POPERA

Italian tenor Luciano Pavarotti (L) with

Masini aveva una bella canzone, però lui canta come un gatto grasso sotto strozzamento. Platinette e la Di Michele hanno cercato di fare la canzone impegnata ma hanno sbagliato anno, perché il tema travestiti l’ha strizzato come un limone Conchita la prima sera. Tra l’altro io odio Conchita, penso che la sua barba faccia malissimo alle battaglie dei travestiti. Malika (terza in finale) quando canta non sente mai davvero una canzone, è fredda. Malika è una macchina da guerra, è quella che dà la possibilità alle persone che snobbano Sanremo, e credono di ascoltare musica superiore, di guardare Sanremo (solo perché c’è Malika) proprio come tutti gli altri che guardano Sanremo senza però dover trovare una giustificazione, perché non devono trovarla, perché se guardo il festival non sono peggio di te che non lo guardi. E infatti è arrivata terza, il che significa che è più da Sanremo di altri 17 cantanti almeno. Questo per molti è un problema anche se davvero non dovrebbe esserlo. No ma io ho visto solo Malika Ayane eh. In Nina Zinna non riesco a trovarci un briciolo di spontaneità. Chiara vuole troppo dire la cosa giusta per tutti, sempre, quando parla e quando canta. Grignani mi è salito nel corso della settimana, se dovessi scegliere il terzo motivo per cui valeva la pena vedere il festival dopo RAF e Annalisa, è lui. Nek (secondo sul podio), quando gli hanno dato il premio per il miglior arrangiamento, era stupitissimo, non ci credeva, pensava tra sè e sè che con una canzone di merda si possono fare un sacco di cose, tra cui vincere il premio per il miglior arrangiamento e arrivare tra i primi tre a Sanremo. Non sto scherzando, la sua faccia diceva questo. I Dear Jack hanno tutto il successo che ci si poteva aspettare, forse anche troppo poco. Sono una boy band di ragazzini e gli esperimenti di questo tipo, di risposta gli Stati Uniti, in Italia non sono mai riusciti bene (Lollipop). Finiranno male anche loro, presto, overdose di eroina, schiacciati dall’alcol, o cose simili. Alex Britti ampiamente sotto le aspettative. Bigio e Mandelli hanno detto “coglioni” la prima sera, per quello non sono arrivati alla serata finale, e il loro “coglioni” ha risvegliato negli italiani un po’ di senso del pudore, e gli italiani li hanno cacciati a calci dal palco dell’Ariston. Moreno è una macchietta, a volte è anche in gamba con le parole, ma per la maggior parte del tempo penso alla sua testa, grossissima rispetto al corpo, e non posso fare a meno di ridere. Bianca Atzei pensavo sarebbe arrivata più in sù perché è un frullato di Malika e della cassiera dell’Esselunga, gente che piace o è piaciuta molto. Lara Fabian, she makes no sense at all. Il Volo ha vinto ma è innegabile il peggioramento fisico subito negli ultimi anni. Zona mediocrità: Anna Tatangelo è una mezza sega (se scrivo sega e Tatangelo nella stessa frase, cosa succede su google?), Nesli è trapassato come se niente fosse, anche nella serata finale. Sono andato a fare la doccia consapevole che avrei perso un cantante, ho finito, sono tornato in sala, ho chiesto agitato “Chi c’è stato??!!”, ma hanno risposto Nesli, ho pensato pffff vabbè. Lorenzo Fragola è James Blunt, che poi è il maestro indiscusso di Ed Sheeran, solo che Ed Sheeran è molto più maleducato e si permette di prendere in giro Carlo Conti che gli dice che la sua canzone d’amore, nella notte di San Valentino, la dedichiamo a tutti gli innamorati. Subisco il fascino sessuale di Irene Grandi, ma quando canta mi chiudo nel bozzolo protettivo Anti tarri. E comunque nulla può l’Irene contro l’Annalisa.

