A volte poi non è neanche necessario andare troppo lontano per scoprire cose belle, basta controllare le mail. Questa è arrivata dalla Concertini di Musica Brutta – Piccola organizzazione disorganizzata di promozione musicale (della tendenza, neanche poco diffusa, di accostare a quello che si fa, musica/foto/altro, all’aggettivo “brutto” per DIMOSTRARE che ci si prende poco sul serio, ottenendo il risultato contrario) che già si presenta secondo me molto male perché mi sta subito in culo che venga messo giù per esplicito che la musica è brutta e che l’organizzazione è disorganizzata, vuole giocare ironicamente non solo con le parole ma soprattutto col fatto che ti propone musica che secondo lei è bella ma la vuole far passare per ischerzo per brutta, ma in realtà loro la trovano bellissima. Che la trovino bellissima è un fatto positivissimo, sai quanti uffici stampa si sciacquerebbero i piedi sporchi con la musica che spammano e sentono il dolore che gli sale dallo stomaco alla gola quando ascoltano le cose devono promuovere. Quello è sbagliato.
A parte avere una copertina molto bella, Decorso Infausto dei Lago Vostok è un ep di sei pezzi che quando lo ascolto mi fa sentire imbriaco di giravolte e ne vorrei fare delle altre. Sappiamo ascoltandoli che a loro non interessa tanto formulare dei fraseggi regolari, né mantenere sempre la stessa regolarità nel livello di tensione che sviluppano: Crazy crazy man only wants to kill italians è l’ultima canzone e fa un po’ crollare il piacere della velocità con cui si è bruciato l’ascolto delle canzoni precedenti. Certi silenzi sono indispensabili però, e mi fanno pensare a un futuro mai nato, a un passato che è finito e alla vita come alla disperazione anche se disperata non è. Oggi come mai questa sezione di neurone è musica e massimi sistemi, è per dischi come questo che questa categoria si chiama così. Perché al giorno d’oggi, dove tutta l’informazione viaggia sulle cablature, per aspettare che Crazy crazy man only wants to kill italians faccia trascorrere i suoi sette minuti di silenzio per riprendere a suonare serve la stessa pazienza che serve quanto fai le patate al forno, è dura ma ne vale la pena, perché è la peggiore canzone del lotto ma chiude il discorso e poi ho voglia di ripartire dalla 1, quindi mi sto divertendo, a sentire tutti i giri, i colpi di testa e gli ingressi di chitarra, basso e batteria. Sento la malattia che mi corre lungo la schiena a seguire Amuse Bouche, che si attacca a L’altro dopo l’uno come una sequenza che non potrebbe essere più logica, disturbante nella sua parte finale con quella chitarra orrenda che piange. Non c’è una parola, è tutto strumentale ma serve a pensare a tante cose, come tante sono le di idee che ci sono qui dentro lagovostok.bandcamp.com/album/decorso-infausto. Anzi, qualche parola c’è, ma non c’entra con le canzoni, sono commenti o quelle cose da sala prove come “rifacciamo che ero fuori tempo”, e qualcos’altro, con una voce che per come suona impastata è nemica delle orecchie. Bellissimo il basso in moltissimi pezzi, potrebbe diventare la bassata dell’anno, e In pasto ai Saprofiti il pezzo Art dell’anno, concorrono Valerian Swing e Topsy The Great. Decorso Infausto dà voce alle curve impervie e a gomito dello stomaco e ai rumori, tutti, e nessuno di questi esce dal contesto tracciato, spesso violentissimo, e violenza qui è sinonimo di batteria, che suona così bene perché il batterista stringe a pugno chiuso le bacchette a tre quarti e mena.
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