I Camillas sono un gruppo minimal, lo sono ancora di più dal vivo che non su disco, soprattutto se non gli funziona la tastiera.
I Talibam! (from Brooklyn) invece sono un gruppo composto da due raga che mangiano un crostino misto, si ustionano il palato con le patatine fritte, salgono sul palco, fanno un’ora di hip hop scazzone e chiudono il concerto dicendo “Domani abbiamo un giorno libero, quindi se volete potete abusare di noi!”. “Abuse us!”.
Il Sidro di Savignano sul Rubicone (FC) è un posto adorabile dove fanno concerti, vendono birra, ma anche strumenti musicali e dischi, e dove mettono a disposizione sale prove per chi ne avesse bisogno. Sabato sera (13 ottobre) è stato teatro di un concerto bizzarro, i Camillas (camillas.altervista.org) e i Talibam! (talibam.bandcamp.com) per l’appunto, Camillas e Talibam! che a un tratto sono diventati una roba unica, un solo gruppo, e da una jam session è nato un nuovo amore: Zagor Camillas (tastiere, cimbalo, voce) si è innamorato di Matt Mottel, o MC Moaty Mogulz (la tastiera e i synth oltre che la voce), erano due tastierone in amore. Ahimè Ruben Camillas (chitarre, xilofono, voce) ha tentato di innamorarsi di Kevin Shea o MC K-Wizzle (la batteria, oltre che la voce) ma non è scoccata la scintilla. Era evidente che a Zagor e Matt sarebbe bastata una stanza di motel (lì vicino c’è il Cesare) per concretizzare tanti sguardi languidi, mentre per Ruben e Kevin ci serebbe voluto ancora un pò di tempo. Tutto questo amoreggiare deciso o timido ha dato risultati discontinui nella jam session, così ricca di meravigliosi suoni sintetici a confronto e al tempo stesso così (a tratti, non sempre) scollata nel versante ritmo/chitarre. Tutto il sapore e la freschezza della primavera dell’amore ha comunque preso il sopravvento sulle incertezze, dopo che i quattro maschioni si sono inquadrati meglio e hanno preso il via. Al di là dell’amore.
Erano già caldi, del resto, perchè i Talibam! avevano da non molto terminato il loro show, e i Camillas (Dischi di plastica) erano nel bel mezzo del loro delirio. Un’accoppiata decisamente vincente, Brooklyn e la Via Emilia non sono mai state così vicine, come ha sottolineato giustamente Ruben. I Camillas son di Pordenone, o di Pesaro, non ho capito. Forse hanno frequentato o frequentano spesso la Aemilia e questo ci permette (anche nel caso in cui non fosse vero) di immaginare cose interessanti su un passato o su un presente di trasferte moleste sull’arteria romana che unisce le città più gagliarde dell’Emilia Romagna, Savignano è tra queste, arteria disseminata di trattorie.
I Talibam! hanno spaccato. Si può dire bene o male dell’operazione fatta con il loro ultimo Puff Up The Volume (Fire Records), ma dal vivo garantiscono senza dubbio uno spettacolo che unisce un drumming vario, che sfotte quello elettronico a volte ma a volte vi si accompagna, pesto altre volte, jazzato o hip hop altre ancora, a uno show di pancia, nel senso di panza, quella di Matt Mottel, che si muove come un’anguilla portandosi dietro aggrazziate rotondità accumulate crostino su crostino, poco prima del concerto. Oltre alle danze che danno un tocco di classe e spontaneità al tutto, Matt suona le tastiere distorcendole e nascondendole con synth agghiaccianti ma perfettamente, per quanto goffamente, sposati alla batteria di Kevin Shea. Sopra tutto il denso rumore ritmico che si crea, l’MC Moaty Mogulz rappa quasi di continuo, straparla. La parodia è chiara, ma non fino in fondo. L’album Puff Up The Volume ha le stesse caratteristiche di questo live. Ma parlando di Talibam! non si può dimenticare tutto il resto della produzione, sconfinata e folle allo stesso tempo, che cambia direzione spesso, confonde, ma forse in senso positivo. La parodia c’è ma non si vede in alcuni momenti, vale a dire che a volte sembrano pure seri i Talibam! anche perchè come musicisti dietro agli strumenti non sono per niente male.
L’esperienza è il pezzo forte dei Camillas, oltre che le panze, che sono state angeli d’amore tra Matt e Zagor. Direi infatti che ciò che ha provocato un pò di gelo tra Ruben e Kevin è il vuoto cosmico causato dall’assenza di panza intorno alla sfera di quest’ultimo. Ruben è un paroliere fantastico, un pò Massimo Volume, in qualche modo rappava anche lui, fantasticando e improvvisando i testi tirando in ballo il pubblico che, almeno in un caso, ha reagito in modo imbarazzante provocando la fuga di una povera fanciulla, malcapitata. La chitarra è punk, con un suono splendido, e quando parte vengon fuori un timbro e un ritmo che richiamano CCCP e Skiantos. Zagor è un asso alle tastiere, Balla coi lupi l’avrebbe soprannominato Dita veloci su tasti. Il suo divagare nello spoken word è meno vario rispetto a quello di Ruben, ma è anche più spassoso. Nel complesso, sembra che ai Camillas manchi qualcosa, perchè non pungono fino a dove potrebbero pungere, a volte le ritmiche non prendono fuoco. Colpa, senz’altro, della tastiera che non funzionava, vacca boia, perchè quando chitarra, synth e tastiera si incastravano, il gioco era fatto, il suono era perfetto. La mia preferita rimane comunque Mi dai fastidio, fatta di due voci, chitarra e cembalo.
I Camillas rappresentano una fantastica unione tra idiozia e cultura musicale. Chiamiamola anche tradizione. Aggiungiamo il buon gusto nella scelta dei suoni e delle ritmiche e otteniamo il quadro completo. Il gioco della palla è un esempio della qualità che i Camillas sono in grado di proporre.
Il Sidro (è su Facebook) ha inventato una serata geniale, unendo due band che un pò fanno il verso al passato e al presente, un pò li adorano, due band che potrebbero anche suonare per ore e ore su un palco, insieme o una alla volta, senza far scomparire mai quel sorriso ebete, un pò stupito, molto divertito, un pò ammirato, che ogni singolo componente del pubblico si stampa in viso quando li osserva.
RUBEN CAMILLAS dice e benedice! è che ci divertiamo, sempre in bilico sul niente. e ne hai sentito l’aria fresca!! eggrazie!
CAMILLAS, TALIBAM e anche il terzo gruppo, TALIBAMILLAS, non so se hai avuto modo di vederli…, sono stati tutti molto divertenti. Anche noi del pubblico eravamo in bilico, sul filo dell’attesa però: che azz succederà adesso? ci si chiedeva. Gran soirée! Grazie!