Nonnismo e Tacobellas

tacobellas total 90

Il nonnismo esiste e si manifesta in varie fasi della vita. Il nonnismo alle medie, il nonnismo alle superiori, all’università e in forma più intricata e subdola al lavoro. Il nonnismo all’ospizio! Si sono verificate anche alcune forme di nonnismo all’asilo. Poi c’è il nonnismo musicale. Quarantenni che sbeffeggiano i ventenni perché conoscono i Nirvana da un mese facendo volare frasi a effetto come “Beato te che devi ascoltare per la prima volta ancora un sacco di roba bella” come se l’universo musicale precluda qualsiasi piacere all’ormai imbolsito uomo maturo che ha alle spalle decine, centinaia, ma cosa dico centinaia, migliaia di ore d’ascolto. Oppure un’altra frase è “Io c’ero…”, il che (tra le righe) significa cosa ne vuoi capire tu, bamboccio.

Ma noi quarantenni siamo meglio di così. Dobbiamo cercare di goderci i frutti che stanno dando adesso gli anni ’90 perché non hanno ancora fatto la fine degli anni ’70, ma non tarderanno tanto, e tra poco i giovani considereranno quella musica come roba da vecchi, senza nessuna possibilità di redenzione. Non sono così disperato da cercare solo tra la musica del revival anni ’90 per essere felice eh, ascolto anche altro. È fico però che in Italia, e in America – ve lo può dire anche il nostro inviato dal New Jersey – i gruppi di giovani che s’ispirano al decennio più amato dai quarantenni spuntino come i funghi, da qualche anno. Per cui possiamo immaginare di essere dentro a una foresta di gruppi di questo tipo. Può essere un incubo, ma può essere anche bello, perché ci sono anche delle sorprese. In Italia abbiamo un sacco di ottimi gruppi che ricordano, suonando generi diversi, gli anni ’90: i Big Cream, i Dags, i Marrano, eccetera. Più recentemente poi sono spuntate fuori le Tacobellas, che in effetti mi hanno fatto una sorpresa.

Il loro disco si chiama Total 90, tanto per essere chiare subito. Le Tacobellas sono nate negli anni ’90. Non so come dev’essere passare da sentire per caso una musica mentre sei un piccolo bitorzolo in fasce, poi ri-iniziare a sentirla più avanti e alla fine addirittura suonarla. Arrivi a una certa, sei abbastanza grande da poter scegliere che musica ascoltare, e ti ritrovi con la fotta proprio con quella musica lì, quella che usciva quando eri una palla di grasso di 30 centimetri. Il momento in cui te ne rendi conto che sensazione ti dà? Non è una domanda retorica. Io non mi ricordo cos’ho pensato quando ho saputo che Road To Ruin dei Ramones era uscito nel nel ’78. “L’anno in cui sono nato!”, ho pensato, di sicuro. Ma poi? Solo quello? O ho formulato anche un pensiero più profondo (addirittura)? I miei ascoltavano Gigliola Cinquetti, ma quando ho scoperto quella cosa, ho provato gioia, dispiacere per non essere nato prima, un vortice di deja vu, fotte sega e me la sono goduta?

Non mi ricordo. Di sicuro però mi ricordo di quando avevo vent’anni e i più grandi venivano lì a fare i maestri perché loro, i Ramones, li avevano inventati. Io provavo un odio ambiguo, li invidiavo ma allo stesso tempo li compativo, e li prendevo in giro. Dopo la loro Lectio Magistralis, ce ne andavamo via, e in macchina pompavamo qualcuna delle loro canzoni, così, per farli arrabbiare. Quando eravamo usciti dal loro raggio visivo, ci spaccavamo di imitazioni. Se i vent’enni di adesso fanno la stessa cosa, fanno bene.

Se certe incredibili canzoni che amiamo alla follia finiscono nel cervello di un giovane, potenzialmente può venir fuori qualsiasi cosa ed è per questo che il nonnismo musicale andrebbe bandito, perché tasa gli occhi dalle sorprese. Per esempio, sulla copertina di Total 90 (ASCOLTA) ci sono delle pillole e una videocassetta, che non sono le solite cose che si scelgono per rappresentare il decennio. E il disco fa scelte particolari, non scontate. Non è una cosa bellissima?

