Un Dark Shadows di fine agosto

Allo stesso modo in cui un entusiasta ragazzetto va al cinema al venerdi sera, così ci sono andato io ieri. Ero molto contento infatti, perchè avevo la possibilità di vedere quella che è stata la resurrezione di The Dark Shadows di Tim Burton nelle sale cinematografiche d’Italia, o almeno di Savignano sul Rubicone: uscito in maggio, è tornato, me l’ero perso, potevo recuperarlo, godendomelo. Urrà.
In sala non c’era nessuno, eccetto, vicinissimo a me, una ragazzetta che rendeva luce strobo il buio della sala cinematografica, con il suo smartphone 50×40 cm sempre accesso. La prossima volta ci vado prima a vedere i film che escono a maggio, non a fine agosto. Per l’intero prologo del film (prima dei titoli di testa, una intro strepitosa, che riporta in quegli ambientini che solo Christopher Lee frequentava un tempo) non ha mai guardato davanti a sé. Così, dopo, durante il film, non riusciva a capire quello che vedeva.
Barnabas Collins (Johnny Depp) è un vampiro che negli anni ’70 ha quasi 200 anni. Riaffiora violentemente dalla bara in cui era stato cacciato contro la sua volontà. In quel di Liverpool, cerca sangue fresco invece di farsi gli spinelli. Troverà incomprensibilmente la donna di cui è innamorato da 200 anni, Josette. Il suo scopo è preciso, ha le idee chiare Barnabas, peccato che sulla sua strada incontri l’appariscente Angelique Bouchard, Eva Green che sfoggia la sua terza e ultima espressione disponibile (oltre alle due (…) che ci aveva fatto vedere fin’ora), quella da strega cattivissima, questa:

Dunque, Eva Green è una strega. Condannò Barnabas al vampirismo e all’immortalità, dopo aver ucciso la dolce Josette. Perchè? Perchè Barnabas si è concesso più volte alla prorompente Angelique. Si, ma solo prima di conoscere la smunta Josette, e Angelique questo non lo comprende.
Insomma i due si fanno la guerra, personalmente ed economicamente. Ci sono quelle volte in cui Tim Burton perde un pò il cuore, esattamente come Angelique a un certo punto del film (“Perchè??!” ha gridato in quel momento la ragazzina con lo smartphone) e quelle volte sono, per esempio, La fabbrica di cioccolato e The Dark ShadowsThe Dark Shadows manca di sostanza profonda: una messa in scena da paura, tutto senz’anima.

Ma, anche quando si verifica la spiacevole mancanza, Tim Burton riesce sempre a raggiungere quei momenti in cui l’ironia diventa una cosa sola con il gusto per il macabro, e sono momenti poderosi. In The Dark Shadows ce ne sono almeno due di un certo livello, perfetti nei tempi e nella scrittura (“Cos’ha detto??!” ha gridato in quegli attimi la ragazzina con lo smartphone, con lo stesso tono di prima).
Sul Barnabas di Johnny Depp si può dire che è come il Conte Dracula (Udo Kier) in Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!! di Paul Morrissey, limitatamente alla fotta: Barnabas viene soddisfatto, vergini o non vergini. A Udo Kier gliele frega tutte un certo Mario, a Johnny Depp non interessano.

È un film di grandi comparse, attimi indimenticabili: a un tratto, appare Christopher Lee, e Alice Cooper si esibisce come ai tempi d’oro. È uguale a Tim Burton.
Ma è anche un film di attori veri. Michelle Pfeiffer interpreta Elizabeth Collins e chiude probabilmente la migliore prova della pellicola. Helena Bonham Carter, la psichiatra di famiglia, è seconda sul podio. Entrambe sono molto distanti da Eva Green che infatti, alla fine, si frantuma (“Ma cos’èèè??!”).

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