Con tutte quelle sciocchezze di serie TV che ci propinano, gli americani hanno deciso anche che per i periodi di pausa chi le guarda deve stare male e che le membra dei nostri ragazzi devono contorcersi di impazienza.
Ce n’è per tutti i gusti, quindi tutti potenzialmente potrebbero soffrire. A me l’idea non piace, sono più della scuola di Beautiful, di quando la Fininvest (o la RAI?) ti investiva di episodi, sempre, sempre nuovi, senza pausa, di continuo, e a noi piaceva sempre.
Oggi certe idee non funzionano più. E l’attesa crea in parte la bellezza di questa o quella serie.
Chi vuole provare l’emozione dell’attesa di un rapporto sessuale romantico che non avverrà mai tra un nano e una lady, può seguire il Games of Thrones. Ma non è questa la tensione peggiore del Games of Thrones. La tensione peggiore del Games of Thrones è negli occhi di Tyrion Lanister, oltre che nella sua coda miracolosa. Attendiamo il futuro di Tyrion Lanister più di quanto attendiamo quello di Daenerys Targaryen: i loro destini si incroceranno con violenza e il fuoco dei draghi dovrà vedersela col fuoco del nano.
A chi piace la fiaba, non la fiaba e basta, ma tutte le fiabe del mondo, e le vuole sentire raccontate tutte insieme perchè di sentirle una alla volta si è già rotto le scatole da quando profumava di latte vomitato, può vedere Once Upon a Time: stagioni da 22 episodi da 45 minuti ciascuno e qui dopo un pò il concetto di attesa si ribalta e non vedi l’ora che finisca la serie, per sempre.
Abbandoniamo il concetto di attesa e vediamo quello di delusione, cosa che disturba non poco i ragazzi. Se a uno manca solo il miglior Twin Peaks, non tutto, perchè è deluso dalla chiara polpetta di Lynch e perché ha sempre pensato che in fondo 21 episodi su 30 fossero una cagata inconfessabile, allora c’è The Killing: c’è l’omicidio morboso, i poliziotti stupidi, i confini dell’impero, i festini con le minorenni che sono un evergreen anche alla Confederations Cup per quegli stronzi degli spagnoli. E c’è il poliziotto con il fiuto da lupo, tormentato da un simpatico rapporto difficile tra la famiglia e il lavoro (se fosse la realtà non sarebbe una cosa bella, quel povero bambino…), che si differenzia per due motivi dall’investigatore di Twin Peaks: primo perchè in The Killing è una donna (si chiama Sarah), secondo perchè Dale Cooper (per i nomi mi ha aiutato mio figlio) alla fine sembra posseduto e invece Sarah rimane lucidissima, sempre. Un plauso a Stephen Holder, ex narcotici, collega di Sarah, spalla di lei, sosia di Snoop Dog, anzi Snoop Lion. Fin’ora sono tre stagioni, da 12 o 13 episodi, 45 minuti ciacuno. Tutto più ragionevole. Però dopo un pò ti rompi er cazzo anche qui perchè menano il can per l’aia con questo omicidio.
Voglio solo ricordare che in Twin Peaks c’erano nani ovunque, e anche lì avevano un potere superiore.
E adesso il terzo concetto che mi preoccupa: il caso. Quei ragazzi guardano serie TV a caso e in quelle che guardano non si riconoscono i loro gusti. Prendono su tutto, senza filtro, perdono la loro personalità (ed è una cosa molto brutta), per poter dire agli altri che l’hanno vista prima di loro. E qui torna quindi la grande varietà, che in questo specifico caso non è per niente una cosa positiva.
Naturalmente possiamo sempre decidere di infilarci tra le cosce di qualcuna o tra i bicipiti di qualcuno nella casa dell’amore, il Seattle Grace Hospital di Grey’s Anatomy. La dottoressa Grey fa tanto l’intelligente ma è un pò sciocchina. La serie però mi piace molto, è quella che mi piace di più, anzi l’unica che mi piace davvero.
