Ieri, mentre ascoltavo All The Great Ideas di Servant Songs, mi è venuta in mente quella volta in cui ero con la Fede a Los Angeles. Era una giornata come le altre, cioè quasi ogni minuto ci stupivamo di quello che incontravamo: che appartenesse alla categoria “vivere”, o alla categoria “morire” a Los Angeles, era tutto abbastanza speciale. Abbiamo preso un Uber e siamo andati a Echo Park, un quartiere un po’ fighetto in cui volevamo vedere tre cose: un negozio di scarpe, uno di dischi e una casa. Nel negozio di scarpe abbiamo incontrato l’attrice di Cold Case, nel negozio di dischi io, per riportare a livello la tristezza, ho comprato il disco di Julien Baker, così eravamo pronti e belli nel mood per andare in pellegrinaggio alla casa di Elliott Smith, che è proprio lì a Ecco Park, al 1857 di Lamoyne Street. Percorso incasinatissimo per arrivarci a piedi, per questo abbiamo chiamato un altro Uber. La ragazza che guidava ascoltava Tupac, quindi c’era dentro fino al collo, e quando le abbiamo detto perché volevamo andare a quell’indirizzo non ha fatto una piega. Siamo scesi dalla macchina, abbiamo oltrepassato il cancello, siamo andati giù per la discesina accanto alla casa e ci siamo ritrovati davanti alla porta d’ingresso, quella col numero 1857. Lì, in quell’appartamento, si è ammazzato, spezzando il cuore di mezzo mondo, ma rimanendo in effetti vivo per sempre, anche se per me vivo per sempre lo sarebbe stato comunque. Che bella vista che aveva il terrazzo. Magari guardando da quella finestra, mentre si piantava il coltello nel cuore, si è reso conto che alla fine era davvero arrivato il momento in cui stava buttando tutto all’aria. O forse era contento, perché stava finalmente raggiungendo il suo ideale di fama, far conoscere la propria musica senza esserci. Siamo stati lì 7 minuti, non di più. Tutto si è svolto con una lentezza involontaria, ma che comunque serviva, credo, a sottolineare l’importanza del momento. Un po’ morboso, ok, ma importante.
Poi, siamo risaliti sull’Uber, e siamo andati via. E così abbiamo visto quella casa, che è un po’ a metà tra il vivere e il morire.