molto compatti e rilassati. Andrea, voce e chitarra, gigioneggia col pubblico come suo solito, ma in maniera estremamente easy. La sua prova vocale è convincente sotto tutti gli aspetti. Federico alla batteria suona in maniera eccellente: senza mai strafare, si prodiga in tutta una serie di filler, con fluidità e semplicità. Luca all’altra chitarra è un po’ il ponte di collegamento fra i vari strumenti: come un abile direttore d’orchestra, indirizza il suono nella giusta direzione. Jacopo al basso è asciutto e preciso e impreziosisce i brani dei Sunday Morning con le tastiere, all’occorrenza. Davvero convincenti, come per me lo è stato Let It Burn, pur essendo un album che si muove su coordinate diverse dalle precedenti release.
La conclusione? Un gran bel festival che, sebbene minato dalla defezione di Confrontational per colpa di malanni vari, ha dimostrato come suoni anche molto diversi tra loro possano tranquillamente convivere. Un plauso va al Bronson, che con tenacia porta avanti un certo tipo di discorso, in un paese come il nostro, in cui il deserto culturale e attitudinale sembra esser all’ordine del giorno. P.s.: attendo anche una versione estiva, in cui crogiolarmi bello abbronzato con una Fritz Cola in mano..
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