Qualche anno fa Phil Elverum ha fatto uno squillo a Julie Doiron e Fred Squire, c’ha fatto due chiacchere e alla fine insieme hanno pubblicato Lost Wisdom, il secondo album di Mount Eerie. Era il 2008, ai tempi Elverum era un fan terminale della Doiron: lei suonava negli Eric’s Trip, che sono praticamente il motivo per cui Elverum ha inventato i Microphones a sentir lui. Folgorazione vera. Pochi mesi fa, Elverum le ha rifatto un squillo, hanno fatto due chiacchere e alla fine è uscito Lost Wisdom pt. 2, l’ultimo album di Mount Eerie. Senza Squire. Mi dispiace Fred, ma è un’amicizia speciale.
Niente battute. I temi di pt. 2 sono quelli di A Crow Looked At Me e Now Only: la morte della prima moglie di Phil Elverum e il suo recente divorzio da Michelle Williams. Quindi niente facili umorismi. Amore e morte. Le ha scritte tutte Elverum, le canzoni, la Doiron le interpreta “solo”. La parte iniziale del processo creativo, la base di tutto, è di Phil Elverum. Che però aveva bisogno di Julie Doiron per dare concretezza a otto canzoni che tornassero su quegli stessi argomenti ma in modo diverso.
Quando nel disco la senti per la prima volta cantare da sola (“Belief”), l’impatto è come se vedessi Billie Eilish camminare sotto casa tua. Totalmente inaspettato. Ma quando Elverum e la Doiron cantano insieme è come se avessero cantato insieme sempre. Assolutamente straniante.
Entrambi non dovevano occupare troppo spazio ma allo stesso tempo dovevano: Elverum aveva bisogno di lei ma la vita sul piatto è la sua, l’aiuto di Julie Doiron era fondamentale ma non poteva essere invadente. E la cosa è riuscita benissimo. Lei è la mano ferma, lui è il fulcro del dolore.
A Crow Looked At Me e Now Only erano una richiesta d’aiuto buttata là, con la speranza che lo streaming, Spotify o i dischi distribuiti in giro per il mondo avesssero un cuore. Totalmente vana. “C’è nessuno? Ascoltate il mio dolore” diceva Elverum. Bellissimi, quei due dischi, ma chiusi, così chiusi che Phil ha detto basta. Questa volta ha chiesto a lei. E Lost Wisdom pt. 2 è il risultato di una richiesta d’aiuto esaudita. Non è poco.
In effetti la presenza di Fred sarebbe stata di troppo. Me lo immagino Elverum che fa un altro squillo anche a lui.
“Ciao Fred, tutto rego?”
“Oh ciao Phil, si tutto bene grazie, tu?”
“Tutto ok tutto ok. Eeeeehh, senti, ti ricordi Lost Wisdom, quel disco che abbia…”
“Si certo certo, quanti anni sono passati? Cinque, sei?”
“Undici.. undici”
“Ah, ammazza. Che bel lavoro avevamo fatto con Julie eh?”
“Ah si si, senti, a proposito di Julie, volevo fare una part 2 del disc..”
“Che figata, ci sono, hai già qualcosa? Mandamelo! Quando ci vediamo?”
“Eh si, però ti dicevo.. vorrei farlo solo con Julie. Quindi, perchè non ti levi dal cazzo?”
“Ma Phil!”
M’immagino anche la Dorion che si ritrova di fronte a Elverum per incidere la seconda parte di Lost Wisdom sapendo che rispetto al 2008 la sua vita è stata stravolta.
“Sei completamente fottuto, vediamo cosa si può fare”.
Elverum forse aveva già in mente la Doiron quando l’ha scritto. Lei ci mette dentro qualcosa in più e di fatto rompe la monotonia dei due dischi precedenti.
Le canzoni ti entrano dentro come un coltello nel burro. Per farlo, usano un trucco. “Belief” è la prima del disco. Ha almeno sei momenti in cui cresce, che scattano con il semplice intervento di una chitarra in più, di una voce, un passaggio da un arpeggio a un accordo, le spazzole della batteria, l’apertura improvvisa della chitarra elettrica. Tutto in una canzone. Ed è una cosa che si ripete in tutto il disco: basta l’ingresso di uno strumento in più per allargare il respiro della canzone. È quasi uno schema, lo schema per respirare di più. E per tagliare il burro, sempre, otto volte su otto.
È un disco di folk realistico. Il folk non è un sogno ma una strada da percorrere per prendere consapevolezza della merda di cui può essere fatta la vita, tentare di uscirne, incassando le botte che bisogna incassare ma sputando fuori il veleno. E poi rialzarsi, cercando i modi più percorribili per farlo. A Crow Looked At Me, Now Only e Lost Wisdom pt. 2 rappresentano questa strada. Un percorso di crescita.
“Belief pt. 2” (l’ultima canzone) finisce con questa frase: “There’s nothing else I can give / But love”. Amore, alla fine di tutto ancora amore, non morte. Non vi sembra di esservi liberati del senso di morte che assediava i due dischi precedenti?
Phil Elverum a proposito di Lost Wisdom pt. 2 ha detto questa cosa:
“Spero di aver scritto canzoni sull’intagibile stabilità che sta sotto a tutto questo casino che c’è in superficie, su un amore che non può morire, canzoni che vanno oltre al semplice dolore. Anche se ho analizzato un’altra volta le circostanze della mia vita, ho cercato di farlo in modo che valesse per tutti”.
La prospettiva di Elverum è cambiata. Si è allargata. E ha cercato di forzare anche la nostra, di prospettiva. Ha scritto pensando le canzoni in modo diverso. Per sé stesso, ha funzionato. Per noi, anche. Nel senso che per sentire del tutto tuo Lost Wisdom pt. 2 devi essere in quella situazione. È troppo ampio il gap tra chi c’è e chi non c’è. E questo, come gli altri due, è un disco universale per pochi.
Ma non è un disco fatto solo di parole. È fatto anche di melodie ridotte all’osso, incastrate dentro a una formula semplice. Incantevoli. Si, senti anche le parole, ma sono inglobate dentro a un blocco musicale così scarno e consapevole da risultare più eloquente di mille versi. Mi è rimasto questo, sembra dire Elverum, e vi dò questo. E così, questo disco diventa per tutti. Mago Phil.
“Quando sei felice, ti godi la musica. Ma quando sei triste, capisci le parole” dice Frank Ocean. Potrebbe essere vero. Ma non è vero per Mount Eerie, o per lo meno non lo è per Lost Wisdom pt. 2. Non puoi capire le parole e basta. C’è qualcos’altro nella musica che serve per completare il quadro. Allo stesso tempo, non ti puoi godere la musica e basta. C’è sempre qualcos’altro nei testi che serve per completare il quadro. E la ciliegina sulla torta è Julie Doiron.
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