Bloody Knuckles di Matt O’Mahoney (RNFF 2014, CONCORSO)

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Albert quest’anno introduce i film al buio. Stasera non l’ha fatto perché in sala c’era Valerio Evangelisti.

Qualsiasi lavoro facciate immaginate di amarlo e poi che vi taglino la mano destra, se siete destri, o la sinistra se siete mancini. Un incubo. Segue disperazione. Immaginate che la mano torni da voi per riattaccarsi, ma voi non la volete perché ora avete un moncherino gigante e perché lei è molesta. Secondo incubo, e grande tristezza per la mano che vuole solo salvarvi la vita. Immaginate anche che alla fine della storia la mano se ne vada sola, perché si sente rifiutata. Tragedia della separazione. Questo è il drama di Bloody Knuckles. Il gangster di Chinatown che recide Travis perché ha pubblicato un fumetto che lo sputtana e perseguita la sua ragazza Amy, la giornalista, perché ha scritto un articolo che lo distrugge, e tutto il discorso (serissimo) sulla libertà di espressione sono bazzecole rispetto al dramma della della mano, black drama. C’è anche un poliziotto corrotto che va puttane, ma è cosa già vista. Inoltre, non me la sento di chiamare in causa ancora la Troma. Be free from Troma state of mind, qui di Amy non ci fanno vedere neanche una coscia. Il solo problema di questo film è il ritmo, ci sono tempi più morti di me sul divano e sketch tra Travis e la mano ripetuti fino al vomito verde. La maggior parte delle volte non fa ridere, altro grande problema. Ma Mahoney era il nome del re di Scuola di Polizia. E la mano è truccata benissimo. (tra il 6 e il 7)

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