Se poi vogliamo farci un pò schifo come appartenenti al genere umano c’è Mad Men, che è la serie più cornuta e cazzuta di tutte. American Horror Story (i titoli in inglese li ha corretti mio figlio, dovrebbero essere scritti bene) però gareggia per la serie più bavosa: è più una cosa tipo diamogli in pasto qualsiasi cagata della tradizione horror americana (quanti film nelle notti horror d’estate con mio figlio…), più un pò di passera vecchia, giovane e di mezza età e vedrai come se la bevono.
Lost è finito e ce ne siamo liberati, era la sofferenza filosofica peggio congegnata della storia, con le puntate più noiose della decima di Twin Peaks.
Me li immagino i produttori quando hanno ideato il The Following. Hanno pensato prendiamo un attore belloccio che faccia un pò il pazzo assassino insegnante di letteratura, ci mettiamo la moglie figa di fianco e un poliziotto geniale. Erano meglio Le strade di San Francisco o al limite Kojak.
Greek e Vite parallele li metterei nella pentola insieme, perchè i giovani che buttan sù le confraternite e quelli che fanno ginnastica sono uguali: danno tutta la vita per lo sforzo.
Fringe è la storia di uno scienziato pazzo che ha scambiato il figlio con un extraterrestre. Però la bionda è molto bella, devo ammetterlo, anche se non è simpaticissima, perchè non si può avere tutto, il culo le tette e anche la simpatia.
Poi c’è la semantica della spina dorsale di Falling Skies, che non ho mai compreso e non ho intenzione di comprendere.
Io non ho mai capito perchè la gente prova tanta attrazione per i film con i morti che camminano. Non ha senso, tanto più che sono quasi sempre cattivi e non si possono quasi mai addomesticare. The Walking Dead è l’ennesimo film con gli uomini morti in decomposizione e non c’è nessun divertimento a guardarlo. I fan stessi dicono che è pesante, anche i miei ragazzi (e soprattutto la moglie di mio figlio più grande) hanno visto solo la prima puntata della prima serie e poi hanno smesso.
True Blood è ineducativo. Il motivo è chiaro. Non possiamo pretendere che le persone che lo guardano crescano, o crescano i propri figli in futuro, con sani principi. Sono tutti rinvigoriti da quella Sookie che sculetta in modo meraviglioso, ma bisogna ammetterlo ha la faccia con il culo, senza nulla togliere al suo, di culo. Prima va con un vampiro, poi con un altro. Poi c’è lo sceriffo dei vampiri che sembra John Wayne senza sangue. E’ un pò rigido, non ha mai trovato se stesso in quella parte. Senza dimenticare che True Blood può essere considerata la serie più americana che c’è e questo potrebbe però rappresentare una caratteristica positiva, perchè tutti vorrebbero capitare nella profonda Americana e incontrare le streghe e i lupi mannari. Io stessa da ragazza sognavo di andare in America. Le streghe fanno sempre la parte delle bellissime donne irresistibili, ormai non è più attendibile come copione. Succede anche in Games of Thrones, dove la strega rossa è di gran lunga la più bella della serie, e la più stronza. La Daenerys e la Cersei Lannister le fanno decisamente un baffo, la prima come stronzaggine, la seconda come bellezza.
Vampire Diaries è la storia di una ragazzina che non sa se rimanere umana o diventare vampiro e nel frattempo si sbatte due fratelli vampiri, uno biondo e di buoni propositi, che ha 245 anni, l’altro moro e cattivo come la puzza, un pò più giovane, di 200 anni. Però bello. Lei (Elena) è un’attrice talmente brava che hanno deciso di farle fare due parti: la signora vampira e la ragazzina dolce in cerca di coda di vampiro.
Senza dimenticare che il 30 inizia l’ultima serie di Dexter. In galera li dovrebbero mettere quelli che l’hanno inventato.
Tutte queste cose le sò perchè ogni tanto le guardo con mio figlio più piccolo, che è ancora in casa con me. Ce ne sono tante altre di serie ma io mi sono stancata di scrivere, non sono abituata.
Quindi ciao a tutti, Maria Giovanna