Se nei giorni scorsi siete capitati su deejay.it non avrete potuto fare a meno di notare lo spot ENORME della BOSE, che (si, si) dalla seconda visita entro 24 ore scompariva, ma squalificava del tutto i contenuti. Va bene la pubblicità, ma io sono scappato dopo 3 secondi. I contenuti deejay.it non ce li ha, non è un sito di musica ma con della musica, quindi lo spot della BOSE è coerente con il progetto editoriale (come coerente è che al Macchianera abbiamo incluso anche deejay nella categoria miglior sito musicale, generica). In home page fammi vedere un cazzo di titolo però, anche su Giuliano Sangiorgi che canta con Bono Vox, ma un cazzo di titolo. Un articolo vero, dov’è? Quelli di deejay ci ritengono così idioti che troppe righe non le scrivono mai e certi articoli li pubblicano solo in formato audio. Poi, si, ci sono i blogger, però li trovo un po’ troppo autoreferenziali, non parlano di musica ma più che altro di se stessi.
Regola n.1: il miglior sito musicale deve contenere articoli belli.
Non mi piacciono i pezzi che alternano poche righe di testo a molte foto e/o video, e con un sacco di link. Non m’importa che questa sia la tendenza, il testo conta. Abbiamo passato un sacco di tempo a rincorrere le caratteristiche del “mezzo internet” e a ubriacarci di quanto sono belli i link, i video e le foto e lo streaming audio. Alla base di tutto c’è la fotta di ricevere visite e tenersele strette, e l’idea che “la gente non sta lì a perdere tempo a leggere su internet, quello è un concetto superato, che valeva per la carta”. Le conseguenze sono ancora visibili. Ma i siti migliori di oggi sono quelli che subito o a un certo punto si sono resi conto che il contenuto dei testi è importante e che i video, le foto e i collegamenti sono solo alcune delle cose che si possono offrire. Tra questi siti non c’è MTV.it, che ha un po’ lo stesso problema di deejay, ma ancora più accentuato. Fateci leggere bene, leggere bene è bello. Su MTV.it, dove non ci sono solo video, gli articoli sono di venti righe a sudare. Non è un sito di critica, certo, però bisognerebbe abituare la gente a capire che la musica non è solo immagine, ma anche pensiero e arte, anche quella pop, che MTV.it sminuisce presentandola solo come prodotto da vendere; il discorso per deejay non è troppo diverso, anche se deejay.it più che un’idea di sito musicale porta avanti il culto della persona, anzi delle persone.
Ma internet è abbastanza maturo da darci anche articoli ben fatti oltre che immagini. Chi ha votato al Macchianera 2013 l’ha capito (in parte) e deejay e MTV.it sono sul podio ma nessuno dei due è al primo posto.
Regola n.2: il miglior sito musicale deve contenere articoli belli.
Risultati del Blogfest Macchianera 2013, categoria miglior sito musicale
bastonate.wordpress.it 7782
deejay.it 7775
MTV.it 7360
rollingstonemagazine.it 4730
ondarock.it 2516
rockol.it 2406
ilmucchio.it 1601
soundsblog 1570
radionation.it 520
poptopoi.com 448
Voti totali: 36708
La cosa musicale più importante del 2013 in Italia è la vittoria di bastonate al Macchianera. Che poi è la vittoria del contenuto molto consapevole sul video e sulla foto, sull’immagine: c’è qualcuno (7782 persone) cui piace leggere bene su internet.
22917 voti su 36708 sono andati a bastonate, deejay e MTV, ergo più del 60% dei votanti è diviso in sole due parti: quelli che soprattutto leggono e quelli che soprattutto guardano. Il dato positivo sta nel fatto che, assodato che bastonate nutre un pubblico diverso rispetto a quello di deejay e MTV, il suo pubblico quest’anno è stato più forte; magari qualcuno dell’altro pubblico ha incominciato a seguire bastonate e gli è piaciuto, gli è piaciuto leggere e scoprire che di musica si può anche parlare e scrivere, che chi scrive ha una storia di ascolti, che i musicisti hanno una storia, che anche la musica ce l’ha e per capirla (un po’) sono necessari (se vuoi) una riflessione, un approfondimento, una ricerca. Aggiungo che bastonate il pubblico se l’è creato con gli anni e che è bello vedere che questo pubblico si è mosso e ha votato per fare vincere prima di tutto il sito ma anche la sua idea di critica musicale, perché di questo si tratta.
