Montana / Debuttanti

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Alcune volte i Ramones sono ancora il mio gruppo preferito. Quando ho visto un video in cui Elio (e le Storie tese) a Radio Dee Jay diceva che le canzoni dei Ramones sono tutte uguali mi sono arrabbiato. Quanta differenza passa tra Beat On the BratCome Back Baby Elio non lo sa, e non diciamoglielo neanche. Con la certezza di aver già vinto – facile e in modo schiacciante – sulla spocchia di Elio da tempo ex-simpatico, ho voglia di ascoltare un gruppo punk rock italiano di adesso, che non siano gli Altro. Mi piacciono gli Altro ma vorrei qualcosa di nuovo, un gruppo che abbia fatto un disco solo o al massimo un disco e un EP così non c’è abbastanza carne al fuoco perché qualcuno possa dire che le canzoni sono tutte uguali. Com’è successo ancora, To Lose La Track risolve il mio problema, perché ho ritirato fuori il disco dei Montana, Debuttanti (Sonatine Produzioni, oltre a TLLT, settembre 2013). Debuttanti è un disco veloce di quella velocità senza nessun filtro di cui ho bisogno da quando ho 15 anni. Mi piacciono le batterie punk rock/hc quando sono buttate lì come devono e in questo caso mi piacciono la chitarra che regna e mi fa abbastanza godere – e a volte, ma sono attimi brevi, perde la concentrazione e svisa alla classica – e la voce per niente delicata che mi ricorda i gruppi punk di una volta della mia città. Sono le cose che m’interessano di più e il fatto che i testi dei Montana siano intelligenti m’interessa relativamente, o almeno così la pensavo al primo, secondo e terzo ascolto. All’inizio la cosa bella era ascoltare di continuo le canzoni, facendole ripartire quando finivano, cioè ogni 20 minuti neanche. Poi ho scoperto che sono belli anche i testi, fanno la morale, attaccano i difetti delle altre persone, parlano dei propri come se fossero pregi, parlano della vita di tutti i giorni e suggeriscono i modi che potremmo scegliere per condurla con rettitudine e senza noia (streaming qui). Per quanto il titolo della canzone non sia il massimo, anzi è proprio il minimo, il testo di Punkomat è molto punk, nel senso di sincero e differente (E’ vero son nato ricco e questo mi imbarazza un po’: conosco bene cosa è la ribellione, ma mi credete soltanto un figlio di papà. Voglio tacere il mio stato sociale per non lasciare spazio alle vostre infamità. Anche io so distruggere e non conta poi molto se qualcuno è pronto a saldare i miei danni mentre voi altri patite pene mostruose). Un’altra canzone parla di Lazzaro in prima persona. Non sono convinto che i testi dei Montana nascondano a volte una vena ironica quindi ho deciso di ignorarla.
Debuttanti non è solo un disco sincero, è un disco che nella sincerità infila parti ruvide e spigolose, per niente accomodanti, e per questo è un ottimo disco. Mentre scrivo è il Record Store Day e penso che un negoziante dovrebbe spingere album come questo, per promuovere l’immagine del record shop come posto in cui puoi comprare anche la musica nuova, indipendente, buona e veloce. Mi rendo conto che c’ho messo sette mesi a scrivere così poche righe ma tutto quello che volevo dire su Debuttanti l’ho detto, a parte che lo dovete ascoltare.

Un pensiero su “Montana / Debuttanti

  1. Pingback: Rifare tutto e rifarlo più ostile. Montana, un’anteprima del nuovo disco | neuroni

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