Pausa gif animata, rubrica di neurone sulle somiglianze a Sanremo dell’anno scorso, che quest’anno ho lasciato perdere perché anche Repubblica ha fatto una galleria fotografica sulle somiglianze, senza gif animate, perché quelli di Repubblica non le sanno fare. La somiglianza più smaccata di quest’anno è questa.

Kutso and Fast Anilmals and Slow Kids

Kutso and Fast Anilmals and Slow Kids

Quando ho sentito che RAF era fuori ho provato dolore, lo stesso che sente lui mentre canta. L’interprete ha un ruolo a Sanremo, e non deve per forza allargare le braccia e alzare lo sguardo al cielo per essere capace. RAF è combattivo, sofferente, simpatico. E venerdì sera ha cantato benissimo nonostante la laringite. Lo so che è stato eliminato perché Come una favola era semplice. Adesso ditemi da quando a Sanremo ci facciamo di questi problemi. Il Volo ha preso voti perché ha trasformato la lirica in pop. Non so, non conosco la storia della lirica italiana ma mi sa che Pavarotti aveva già fatto un’operazione del genere. A cosa ci serve quindi il Volo se non a ricordarci Pavarotti? A nient’altro. L’apparente sofisticaggine (neologismi oggi sul neurone) ha fatto vincere il Volo, del resto è la stessa sofisticaggine che ci fa urlare a Malika Ayane come grande interprete anche se canta sempre allo stesso modo, bene per carità, ma ha 1 modo di cantare, praticamente il suo contributo l’ha già dato tutto. Malika e il Volo è uguale quindi. Nek è un errore, ci ha svelato la verità Carlo Conti quando ha fatto finta di sbagliarsi dicendo che Nek era arrivato nono. C’hanno messo Nina Zilli al suo posto, ma sappiamo tutti che Nina Zilli è arrivata terza e Nek ha vinto solo il premio come miglior arrangiamento, ed è sbagliato, perché l’arrangiamento era quello di un pezzo degli Snap e voi preferite una canzone vecchia e cafona o una semplice e delicata? Ma Nek aveva il giubbotto di pelle e i calzoni della tuta col cavallo basso e i bottoni storti sul pacco ed era aggressivo abbastanza da dare alla canzone l’unico significato che poteva avere, quindi l’interpretazione, comprensiva di mis, nella classifica sbagliata che poi era quella buona, un po’ come le tagliatelle sbagliate, fa parte dell’arrangiamento. Ma la sensibilità mostrata da RAF con Come una favola è superiore e superiore è la canzone, che è una canzone d’amore, e non deve essere cantata da uno su una Hammer che rimbalza sui pneumatici al ritmo di EDM, ma se voi volevate che vincessero i capelli dritti e gli occhioni a specchio, allora avete fatto bene a votare il Volo e Nek.

Non riesco sempre a farne due cose separate, del sesso e della musica. Nel senso che se una cantante è bella, sono quasi fottuto. Annalisa 2 anni fa con Scintille si era vestita in modo preferibile rispetto a quest’anno, a parte la seconda sera, in cui ha superato con lode la prova della cover più difficile del mondo (VS la Ruggero). Una finestra tra le stelle l’ha scritta kekko dei modà, che io odio con tutto il corpo, però lei la canta benissimo e tocca ammettere che lui ha tirato fuori il ritornello migliore di tutta Sanremo 2015. Infatti non ha vinto. Ma qui sta la dimostrazione che non ha senso dire che Sanremo deve essere visto da alcuni e da altri no: i Modà non mi piacciono ma mi piaceva la canzone scritta da quello dei Modà interpretata da Annalisa, e non credo di essere l’unico. E allora come la mettiamo. Sono un ibrido irragionevole. No, mi piace cercare di giudicare le canzoni, che siano a Sanremo oppure no. Quando hanno annunciato la classifica e alla quinta posizione non era ancora stata nominata, tutti in casa ci credevamo un casino, dopo, sono andato a lavarmi i denti. Lo scrivo, così se a qualcuno verrà mai in mente di rompermi il cazzo su questo post, lo farà dicendomi che non devo aspettare di andare a letto per lavarmi i denti, che devo farlo subito dopo mangiato, e non per quello che c’è scritto. Da fuori, la quarta posizione è la migliore perché permette allo spettatore medio pensante (io) di pensare che è arrivata lì perché è superiore ai primi tre e quei bifolchi che votano al telefono non hanno avuto la capacità di capire la bellezza della canzone. Da dentro (cioè per Annalisa) capisco che questo sia un discorso di merda e che uno preferisca vincere, più o meno sempre. Volevo dire una cosa sulla giuria demoscopia, sui grandi elettori di San Remo, quelli che vengono scelti in base a determinati requisiti. Uno di questi è l’aver comprato almeno due cd nell’ultimo anno. Ci credo che poi quelli non distinguono una bella canzone da una brutta, ne hanno sentite tipo 24 in un anno.

