BRISIGHELLA SUONA COSÌ

2014-10-12 16.50.46

Semel in anno licet insanire means Una volta all’anno è lecito fare il pazzo, è una specie di lascia passare a 38 che teneva gli antenati per le palle: (ufficialmente) si facevano bastare una sbronza fortissima o una notte di sesso sfrenato, per il resto del tempo si moralizzavano pesantemente. Per sottolineare finalmente e una volta per tutte l’inadeguatezza all’essere umano e in particolare a quello romagnolo di quelle parole, è nata la Confraternita della tagliatella, che ha scelto di riscriverle rovesciandone il significato e di affiggerle come una legge su confraternitadellatagliatella.org: “è sempre lecito ingozzarsi”, così l’hanno ripensato. Cioè, bisogna spaccarsi di tagliatelle, ogni volta che si può. Il concetto è radicalmente diverso: ogni lasciata è persa. La Confraternita della tagliatella è un’associazione di drogati che gira i ristoranti della Romagna in preda a una fotta micidiale e in cerca di spessori, larghezze e sughi diversi per valutarli e metterli a confronto. La risultante finale del percorso è la migliore tagliatella dell’anno solare.

Brisighella è un paese di poco più di 7000 abitanti in provincia di Ravenna. Sull’origine del nome ci sono diverse ipotesi, tra le quali la meno accreditata ma decisamente più attinente al tema è “la terra in cui si coltivano cavoli”. Ho cercato “olio di Brisighella” e ho trovato diverse cose, così come per distillati e aceti, ma con “cavolo di Brisighella” non ho trovato niente, se non che ormai le piante di cavolo che una volta crescevano sul territorio adesso si sono estinte. Appartenendo alla specie della Brassica e avendo i brisighellesi storpiato il nome nei secoli, da lì deriverebbe Brisighella. Sono famosi anche i suoi tre colli, su cui sono poggiano la rocca, il santuario e la torre dell’orologio, e le escursioni avventurose alle 100 cavità naturali. Sono quelle cose che iniziano a interessarti quando andare a fare una camminata diventa the new ascoltare ai concerti, a volte è difficilissimo ammetterlo a se stessi quindi io, pur essendo distante pochi chilometri distante, non sono mai stato a Brisighella. Ci sono andato molto vicino il 24 gennaio.

Una volta c’era il Brainstorm a Fusignano – c’è ancora, ma è un po’ che non ci vado – gestito da alcuni ragazzi, tra i quali mi è capitato di conoscere meglio Alberto. Alberto e gli altri negli ultimi hanno organizzato molti concerti e alcuni sono andato a vederli, molte volte da solo, a volte con la Fede, a volte con Giovanni, una volta con Diego e una volta con Francesco. Mai tutti insieme. Facevano l’emo core, il post hardcore e lo screamo, ma anche il folk. Quelli del Brainstorm hanno inventato anche il Prime Open Air, un festival estivo di gruppi indipendenti italiani al parco. Esprimevo il mio dispiacere a Zova (uno del Brainstorm) per il fatto che il POA non si è fatto nel 2015. Mi diceva che molti di loro hanno iniziato a lavorare subito dopo l’università e che molte cose sono cambiate nel giro di pochissimo. Il POA migliorava anno dopo anno e l’edizione del 2014 è stata la migliore, una festa senza gente ubriaca in giro, molte famiglie, tutti i miei amici anche quelli più incredibili, Diego, Francesco, Giovanni e la Fede, tutti insieme. Sicuramente la situazione migliore in cui vedere un concerto, senza gente che ti tira la birra sulla maglietta e cose così.

