La settimana scorsa mi sono piombati in testa una serie di ricordi e ho deciso di fare questa cosa che ho chiamato Neuroni alle scuole superiori. A un certo punto un’epifania, già avuta altre volte in riferimento a cose diverse: il 1992-93 è stato un biennio decisivo. Ero in seconda superiore, ho fatto i conti e questa informazione dovrebbe essere corretta. Poi due giorni fa ho assistito a un dialogo tra Tuono Pettinato e Francesco Farabegoli e l’ho collegato a questi ricordi, al modo che ho scelto per scriverli qui. A un certo punto Tuono ha detto che una delle cose belle del passato (se non sbaglio si riferiva a SUPERAMICI) era avere poco pubblico, quindi essere libero di fare quello che voleva. Naturalmente avere più pubblico vuol dire avere più fama, ma anche e forse sentirsi costretto ad ascoltare gli altri, oltre che te stesso. Io voglio avere un sacco di pubblico, e averne meno è deprimente, ma ti permette di essere libero di fare le cazzate che vuoi. Questo blog ha meno pubblico, quindi ecco che Tuono Pettinato mi ha dato un motivo in più per credere che alle scuole superiori fosse un’idea tollerabile, anche solo per il fatto che avevo una gran voglia di farla, senza pensare che non avrei scritto niente di nuovo rispetto al periodo in cui mi trovo, cioè nel bel mezzo del (finalmente) revival anni 90, che mi piace molto ma che mi ha spinto a non scrivere alle scuole superiori 1992 – 97, ma solo la prima parte, per evitare l’inflazionamento. Altro motivo valido per farlo era avere i ricordi fissati in qualche modo da qualche parte. Quindi va bene, ecco.
Il 24 novembre 1992 i Pavement e i Sonic Youth hanno suonato al Carisport di Cesena, i miei non mi mandarono ma mi spedirono, anche zitto, in piscina, il cui ingresso era di fronte all’ingresso del Carisport. Il 18 dicembre 1992, neanche un mese dopo, i Faith No More suonano, sempre lì, con le L7 di spalla. Devo aver preso mia mamma per sfinimento, perché mi ci mandò. Che significato abbia ricordare il primo concerto della mia vita è chiaro: è bello, è bello trovarne traccia su internet, è bello scoprire che il 29 giugno 1993 sono andato a vedere i Guns a Modena e che quindi ho definitivamente visto, prima di loro, L7 e Faith No More. Ascoltare Faith No More e Guns insieme ci poteva stare, ma nel breve periodo. Proprio come Diego, non ho mai più ascoltato i Gunners dopo il 29 giugno 1993 perché avevo scoperto che c’era altro e la passione totalizzante per Axl Rose svanì. Posso quindi dire che il mio primo concerto in assoluto è stato quello delle L7, quando bisognava vedere le L7, poi a ruota di qualche minuto i Faith No More.
Mio fratello in camera aveva un poster che mi piaceva molto, dei 108, e i 108 mi piacevano così tanto che quando sia io che lui (è più grande di me di 3 anni) ci siamo laureati con 108 ho pensato che fosse destino. Bello il 1992. Nel 92 dei 108 è uscito Holy Name, nel 93 Songs of Separation. Nel 92 è uscito anche Quest For Certainty degli Shelter. Cavolo che biennio il 92-93. Non ricordo bene la sensazione, però nello stesso periodo sono arrivati anche i Nirvana, e quindi credo di essermi ritrovato in mezzo a una specie di confusione costruttiva, dovuta al fatto che tutta quella musica era così diversa e così spaventosa e potente. Non riesco a ricordare l’istante preciso in cui sono passato dal correre a casa per mettere su Use Your Illusion uno o due dopo l’esame di terza media al pensare che i Faith No More fossero la miglior live band del mondo.
Mi arrivava tutto da mio fratello, al quale arrivava roba da amici ancora più grandi di lui, i quali compravano cose da Righi Music. Da qualcuno di questi amici mi deve essere arrivato anche il biglietto del concerto del 18 dicembre 1992, di cui ricordo qualcosa, Midlife Crisis, un Carisport con poca gente e un palco visto dall’alto degli spalti, perché ero andato in mezzo al pogo, avevo provato a registrare col walkman in tasca, era venuta una successione di TUMTUM TUMTUTUM TUTUM, mi ero spaventato e me ne ero andato sui gradoni. Il batterista dei Faith No More suonava coi tom paralleli alla pedana e Mike Patton era uno sbruffone. La paura del pogo mi rimase addosso per un po’, più o meno fino a quando non mi addormentai nel mio letto, e il giorno dopo a scuola ero tutto carico.
Le L7 erano il mio primo concerto punk, il giro di chitarra di Pretend We’re Dead diventò il mio tormento, lo è tuttora, e io ero follemente innamorato di Jennifer Finch.