PANSONICA l’ep

pansonica

Quando Godano è apparso per la prima volta era uno magrissimo con l’aspetto del tossico di Cuneo che suonava la chitarra tendendo il braccio sinistro tirato a tal punto da farlo diventare un’unica grande vena. In apparenza stava male e scriveva canzoni che ti entravano nelle ossa come il freddo. Cantava con quell’aria ispirata un pò da poeta illuminato e noi tutti delle merde, non andava bene ma ce la facevamo andare bene. Qualche anno dopo è diventato un fotomodello, poi uno scrittore, un giornalista e un attore e io a questa gente che fa tutto non ci credo più. Ora di ciò che c’era rimane una camicia. La sua camicia è uno dei simboli di un gruppo che una volta si presentava non come iconoclasta semmai come iconolatra, di se stesso, nel tentativo peraltro riuscito di costruirsi un’immagine simile ma evoluta rispetto ai predecessori CSI mantenendone la prosopopea, tagliandone la lagnosità e incrementandone l’ingordigia delle chitarre noisy ascoltabili. Oggi Godano ha sempre una camicia nuova. Oggi è appagato e per il nuovo Pansonica ha firmato pezzi scritti benino ma col vuoto spinto dentro e semplificati al massimo, che svuotano ancora una volta il noise rock in canzoni alternative per Virgin Radio, come si svuota il pallone del petomane quando ti ci siedi sopra. Pansonica è un ep incentrato sulla teatralità del canto e sul tentativo di replicare la cattiveria (Sig. Niente), il cinismo (Ruggine), i ritmi morbidi (Oblio) e quel lato oscuro che hanno reso i Marlene discretamente accattivanti in passato.
Un anno fa Virgin Radio ha messo in streaming Nella tua luce. Lo ha fatto anche ieri, con questo ep, che suona meglio di Nella tua luce, e i cui testi riescono per un pelo a non avere quelle cadute rovinose. Per il resto i Marlene tentano di recuperarsi ma è abbastanza chiaro che ci girano intorno senza limiti e senza ottenere il risultato millantato. 6 pezzi su 7 di Pansonica sono rimasti inediti per 20 anni dai tempi del Vile per una scelta che non si può definire saggia solo perché i dischi che hanno fatto dopo Il vile sono peggio. I Marlene di adesso hanno voluto rifare canzoni dei Marlene di allora, l’operazione comportava il rischio della brutta figura, loro se lo sono preso e non ne sono usciti vivi. Scivolano su una banana grande come loro, quella sulla quale c’è scritto che non è facile riprendere canzoni vecchie e rifarle quando si è diventati un gruppo mainstream, si è guadagnato un pubblico, se n’è perso altro, si è guadagnato un gusto nello scrivere canzoni e se n’è perso un altro, si è guadagnato un suono e se n’è e perso un altro. Non c’è più niente del suono che hanno sproloquiato di voler recuperare e di aver recuperato. È normale fare continue merdate a carriera inoltrata, ma non è da tutti millantare cose non vere. 2 post in 2 giorni su di loro, adesso però basta.

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