Alberto a un certo punto si è messo insieme ad Anna. In settembre li ho incontrati a Santarcangelo in quella libreria fantastica che c’è lì vicinissimo alla piazza, era la prima volta che li vedevo insieme e da soli. Saranno morosi? Mi sono chiesto. Mi hanno praticamente risposto: mi hanno detto che avrebbero aperto un agriturismo nella campagna di Ravenna. Rio Manzolo era il nome del posto. Io e la ragazza che gestisce la libreria, alla quale ho chiesto di uscire per la prima volta quando mi ha detto che avrebbe aperto una libreria, abbiamo deciso in quel momento che avremmo vinto i chilometri che ci separano dalla campagna Ravennate e saremmo andati a mangiarci di sicuro. C’abbiamo provato ma non ce l’abbiamo fatta per un po’ di tempo. All’improvviso, uomo di casa, decido il giorno (una domenica, gli altri potevano alla domenica), chiamo Diego, gli chiedo se vuole venire con noi e stabiliamo: andiamo. Era agosto, niente più storie. La mattina dEl 9 ci saremmo fatti un bagno storico nella piscina dell’agriturismo e poi avremmo fatto pochi complimenti per il cibo e il vino di Anna e Alberto, caffè, ammazzacaffé, e avremmo accettato di abbioccarci sotto al sole del ravennate, senza lasciare passare altro tempo, perché il sole a Ravenna d’inverno viene sostituito da un grosso blocco di nebbia. Io avevo il contatto, io dovevo chiamare. Chiamo subito e Alberto mi dice che non c’è posto. Tocca rinviare. Lo dico agli altri e poco prima di Natale scopro che la versione tramandata della vicenda è che Trucco che doveva chiamare voleva andare là senza prenotare e non ha chiamato. Passano alcuni mesi e diciamo che saremmo andati di sicuro. E questa volta è stato vero, ho prenotato con anticipo. Nel frattempo Alberto e Anna hanno messo in pratica la loro idea nell’idea: fare concerti all’agriturismo. D’estate in piscina, d’inverno dentro. Diego è stato più bravo e se n’è visti alcuni.

Io uno solo. Sono andato per la prima volta a Rio Manzolo, a Villa Vezzano, a 17 minuti di macchina da Brisighella, il 24 gennaio. Era un’occasione particolare, il blocco di nebbia che abitava al posto del sole s’era preso un permesso speciale e quella sera c’era solo un lieve freddo umido che penetrava le ossa. La formula proposta per la serata era quella giusta: aperitivo circa alle 19, concerto subito dopo, ultimo piatto per la cena alla fine di tutto. E mostra di disegni a fare da tappeto a ogni momento.

menù
hummus di ceci
hummus lenticchie e zucca
crostini di pane

polpette di carne
torta di patate
erbe
torta di mele

vino Sangiovese
birra
acqua

Nella sala da pranzo di Rio Manzolo, se suonasse un gruppo screamo, salterebbero in aria delle orecchie e poi è un ambiente elegante, non è nemmeno il caso. Però ad Alberto sudano le mani e appena soffierà una brezza di primavera monterà su delle batterie e degli amplificatori e si sfogherà, outdoor. L’iniziativa musicale di Rio Manzolo ha doppio nome, ma non proprio doppia identità: è solo che Sound by the pool è la sequenza estiva di concerti, Colture sonore è quella invernale. La distinzione ha lo scopo di rendere la discontinuità stagionale e di venue, comunque non di genere, perchè i cantautori hanno monopolizzato la questione finora, conquistando la maggior parte degli appuntamenti, Riviera a parte, primi a salire sul palco di Rio.

In questo momento non riesco a pensare a una situazione migliore per vedere un concerto della sala da pranzo dell’agriturismo di Anna e Alberto, su una sedia di legno con la seduta di paglia, un dittico più che migliorativo di ogni altra situazione composto da cibo buono distribuito democraticamente e posti limitati. Interesse vero. E quindi mi sa che Alberto è quello che organizza i concerti e io finisco sempre per capire che sono le situazioni migliori per vedere i concerti.

Il 24 suonava Caso.

Cinque giorni dopo, indicativamente il 29 gennaio 2015, Alberto a Anna hanno vinto il premio della Confraternita della tagliatella, staccando di tantissimo altri agriturismi strutturatissimi. Hanno vinto anche: miglior rapporto qualità-prezzo. E io mi immagino Alberto che riceve il premio della Confraternita della tagliatella con la maglia dei RAEIN e che mentre dice Grazie grazie non dovevate pensa al prossimo concerto singalong da fare, o al prossimo cantante folk nebbioso da chiamare. È un drogato, come i confratelli, ma per organizzare gigs.

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