Baby, il volo che ti porta
a du a du du du
lo sai soltanto tu

Sanremo è finito male, non poteva andare peggio per la prima classificata, sotto però potevano arrivare anche Mandelli e Platinette. Quello era lo scenario peggiore, da ribellione dell’orchestra che si straccia le vesti. Una parola sui giovani: caccamore (una macchina da guerra caselliana). Sul gradino più alto dei big non poteva andare peggio. Il Volo sono i democristiani, che sognano il futuro dei giovani ma lo fanno prendendo a riferimento i modelli del passato, che non vuole che trionfi l’amore vero ma quello pomposo. “Abbiamo visto dalle recensioni che la maggiorparte di voi non è daccordo con questo verdetto ma a quanto pare il popolo è dalla nostra parte”. È l’effetto del patriottismo, la musica della patria, il sapore del tenore, che funziona sempre. Scopro adesso l’esistenza dell’Operatic pop, o del Popera, che è poi il genere che il Volo naviga con Filippa Giordano. Giordano è senz’altro un’estimatrice del povero Pavarotti, il quale si starà rivoltando nella tomba a pensare che qualcuno gli ha rubato l’idea, che lui non si è mai presentato in gara a Sanremo ma a questo punto avrebbe potuto vincere a mani basse. Lui che ha inventato i duetti dei cantanti d’Opera con le pop star.

AGGIORNAMENTO POST PUBBLICAZIONE. La Popera non aveva mai vinto prima e dimostra che ogni anno (o quasi) il festival lo vince qualcuno di brutto che però è diverso da quello brutto dell’anno precedente e quindi ogni anno dietro a quella vittoria ci sta magari la stessa Italia dell’anno prima, che però è cambiata. Ha un senso parlarne (queste tre 4 righe le ho aggiunte dopo i commenti perché mi sembravano una roba intelligente da scrivere – comunque, leggete i commenti che sono molto più interessanti dell’articolo).

La Popera (è anche il nome di una catena montuosa delle Alpi tra Bolzano e Belluno, e) può essere una canzone pop cantata come se fosse lirica (Bocelli) o canzone del repertorio classico cantata in modo pop. E questo riconduce la nostra attenzione a un’altra dichiarazione a caldo de il Volo: “Non siamo solo tre ragazzini che cantano con la voce imponente, qui abbiamo proposto una canzone che non è O’ sole mio, è semplicemente una canzone pop cantata in modo classico, vogliamo farci conoscere un po’ di più perché noi nel nostro repertorio abbiamo anche brani degli U2″ (il Volo, tre giovani fiori: 22, 21 e 20 anni). È la canzone pop cantata con aria lirica, non il contrario. Quindi, all’interno del genere, il Volo si schiera. Così piccoli e già così corrotti, e pure schierati sulla Popera, di cui nessuno sentiva la mancanza. E non dimentico Paciotti, l’ex Gazosa che ha schitarrato il Nessun Dorma. Ricominciamo da Sanremo 2016.