Quattro tre due uno Dando

Niente, volevo far passare più veloci i quattro giorni che mancano al concerto di Evan Dando a Bologna e ho scelto quattro canzoni. Non è una classifica. È tutto esagerato, perché a 36 anni potrebbe esserci tanto altro da fare ogni giorno che non il countdown a un concerto. Però ogni tanto ci troviamo a fissare persone su un palco e siamo sbertucciabilissimi, ma la semplice felicità non potrebbe essere più vicina. Penso possa andare bene così, dite pure sono in crisi di mezza età e non ho niente da fare, in fondo però Evan Dando non passa così spesso dall’Italia. Lo so io e potete stare anche senza saperlo voi. Tutti sistemati. Ogni giorno, quattro canzoni, altrettanti stati d’animo presunti. L’ordine delle canzoni è casuale e intercambiabile, visto che non so come saranno i giorni. L’articolo è più o meno compilativo.

4. Become the Enemy (mercoledi)
È la seconda del penultimo disco dei Lemonheads. Il singolo estratto, la prima canzone che girò, dite come volete. Mettere il singolo è come dire che non riesco a ricordare niente di meglio di quello che passava la radio, o quel che c’era che passava i singoli. Ma questa canzone ha quel ritmo secco della chitarra e subito dopo il ritornello dolce e per niente martellante, al contrario della chitarra di prima. Mi piace. Tutti sanno che la suona J Mascis, tutti sanno che J Mascis è quello dei Dinosaur Jr. La sola frase you become the enemy mi ha sempre fatto pensare a un sacco di cose successe a un certo punto nella vita di un uomo che ha smesso di amare, per motivi solo accennati e causa della fine. È il testo più regolare mai scritto da Bill Stevenson per i Lemonheads, no vie d’uscita senza senso, assunzione delle colpe come un uomo adulto, io ho fatto questo, tu quello, è finita ma io sono sereno. Oggi sarà un giorno tranquillo.

3. Dirty Robot (giovedi)
Questa invece è la canzone 7 di Varshons, cover di Gerry Arling e Richard Cameron, cantata con Kate Moss, uscita dopo Some Velvet Morning di Lee Hazlewood rifatta dai Primal Scream ma molto meglio. Dirty Robot è illegale e Evand Dando è un tamarro. Domani è un giorno confuso in cui preferisco questa canzone alle tante altre molto più belle. Il disco, prodotto dal tipo dei Butthole Surfers, ha in copertina uno di quei disegni geometricissimi fatti con lo spirografo (fronte) e un omaggio al lettering di Never Mind The Bollocks (retro). Può essere un dettaglio insignificante per voi ma a me è sempre parso un contrasto non da ridere.

2. It’s About Time (venerdi)
Il testo non è che abbia avuto mai un gran senso, ma la sento cantare e mi si spacca lo stomaco in due con una grande e profonda crepa nel mezzo, davvero, mi occlude le vie respiratorie. Questa canzone era un altro singolo, di solito amo i singoli dei gruppi che tendo ad amare. La canta anche Juliana Hatfield e venerdì sarà un giorno: di concentrazione. Juliana Hatfield scioglie le Black Babies nel ’91, suona il basso in It’s A Shame About Ray nel ’92 e nel ’93 è un credito fantasma in Come On Feel The Lemonheads, di cui questa è la terza canzone. I Lemonheads hanno condiviso in quel periodo un record con gli U2: sono stati nove settimane al primo posto della classifica del Billboard, non con questa canzone ma con un’altra, Into Your Arms. Bono Vox ha invidiato tantissimo Evan Dando per un po’. Se Evan Dando va in giro da solo a fare concerti non è né perché nessun musicista si caga più i Lemonheads o perché non è stato in grado di raggiungere quel tipo di successo e adesso nessuno se lo caga in generale, ma perché è una personalità complessa, dai molti desideri e sogni e debolezze, variabile come il tempo in primavera. Non credo che oggi possa fare quello che vuole col suo lavoro, cioè prendere su la chitarra e fare live o riunire un gruppo che decide di chiamare Lemonheads quando vuole, ma ci mette del suo e ha voce in capitolo. Evan Dando e Juliana Hatfield cancellarono la loro data al Covo nel 2012.

1. Confetti (sabato)
Ditemi che Evan Dando non ha sempre una voce da sbruffone e insicura allo stesso tempo che tanto io non sono d’accordo. Confetti è in It’s A Shame About Ray ed è stato un singolo in Inghilterra. Non riesco a liberarmi dei singoli. Questa canzone è l’ideale per sabato, visto che dice the story is getting closer to the end. Sabato finirà un attesa tutto sommato breve, comunque iniziata il 20 novembre 2014, quando ho saputo delle date di Evan Dando in Italia. Questo giorno sarò: impaziente, come sarebbero impazienti tutti quelli che aspettano un momento preciso da alcuni mesi. È normale.

Domenica, sarò Superhero.

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