Quando metti troppe cose una sopra all’altra, il rischio grosso è che il risultato sembri niente. La musica dentro a Lazaretto è solo uno di tanti strati dell’operazione Jack White, e neanche il più importante.
primo strato
Tutta quella storia del vinile, dell’amore estetico per l’LP ai fini hype, dell’edizione superspeciale di Lazaretto. A me sembra tutto inutile. Il motivo per cui compro vinile è perché è grande e suona meglio di altri supporti; un disco in vinile è bello per definizione ma per esserlo basta a se stesso. La passione di Jack White non è per la musica o per l’oggetto che suona, ma per gli orpelli di se stesso che ci attacca su: un lato di Lazaretto si legge al contrario, sotto le etichette ci sono pezzi nascosti da leggere a una velocità diversa, ologrammi che appaiono solo se guardi il disco con un certa inclinazione, solchi paralleli che si congiungono. Dai, vaffanculo, tutte stronzate. Se per caso compri il cd, devi morire. La musica diventa così punto di arrivo di un percorso mirabolante che serve per arrivarci, dove il punto di arrivo pesa molto meno rispetto al percorso (leggi al contrario, trova la canzone nascosta, lascia che i solchi si congiungano eee.. ecco la musica). La musica invece è la cosa che aspetti di fare tua quando hai in mano un vinile, non un tassello di un’edizione deluxe. Si ma Lazaretto è 180 grammi gne gne gne suona meglio gne gne. Il business del 180 grammi è una truffa, peso maggiore non è per forza sinonimo di suono migliore, dipende dalla miscela del vinile, fatta bene o fatta male.
secondo strato
Il colore blu. Associare un colore, o più colori, come per i White Stripes, a se stesso per rendersi riconoscibile subito. Così, prima della musica, mi ricordo il colore: a distanza di anni, la prima cosa che mi viene in mente se dico White Stripes sono loro due vestiti di bianco e rosso.
terzo strato
L’immagine dark ma non troppo, vampiresca ma non del tutto, con delle ombre, ma anche parti luminose e lucide, appesantisce il personaggio e ci allontana dal prestare attenzione alle canzoni che scrive. Emaciato e gotico, oltre che blu, Jack White potrebbe essere un vampiro di Vampire Diaries.
quarto strato
La Third Man Record, che produce vinili come si faceva una volta, perché era il sogno di bimbo di Jack White. Produce musica, ma prima che di musica si parla di lui, che ha realizzato il suo sogno, per questo è importante la Third Man Record.
quinto strato
Il record per la produzione più veloce del mondo di un disco in vinile. Ne avrete sentito parlare di sicuro.
Aggiungete altri strati, è facile che ne abbiate trovati.
sesto strato
Togli tutti gli strati, rimane poco: la musica, una piccola parte del tutto, di un sistema di vendita più grande. Jack White fa deppiù degli artisti mainstream, perché ha il loro stesso atteggiamento ma lo maschera dietro un’etichetta che di fatto è indipendente (più o meno una one man label) ma ha una grossa cosa in comune con i gruppi indie di adesso: spinge sempre molto sul bell’aspetto. I componenti dei gruppi indie per un motivo o per un altro sono sempre belli. Jack white ha costruito un’etichetta e un personaggio indipendenti per i quali il lato coolness, e cool è uguale a bello, è essenziale. Di fatto White dà più importanza a tutt’altro, tipo il colore dei pantaloni, ma si vende come grande amante di un certo tipo di musica, di produzione, bravo autore di canzoni (cose che è sicuramente), come uno che ci crede nella musica, che la fa per passione; tutto in un pacchetto commerciale unico. Per Lazaretto ha tirato su una grandissima baracca, che è la conseguenza di anni di semina – come un martello ha menato sul vinile, creando un’attenzione che ha fatto vendere più dischi ai negozianti (= lato positivo della storia) – e poi, passato tutto al setaccio, il disco è quello che è. Di sicuro, molto meno personale di Blunderbuss.
Tutti i generi musicali presenti in Lazaretto sono il settimo strato dentro al sesto e questo disco è la musica perfetta per questa operazione, per il personaggio e per il castello che ha costruito per creare interesse al di là della musica. Quando si parla dell’ultimo di Jack White si parla di tutte le cose che ci stanno attorno, del mondo White, e una delle cose di cui si parla è la musica del disco – anch’io non ho parlato di musica, finora. Lazaretto è un insieme di tante cose, Beatles, Rolling Stones, rap, blues, rock’n’roll, country ecc ecc ma niente che possa seriamente guadagnarsi un 7 o un 8 su una rivista specializzata se non arredato di tutto l’ambaradam. Lazaretto ancor più di Blinderbuss, che era un disco blues, è fatto di assoli, chitarre distorte e orecchiabili, organi, batterie che montano la carica costantemente, pseudo rap. Lazaretto è la collezione delle cose che fanno parte della cultura di Jack White, è un inno all’autore, non è il disco di un autore. Niente di che. Il personaggio può anche essere un gran figo nella sua fabbrica, ma in quella fabbrica la musica ha la stessa importanza di un taglio di capelli e di quello di una giacca.