Tricky non ci sta più dentro. Un TPO (Bologna) abbastanza pieno aspettava (ieri sera) di vederlo rinato dopo le sue dichiarazioni secondo le quali False Idols, nuovo album in uscita il 27 maggio, sarà il disco della fenice in seguito a un periodo buio.
Il concerto inizia un pò sotto tono ma per almeno mezz’ora o forse più la baracca ha retto e Tricky, in una nuvola di fumo denso, ha tutto sotto controllo, se si esclude qualche problema di audio di cui però non è colpevole. Poi, il pogo sul palco, lo spartiacque tra il finito e l’infinito, l’inizio del limbo, la fine dell’autocontrollo, la luce dell’improvvisazione, una serie di movimenti bruschi che risultano letali: tutto il pubblico on stage a festeggiare e a farsi foto con Tricky, che dal canto suo non si è accorto di niente. Tutti in bolgia, a parte la cantante, Francesca Belmonte, che non ha molto piacere di avere tutta quella gente sul palco, e rimane in disparte, un pò tesa. Spezzabolgia, penso. Capirò il motivo solo subito dopo.
Infatti, arriva il tiro storto. Tricky inizia a fare il direttore d’orchestra con la mano pesante, indica il cielo con un dito, vede le cose, ferma all’improvviso Francesca Belmonte e poi la fa ripartire, tronca con un gesto il groove di un chitarrista spaurito, giovane e biondo, rimprovera la ventenne tastierista imbambolata e persa negli ordini del capoccia. Il batterista lo lascia tranquillo, solo cenni per partire, non per tagliare. I più cazziati rimangono il giovane chitarrista e Francesca Belmonte, che canta molto bene ma è sottoposta a un notevole stress, dal momento che Tricky inizia a farla cantare quando vuole lui, come una radiolina, e quando non vuole la sfancula. Si parla anche di un pezzo troncato, con gente tra il pubblico che si gira su se stessa e si chiede “Ma fanno davvero pezzi così?!”.
Il segreto di tutto sta nella bassista. Il trucco, l’idea del concerto era far suonare la bassista sempre, sempre lo stesso giro, in modo da dare allo spettacolo una base grossa e corposa. E questo è stato uno dei lati positivi del concerto. Altro lato positivo del concerto è che Tricky la bassista non l’ha mai cazziata, nemmeno con un segno. Al contrario del povero chitarrista, troncato con gesti da padre spazientito. Secondo me dopo il concerto gli ha fatto il culo.
Per quanto riguarda la scaletta, l’allegra combriccola ha fatto alcuni pezzi da Mixed Race (2010), e pure dal prossimo False Idols, come Nothing’s Changed.
Il direttore d’orchestra era sballato e dava segni improvvisi ai suoi musicisti, i quali li eseguivano. Li paga bene. All’inizio tutto ok, dopo la balotta sul palco niente da fare.
Io parlerei di un concorso di colpe. Tricky non dava segni di vita celebrale (ma si dimenava) e la banda era imbambolata e spaesata, privata com’era di una guida lucida. Peccato, perchè quando i cenni del capo andavano a segno, tutto fantastico. E ci sono stati attimi indimenticabili. Alcune volte andava bene, alcune volte andava male. La maggior parte delle volte è andata male. Lo sconforto nello sguardo del chitarrista era palese, evidente quanto spiacevole la sottomissione della Belmonte.
Tricky davvero Nearly God, a 17 anni di distanza. Lucido per poco, poi in paradiso. Ha perso anche molto tempo, ad accendersi le canne, ha ritardato gli attacchi, stroncato i ritmi all’improvviso. Non ha retto molti pezzi, se facciamo un conto totale. Onore alla band, però: sempre pronta a ripartire, sempre sul pezzo. In particolare il chitarrista, sempre entusiasta: fino alla fine non ha mai smesso di ballare, con quel movimento sinuoso del bicipite. Dello stesso livello l’impegno della Belmonte, che alcune volte ha approfittato per guadagnare il centro del palco, quando Tricky decideva che non voleva più cantare nel proprio microfono ma nel suo, o si eclissava sedendosi di fianco alla cassa della batteria.
La tastierista era un vampiro.
La bassista aveva registrato nel cervello un tot giri di basso e riproduceva. Molto bene.
Il batterista non ha tolto gli occhi da Tricky per un attimo, timorato del padrone e timoroso di perdersi un suo cenno. Un atteggiamento che ha pagato. Come batterista era un pò legnoso, così come il povero chitarrista, ma la devozione è ammirevole.
Francesca, resisti.
Ecco perchè costava solo 15 euro il bilglietto. Nel 2001 al Vidia di Cesena (tour di Blowback) lo pagammo 40.000 lire, un sacco di soldi ma ne valse la pena. Se Tricky continua a fumare e se andiamo a rivederlo tra 12 anni, il biglietto dovrebbe costare 10 euro. E se Grillo riesce nella barbara impresa di farci tornare alla lira, 20.000 lire. Mi sembra un prezzo entusiasmante.
Passano 5 anni e a quanto pare il risulatato non cambia, io scrissi questo sul live @ Vox Club (ovvero le stesse identiche sensazioni)
http://frequenzeindipendenti.blogspot.it/2008/10/tricky-live-vox-club-23-ottobre-2008.html
e confermo che al Vidia di Cesena fece tremare i muri nopnostante mi minacciò di persona prima che io iniziassi il dj set
… a questo punto son felice di non esser andato a Bologna
Non sapevo che ti avesse minacciato. Per quanto mi riguarda, il discorso Tricky live e’ chiuso almeno per un po’. Ho comunque grandi aspettative per il nuovo album…