Escludo dal discorso gli audio di conversazione che pubblica deejay: ascoltandoli si possono fare senza problemi altre cose. Ascoltare bene una canzone richiede (più o meno) concentrazione, vedere un video anche, così come seguire un discorso scritto. Approfondire richiede curiosità. Video, canzone e articolo possono stuzzicarla. L’articolo può avere qualcosa in più: non solo può stuzzicarla, ma può contenere già in sé gli input esplosi che la nutrono, inseriti in un contesto più ampio. Il discorso potrebbe valere a favore di molti siti musicali, se molti siti di critica non si limitassero a fare il compitino. Bastonate ha vinto su deejay e MTV perché è un sito superiore già per la formula adottata (più testo, più riflessione) – e questo è già un buon risultato perché significa che molti hanno capito che internet serve anche a parlare e discutere di musica. Ma non ha vinto solo per questo, visto che ha superato di un bel po’ di voti ilmucchio, ondarock e altri che pure un po’ di contenuti li hanno: è con il contenuto degli articoli che bastonate ha fatto mangiare la polvere ai concorrenti. Molti (credo) hanno apprezzato la differenza.
Volete sapere qual è l’articolo che secondo me ha fatto vincere bastonate? È questo. Trovatelo un articolo così su ilmucchio o soundblog, o anche su altri siti, tipo Neuroni. La vittoria di bastonate (di 7 voti, bello perchè ogni voto è sempre decisivo ma qui è stato più decisivo di altre volte) è il ribaltamento dello status quo. Che aveva vinto nel 2012? Rollingstonemagazine. Nel 2011 non c’era la categoria miglior sito musicale, per ritrovarla tocca saltare a qualche anno fa, al 2006 (vincitore inkiostro.splinder.com) e al 2004 (FFWD). Troppi anni sono passati per dire che bastonate ha ribaltato lo stato delle cose rispetto al 2004 o 2006, ma rispetto al 2012 si può dire. Il quarto posto 2013 di rollingstonemagazine.it è la prova del fatto che, vincitore a parte, anche tra i siti musicali “più scritti”, gli italiani preferiscono ancora quello che fa meno approfondimento e, certo, quello più sputtanato. La vittoria di bastonate è di rottura anche rispetto a questo.
Bastonate scrive in modo diverso. Gli articoli sono a volte così lunghi che li leggi a episodi, ma fino alla fine: usi il tuo tempo per tornarci e questo è il risultato di un modo di scrivere personale, che non trovi in altri siti, e di una fiducia di chi legge in chi scrive. I pezzi hanno sempre un’idea forte di fondo e pur partendo da quello non parlano solo di un disco, ma di musica. Esprimono capacità di analisi, la musica la contestualizzano e ne tirano fuori il significato in base al contesto e all’esperienza personale. Sono robusti. Sinceri, sempre, credo. E poi sono critici, a volte negativi, altre positivi. Sul web si fa fatica a trovare una recensione negativa valida. Criticare negativamente all’anima del cazzo è facile e non serve (bastonate non lo fa). Criticare negativamente per un motivo valido è una cosa giusta. Non lo si fa solo per un click, si fa perché piace scrivere la propria opinione e relativa motivazione. Se scrivi male di un disco che piace a tutti poi le visite e i commenti arrivano, si, ma lo scopo non è scrivere che un disco non ti piace, ma perché non ti piace. La prossima volta cerca di scrivere qualcosa di più intelligente tu nel tuo blog, e avrai più visite.