Le Tacobellas si giocano subito la carta Man Or Astro-Man. Di questi tempi quando si dice ’90 ci si aspetta un gruppo indie rock ispirato ai suoni dei Sebadoh o giù di lì. Invece la prima canzone di Total 90 va in un’altra direzione. E la seconda ricorda Jon Spencer, e la quinta è noise alla Amphetamine (circa). E così via. Sebadoh, Sonic Youth, Dinosaur Jr: sono questi i nomi che vengono sempre tirati in ballo. Total 90 delle Tacobellas non ha (quasi) niente di tutto questo, i gruppi a cui fanno riferimento sono degli anni ’90 ma sono soprattutto altri. Questa secondo me è una cosa molto figa. Cioè, sono riuscite a tirare fuori robe che di solito vengono citate meno. E che non mi aspettavo, visto ascoltando i demo che avevano tirato fuori l’anno scorso. Quando ho letto “Total 90” mi aspettavo altro. E sono contentissimo che non sia quello che mi aspettavo. Non so, mi pare che sia un disco molto più rock’n’roll. E poi le Tacobellas hanno una loro personalità. Oltre a suonare in due come matte, fanno anche da backing band di Setti, il cantautore, non si fissano solo sulle distorsionacce da bestie e chissà cosa faranno in futuro. Io la trovo una cosa bellissima.

Dai primi demo sono cambiate, sono meno pese ma hanno guadagnato in melodia e in, eemh, come si dice, dinamicità. In generale si può dire, credo, che le canzoni sono le stesse, ma solo perché hanno gli stessi titoli. Nonni, sono una sorpresa anche per voi, ascoltatele. Io le avevo zigate subito: Finalmente un articolo sulle Tacobellas

Finalmente un articolo sulle Tacobellas

tacobellas

Le Tacobellas sono comparse su Facebook il 14 gennaio con un post che diceva più o meno: ciao, noi siamo le Tacobellas, Greta e Valentina, su bandcamp puoi ascoltare la nostra musica, vedrai che nei prossimi giorni caricheremo altre tracce. L’hanno fatto, arrivando a sette canzoni, che mi sembra un buon numero per farsi un’opinione.

Praticamente, loro fanno le prove e quello che viene fuori lo mettono istantaneamente su bandcamp, ogni tot, a intervalli di tempo assolutamente variabili. Già mi sembrano molto interessanti per questo, cioè per l’idea di non fare uscire un album e neanche un ep ma di mettere on-line una canzone alla volta, come se fosse una collezione di figurine che vado a comprare in edicola. E piano piano riempio l’album, che viene composto, si compone e compare col tempo. La cosa ancora più bella è che il loro suono (Total 90 ma anche Cut) ricorda una delle migliori canzoni dei Nirvana, cover degli Shocking Blue, pubblicata nel primo singolo dei Nirvana del 1988, poi finita su Bleach: la canzone è Love Buzz. Dentro c’è tutto il suono del loro primissimo periodo, nei video live che si trovano sul tubo ma soprattutto su questo si sente bene. Il basso e la chitarra hanno lo stesso riff ed è così accattivante da ricordare i flauti che fanno ballare i cobra. La versione originale degli Shocking Blue è ugualmente seducente ma non così piena di distorsioni come quella dei Nirvana, che l’hanno trasformata in una canzone noise pop. Il noise pop è, penso di poter dire, anche il genere delle Tacobellas, senza il basso. È vero però che non si possono ridurre solo a quello, perché c’è anche Experimental 1 (vocal loop) che va in un’altra direzione. Per fare un altro esempio, una delle prime canzoni che hanno pubblicato (Hell Girls) all’inizio ha un suono dark wave. E insomma, di pedali su cui spaciugare – a quanto pare da una foto su Facebook – ne hanno, di canzoni ne hanno tirate fuori sette in poco più di un mese, sicuramente le idee non mancano visto che non sono mai ripetitive, io le seguo perché mi piace questo modo di farmi collezionare le canzoni e mi volevo raccomandare: seguitele anche voi, Tacobellas è la prima serie TV su bandcamp, che rilascia gli episodi quando li registrano, e ogni volta c’è una canzone nuova da ascoltare, sai più o meno il genere, se ti piace è ok, ma non è che puoi essere sicuro al 100% che sarà sempre così.

Poi, fanno tutto loro. In ogni canzone c’è scritto lo-fi version per cui presumo che registrino con un quattro tracce (ma non capisco niente di queste cose). Lo-fi non va tanto di moda adesso: è una scelta di carattere. E non c’è una canzone che perda di ritmo o nessun suono che perda di botta. Quindi loro entrano in sala prove, suonano, tirano fuori qualcosa di buono, ci insistono un po’ sopra, aggiustano per i fatti loro tutte le cose che sono da aggiustare, registrano, magari qualcosa se la tengono per la volta dopo e pubblicano su bandcamp. Saltano tutti i passaggi intermedi e non vuol dire che si prendono poco sul serio o che sono due cazzone, ma che sanno fare le cose come si deve, perché il risultato è figo, invidiabile. Aggiungo: che le Tacobellas sono 2/3 dei Lomax. Se vi piacciono i Lomax, non c’entrano niente.