Ho completato la mia collezione dei The Evens. Il primo l’avevo in chede’, il secondo l’avevo scaricato, il terzo pure. Ho comprato anche il secondo in cd. The Odd (il terzo, uscita Dischord numbero 180) era stato ordinato in Germania per natale 2012 ma non è mai arrivato. Abbiamo protestato seriamente, ce l’hanno rispedito ma non è mai arrivato. Lost. L’ordine era per il vinile, quindi io non potevo non comprarlo sullo stesso supporto spendendo quasi il doppio rispetto al cd.
Li ho presi in due posti storici e questo mi rende fiero. Non mi capita spesso di comprare in posti storici. E non storici nel senso che, non so, sono stati costruiti nel XII secolo, ma che riguardano fatti/momenti/idee che fanno parte della piccola storia e che si sono incrociati con la mia ancora più piccola storia. Washington ha partorito gente come i Fugazi e la Dischord, o i Governement Issue (John Stabb RIP). Io ho comprato The Odd a Washington, da Smash Records. Fornitura punk hard core post hc da far arrossire il dio di questa roba, Henry Rollings never Stoned, cd usati a 5 euro, prezzi giusti su tutto (tasse escluse, ma le tasse in DC sono inferiori a quelle nello Stato di ny).
The Evens (Dischord 150) e Get Evens (Dischord 160) li ho comprati da Generation Records a New York, che io non avevo mai sentito dire. Figo è figo. È uno dei negozi di dischi rimasti a Manhattan dopo che la coolness si è spostata a B-Brooklyn. È abbastanza vecchio e tenuto in modo mediamente menefreghista da sembrare vero. Il commesso non ti saluta, gli scaffali sono sguarniti quanto basta da apparire “boh, cazzo mene” ma non così tanto da permetterti di dire scandalo! come sono messi??!! Vinile in media a 20 euro, cd a 15. Gran piano interrato con più cd usati della casa di Scaruffi, prezzi bellissimi tasse escluse. E nello stato di ny le tasse sono le più cattive di tutti.
The Evens sono uno dei miei gruppi preferiti, la cosa più primitiva e melodica allo stesso tempo che io abbia mai sentito. Sono Ian McKaye e Emi Farina, la sorella simpatica della famiglia Farina, quella di Goffo. Si può dire che si sente l’influenza dei Fugazi e degli Embrace, senza raggiungere quei livelli di distorsione gretta e aumentando l’importanza delle melodie ascoltabili. E si sente il minimalismo brutal dei The Warmers, pre-gruppo della farina.
Ci sono queste masse di suono che si spostano come montagne di pongo. E ci sono queste voci che danno equilibrio a tutto. Da Washington passa il fiume Potomac, che mi ha dato la stessa impressione: potente ma equilibrato. In città, fuori non so. La melodia è anche negli arpeggi della chitarra, una Danelectro (baritono, dai toni da bara). La Danelectro è la stessa che i miei genitori hanno regalato a mio fratello un po’ di anni fa. Ha un suono di cui mi sono innamorato subito, così datato e proprio perché tale di una cattiveria addolcita dagli anni. Ed è quel suono lì. Che The Evens usano sia per arpeggiare sia per montare una carica da uomo esperto e scafato ancora in grado di piazzare le note come e dove devono essere piazzate.
E il disco migliore è l’ultimo. Adesso ce l’ho, nonostante le resistenze della Merkel, che in piena crisi ha complottato affinché io non comprassi niente che fosse prodotto negli States. Embargo. Ma io sono andato là e ho completato la mia collezione. Dà ancora molte soddisfazioni comprare nei dischi nei negozi, soprattutto se in questo modo sconfiggi la Germania, terra in cui il rock non esiste. Mi manca l’eppì, che poi è un 7” (ma nel titolo del post suonava meglio eppì) che contiene due canzoni di The Odd ed è il Dischord 170: ogni 10 anni The Evens fanno uscire una roba. L’ultima uscita Dischord è 180 e 1/2. Siamo lontani.