Poi. Bastonate usa poche metafore per dire le cose. Il ricorso alla metafora, diffuso in Italia sul cartaceo prima ancora che su internet, non aiuta mai DAVVERO a capire perché un disco è bello o brutto, all’inizio l’abbiamo accettato, poi ci siamo stancati, le riviste abbiamo smesso di comprarle (ma occhio al nuovo Rumore) e i siti internet sono diventati quasi tutti uguali, anche per colpa delle metafore. “Scalate con unghie e denti”, “discese a rotta di collo”, “divincolarsi all’interno di una barca che potrebbe far acqua da un momento all’altro”, “incagliati nella classica secca” sono esempi del linguaggio metaforico a cui mi riferisco: non si parla mai direttamente della musica, si ricorre a immagini che dovrebbero riprodurre la sensazione provata nell’ascoltarla. Paura di annoiare, voglia di stupire. D’accordo, però ora basta. L’assenza quasi totale di metafore (magari una gliel’hanno anche messa, ma adesso non me la ricordo) è esemplificativa di un linguaggio diretto, a volte volgare, sempre efficace, che rende chiara l’analisi. La vittoria di bastonate è anche la vittoria di un linguaggio preciso, appropriato e non comune.
Gli aggettivi. Gli aggettivi, usati troppo, o anche quelli che quando li leggi sembrano inventati, perdono la loro funzione primaria: non descrivono, ti mettono solo fuori strada rispetto all’ascolto. Mi pare che l’uso dell’aggettivo in bastonate sia molto oculato.
È un blog creativo, e trova spesso nuove rubriche estemporanee, non è noioso o poco credibile. Essere credibile significa non dare mai motivazioni che puzzano di superficialità; non essere noioso non significa scrivere cagate provocatorie, ma trovare nuovi tagli, ampliare il discorso, comunicare, non dare un giudizio sterile e apparentemente risultante dal “devo darlo, questo è quello che mi è venuto in mente, vabbé, non è il massimo, mmm però non è male, lo pubblico lo stesso”. Scrivere un punto di vista differente ma vero, motivato.
Poi chiudo. Con Bastonate ha vinto anche un’idea di blog, MI SI CONSENTA, indipendente dalle logiche commerciali e giornalistiche. Anche per questo è ancor più evidente la forza con cui propone, e molti altri si aggregano (io primo tra tutti). Molte cose che scrive sono vere in prospettiva, cioè lo diventano mentre riascolti quello di cui ha trattato. Opinion leader? Boh. Ma è questa adesione alla realtà che a noi manca. Per questo gli diciamo anche un po’ vaffanculo.
Nel mio 2013 questa cosa ha avuto un significato importante, magari nel vostro no. È un evento significativo perché fa riflettere e per tutti i motivi che ho scritto, oltre che per altri. Questo articolo non è solo su bastonate che ha vinto il Macchianera, ma sul perché l’ha vinto e su come la sua vittoria ci può aiutare a scrivere di musica o ad ascoltarla. Se lo volete capire benissimo, prosit; se non lo volete capire direte che sono un leccaculo. Benissimo lo stesso. E comunque poptopoi.com doveva arrivare secondo, per questo dico che il pubblico ha capito solo in parte che internet è abbastanza maturo da darci articoli ben fatti: perché non ha ancora capito che poptopoi lo fa già anche sulla musica pop.
splendido pezzo
grazie! 🙂
La più meritata delle vittorie, ma – si deve ammetterlo – fortunatissima. Perché se il pubblico di bastonate è cosa a parte, quello di deejay ed MTV è un tutt’uno, magari giusto un po’ appena più adulto per il primo, giacché sarebbe bastato che un pugno di voti travasasse anche solo per umore, affinché questo post su bastonate, degno di bastonate, potesse non venire scritto.
Giusto, anzi matematico. Anche se non sono così convinto che la differenza di età tra il pubblico di MTV e quello di deejay sia così poco rilevante.
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