Quando ho visto per la prima volta Shaun of the Dead (L’alba dei morti dementi) di Edgar Wright, con Simon Pegg e Nick Frost, l’ho trovato molto divertente, più precisamente mi sono spaccato dalle risate. Era molto strano ridere vedendo un film con gli zombie. Di solito a guardare i film degli zombie si doveva stare tutti in silenzio perchè solo il fatto che tu li guardassi implicava che ti piacessero e che quindi in qualche modo venerassi quel mondo. Il che poi, voglio dire, al sessantesimo film di zombie può anche romperti i coglioni. In uno (da La notte dei morti viventi) c’è lo zombie lento, in un altro c’è lo zombie che corre, nell’altro c’è lo zombie che cammina normale, nell’altro ancora lo zombie che cammina a doppia velocità, lo zombie nazista, lo zombie robocop, la sciura zombie e lo zombie benzinaio. Poi, lo zombie che pensa e si organizza, in La terra dei morti viventi (2005) di Romero. Romero ha inventato un grande genere, ma poi gli hanno spremuto un pò troppo le palle.
Shaun of the Dead (un 2004) ha esplicitato il bisogno di ridere e non è che si ride perchè il film è ridicolo, si ride perchè gli autori hanno deciso che devi ridere degli zombie e non atrofizzarti il cervello solo perchè sono zombie. Di fronte a uno zombie-movie ci si abbassava al livello degli zombie: imbambolati, con il cervello legato, si diceva che bello ci sono gli zombie. E non ci si rendeva conto che eravamo prigionieri di un’idea, la zombiedea, fichissima all’inizio, evoluta e impoverita alla fine.
Per fortuna che c’è Edgar Wright, paladino dell’umanità viva. A un certo punto, nel suo film, decide che i suoi protagonisti sono costretti a fingersi zombie per attraversare una mandria di morti viventi e salvarsi. Lo fanno e si rifugiano al pub, il Winchester. È la scena madre del film (la scelta della scena madre è decisamente soggettiva), con la quale Edgar Wright ci fa intendere che possiamo liberarci quando vogliamo degli zombie, possiamo anche menarli per il naso. E vaffanculo agli imbambolamenti. E Romero fu così contento dopo aver visto Shaun of the Dead che chiese a Simon Pegg ed Edgar Wright di partecipare alle riprese di La terra dei morti viventi. Loro accettarono naturalmente, perchè il loro Shaun of the Dead non avrebbe potuto esistere senza Romero, e recitarono la parte di due zombie, intelligenti.
Hot Fuzz (2007) è il secondo film della The Three Flavours Cornetto Trilogy, che per comodità chiamerò Trilogia del Cornetto o Cornetto Trilogy), è sempre di Edgar Wright e ci sono sempre Simon Pegg e Nick Frost. È un poliziesco, è la presa in giro del genere ed è ambientato a Sandford, piccola città da qualche parte vicino a Londra, dove tutto sembra tranquillo, ma tranquillo non è. Hot Fuzz si prende gioco di tutto il mondo del poliziesco, è pieno di sketch che pagheresti oro per viverli in prima persona, ma non è meglio di Shaun of the Dead. È un pò prevedibile l’idea che a Sandford ci sia del marcio. In fondo, volenti o nolenti, felici e contenti o contrari e contrariati, siamo tutti figli di Twin Peaks. Rimane fermo il fatto che:
1) avrei voluto essere lì durante la festa di paese;
2) avrei voluto che YARP e NARP fossero vocaboli della lingua italiana;
3) voglio fare il poliziotto.
Paul è una delle più o meno piccole parentesi di Simon Pegg e Nick Frost nel corso della vita della Trilogia del Cornetto, e Scott Pilgrim vs. the World è la piccola parentesi di Edgard Wright. Paul è un film su un extraterrestre, Scott Pilgrim su un supereroe, quindi ci stiamo dentro. C’è da precisare Simon Pegg è diventato una star e ha interpretato parti non di poco conto in Star Trek, Star Trek – Into Darkness, Grindhouse, Mission Impossible 3 e Mission Impossible – Protocollo fantasma. Tutta roba seria, ma, insomma, ha fatto anche altro e ha dimostrato di essere l’unico attore al mondo mediamente prolifico e molto eclettico con una sola espressione disponibile. Per questo ci piace molto. Nick Frost c’ha provato con I Love Radio Rock e Biancaneve e il cacciatore ma, diciamolo: lui è grande, quelli non erano i film giusti. Per questo ha deciso di tornare con Edgar Wright e Simon Pegg per The World’s End, ultimo capitolo della Cornetto Trilogy.
Leggo su Wikipedia che “Ogni film della trilogia è collegato a un gusto di Cornetto. Entrambi i film usciti (Shaun of the Dead e Hot Fuzz, ndr) fin’ora hanno come scena caratteristica il momento in cui uno dei personaggi principali acquista un Cornetto di uno specifico sapore: in L’alba dei morti dementi il rosso cornetto è al sapore di fragola, dal colore rosso vivace correlato agli elementi sanguinosi e cruenti del film; in Hot Fuzz vi è il cornetto blu originale, per indicare l’elemento poliziesco; per il terzo film il cornetto rappresentativo sarà alla menta con granella di cioccolato, dal colore verde-marrone, per indicare l’elemento fantascientifico. L’uso dei tre colori di cornetto è un riferimento alla trilogia Tre colori di Krzysztof Kieslowski”. Trovo queste informazioni davvero ficcanti.
The World’s End esce il 26 settembre, sarà uno Sci-Fi ambientato non in un pub ma in più pub, e per questo lo aspettiamo a braccia spalancate. A-ridatece un soriso.
Tra l’altro The World’s End è forse il pub più famoso di Camden Town a Londra, un posto che, effettivamente vale la pena di vedere, anche perché sta proprio accanto al locale The Underworld, dove si tengono fior di concerti…
Non sono sicurissimo, ma una volta credo di esserci stato al The World’s End. Per caso in bagno, almeno fino a una decina di anni fa, (dettaglio bizzarro mi rendo conto) c’era la ciambella in acciaio?
Non avevo mica visto la risposta (mannaggia alle notifiche), penso di sì (ed anche lo scivolo in inox a mo’ di urinatoio in piedi) ma si riconosce preché è subito fuori dalla fermata di Camden Town della Northern Line…
Le notifiche sono maledette infatti. Mi sa che il locale e’ proprio quello, la posizione era quella.. un posto bizzarro!