J Mascis, Tied To A Star

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Da un mese inizio, cancello e ricomincio la recensione del nuovo disco di J Mascis, Tied To A Star. Che sia così difficile? J Mascis è il mio totem della certezza. La trovo nella sua chitarra, quella dei Dinosaur Jr, sempre uguale e chiusa in se stessa, la materia grezza: c’è lei, è l’inizio, prima di ascoltare altro spesso riparto da lì, è come un loop che definisce le caratteristiche di una melodia che mi piace sempre, altalenante, distorta, aggressiva ma anche sorniona, che non cerco in altri e che suona come mia.
Quando è uscito Several Shades of Why a molti anni di distanza da – ma comunque episodio solista successivo di – J & Friends Sing & Chant For Amma, tra i due dischi c’era una differenza così grande da saltarti subito nella faccia. Erano la follia totale e la tranquillità. Anche Martin + Me era stato un’altra cosa, inquieta esperienza di poco precedente alla momentanea chiusura del discorso Dinosaur jr. Several Shades of Why è un album più pacificato, quella pace sua però, che ti dà serenità ma allo stesso tempo scava così tanto in fondo alla serenità da animare altre tensioni, e il risultato è la sovrapposizione delle due cose, una scrittura più ferma, meno inquieta ma che rivela sempre uno strato di disallineamento che a tratti ti arriva nello stomaco come un cazzotto col tirapugni. Da questo punto di vista, Circle (stesso anno di Several) è un piccolo ep con una grande prima canzone. Tre anni dopo è arrivato Tied To A Star, che prosegue sulla strada iniziata con Several, anche se con un impatto inferiore. Che sia stata la lunga coda della pace contrattuale coi Dinosaur Jr – il cui esito è rappresentato da due dischi incredibilmente soddisfacenti come Beyond e Farm, prima del meno esaltante I Bet On Sky – a dargli l’ispirazione per un altro album di questo tipo, forse si. E io ho pensato che, sia che prenda una direzione sia che prenda l’altra, la chitarra nei dischi solisti di J Mascis è sempre la chitarra di J Mascis, che tiene il tempo e poi ti svuota la testa nelle sue fughe per terminare con un ritorno al giro di partenza o anche con un misero e immenso volo nel vuoto. Tied To A Star è già un secondo episodio ed è già diventato un altro totem della mia sicurezza, offerto dalle stesse mani, con sfumature differenti. È uscito in estate, metà agosto, non è proprio fine stagione ma è il momento in cui inizi a realizzare che l’estate si avvia alla fine. Inizia con Me Again, un giro di chitarra e una vocina che mi dicono ma quale estate, è già autunno. Every Morning è il pezzo migliore dell’album. Poi inizia una serie di canzoni che tiene alto il livello, fino a And Then (il terzo pezzo sul podio) e proprio prima di Drifter, che è il salto nel vuoto, lo stacchetto strumentale. Dopo e con Drifter il livello scende. Prima c’era Heal The Star, che mi ha aperto il cervello un po’ come aveva fatto I Don’t Think, e c’era anche Wide Awake. Dentro a Wide Awake c’è Cat Power, della quale penso che sia una cosa bellissima ma allo stesso tempo ho paura del suo sguardo e della sua voce, sempre a farmi credere che stia per succedere qualcosa di terribile. Però bello questo featuring, il mio pezzo preferito numero 2.
In fondo, nessuna novità, io son sempre qui ad ascoltarlo J Mascis, lui è sempre lì, che spirulla sulle corde, anche da solo, sempre a scrivere canzoni bellissime. Un flusso così continuo che, a sentire Tied To A Star, Several Shades Of Why mi sembra scritto e pubblicato ieri.
Verrà il giorno in cui la certezza si trasformerà in ansia, l’ansia sarà segno di insoddisfazione, se non cambierà lui non cambierò neanch’io e accantonerò tutti i dischi di J Mascis, forse, e verrà anche il giorno in cui lo vedrò suonare al Sidro di Savignano sul Rubicone, ho questa fissa. Ma niente di tutto questo è ancora successo.

Non è che io abbia granché di nuovo da dire, però Lou Barlow fa un tour in Australia

Non è che poi io abbia granché di nuovo da dire in questo momento, e non posso purtroppo nemmeno sbrodolarmi addosso come fanno altri blog grazie alle mille mila visite al giorno che hanno, perchè io non le ho. Però scrivo cose interessanti, su questo non si discute, lo dice anche Lui.
Così è successo che, qualche giorno fa, già lontanissimo nel tempo per il webbb, Lui mi ha detto che Lou (Barlow, Dino&Sebadoh bass man, il Folk Implosion, Lou insomma) in aprile sarà in tour in Australia. La cosa più interessante è che sarà da solo con il suo chitarrino, un pò come fanno tanti altri, tra i quali il suo “amico” e nostro eroe J. Mascis, e il nostro amico triste Geoff Farina, ex Karate, gran gruppo con tripla cartola. L’ultima volta che ho visto Geoff è stato a Savignano. Il concerto solo mi è piaciuto. Mi ha solo messo un pò di tristezza. Geoff mi ha anche sgridato perchè gli dava fastidio il flash del mio cellulare che lo riprendeva, ma questo non è bastato a elettrizzarmi. Alla fine sono uscito dal locale contento, perchè è davvero un grande song-writer, ma sono stato un pò condizionato dal pessimismo cosmico di quell’uomo, no-smile.


(alla fine del video è poco prima che mi sgridi)

A proposito di J. Mascis, e del suo ultimo album solo Several Shades of Why, gran titolo per un gran disco, proprio la sera del concerto di Geoff (fine novembre 2011), un mio amico mi ha cazziato perchè non l’avevo ancora ascoltato. Aveva ragione da vendere, ero in ritardo (imperdonabile) e il disco è diverso, molto arpeggiato e acustico, con testi davvero ben scritti. Poetici.

Tornando a quello che Lui mi ha detto di Lou, ecco le date del tour in Australia:
14/04/2012 a Brisbane, Old Museum
16/04 a Sidney, Annandale Hotel
17-18/4 a Melbourne, Northcote Social Club
21/4 ad Adelaide, Fowlers Live (ci vado sempre, il locale spacca: www.fowlerslive.com.au)
22/4 Rosemount Hotel

Quando in Italia, Lou? Al Velvet non potei venire ai tempi del tuo Emoh, ma la prossima volta, se torni, non perdo l’occasione. Almeno tu, non mi sgridare però.
Ora, nella speranza e nell’attesa che tu ti avvicini almeno di qualche kilometro rispetto all’Australia, ributto su il The Freed man, dei primissimi Sebadoh. Grande capolavoro lo-fi, low-budget, indie pre vortice chitarristico distorto. Parlo un pò come i blogger più famosi?
Ciao.