Il 25 maggio Young Signorino era ospite da Chiambretti a Matrix. È stato una specie di processo con più giudici che entravano in scena più o meno uno alla volta, più o meno all’improvviso, e dicevano la propria. Opinion time, ritmo serrato, senza tregua. Le domande le faceva Chiambretti, che moderava, con meno arroganza gerarchica di un Mentana o un Giletti ma la simpatia è comunque un’altra cosa.
Quando è arrivato sul palco, ad aspettare YS c’era Orietta Berti, che è completamente sui coppi, e infatti tra i due c’era intesa. Lo sapete, no: YS si spaccia come il figlio di Satana. Ecco, a questo proposito, la prima giudice a entrare è stata un’arcidiacona, moglie e madre, simbolo di quanto sia avanti la Chiesa in Italia, dice Chiambretti. Non così avanti da ammettere l’esistenza di Satana però: non ci sono prove! diceva la donna, è tutto marketing! Argomentazione arguta e necessaria. A cui YS ha risposto senza problemi: sono il figlio di Satana, è vero e basta. La storia è che, dopo essere stato ricoverato per overdose di psicofarmaci, YS si è risvegliato così, figlio di Satana.
Poi è arrivato Crepet, che sembrava Feltri in collegamento al venerdi pomeriggio alla Zanzara. Vestito come un cummenna fuori per la gita della domenica. A un certo punto YS ha risposto a una domanda dicendo “sono un artista” e Crepet ha risposto:
Lo vedremo
Lo vedremo
Lo vedremo Lo vedremo Lo vedremo Lo vedremo18
Giovanotto!
Prima, Crepet si era espresso in modo confusionale. Pro? Contro? È stato situazionista, si è acceso o si è svaccato a seconda di quello che diceva YS e se trovava interessanti o meno gli input di Chiambretti. Poi ci sono state le altre tre donne che hanno appoggiato YS, oltre a Orietta B. In collegamento via etere, speculare a Crepet ma più maestrina, c’era una psicologa. La sua tesi è quella dei critici musicali più illuminati (quindi anche la mia..): è giusto che ai giovani piaccia e ai vecchi non piaccia YS, esattamente come ai nostri vecchi non piaceva quello che piaceva a noi quando eravamo giovani.
YS annuiva. Per il resto, rispondeva a cazzo alle domande che non gli interessavano, più deciso a quelle che gli interessavano. DJ Aniceto gli ha detto che su internet si fa successo con la “cacca” e che con la sua musica spinge i giovani a drogarsi. E YS ha risposto “Perché la gente non si drogava prima che esistessi io vero?”. Aniceto, steso, ha ribattuto ma è stato inutile, gli applausi ne coprono la voce, la platea, questa e altre volte nel corso della trasmissione, era dalla parte di YS.
Torno indietro di quasi due anni. Bello Figo GU ospite da Belpietro è il precedente di questa puntata di Matrix. Preso di mira da tutti i presenti, trattato come uno scarto umano da gente di elevatissimo spessore come Alessandra Mussolini, Bello Figo si difese benissimo. Chiambretti però ha fatto un passo in avanti: ha fatto in modo che alcuni si schierassero a favore, per poter rivendicare un vago equilibrio e un’analisi super partes, ha detto al pubblico di applaudire molto anche YS, ma il processo era comunque in atto. I pareri sono come i coglioni, diceva Clint Eastwood nel suo solito modo così onnicomprensivo e poco sessista di descrivere l’essere umano: ognuno ha i propri. Però, gli ospiti avevano la presunzione di possedere la verità e di voler insegnarla, sia che la loro opinione fosse positiva sia che fosse negativa, ironica, o no, così ironica da non capire se fosse ironica o meno. Fai musica, dici cose, fumi nei video e ti esponi alle critiche, è normale. Ma questa cosa, di fronte a un artista nuovo, di fare quelli che ne hanno viste tante e di trasformare l’età dei vecchi in uno strumento di condanna e quella dei giovani in un motivo di vergogna, è totalmente inutile. Perché tanto, lui si becca lo stesso le visualizzazioni su YouTube, entra nella vita di tuo figlio e la influenza, anche solo per la durata di un flame intenso, ma comunque raggiunge il suo (o di chi ci sta dietro) scopo. Mettere a processo o infamare le cose nuove perché non le si capisce (Federico Sardo su Sfera Abbasta) non serve a fermarle, per fortuna. Piaccia o non piaccia la musica di YS, sia o non sia un fuoco di paglia, è il presente, che si inserisce in un momento storico in cui l’hip hop e i derivati spopolano anche in Italia e sono un ponte verso la musica del futuro e verso la comprensione dei più giovani, credo.
Insomma, è giunta l’ora di far votare la giuria. Condanna o no? Un attimo che conto i voti (Chiambretti ovviamente contro):
Hanno votato NO:
Chiambretti appunto secondo me,
la ragazza prete,
il DJ.
È un SI per:
la psicologa collegata,
le due tipe a bordo palco,
Orietta B. (mia mamma dice: “Stai malissimo coi capelli così corti”, mia nonna diceva: “Perché ti sei tagliato i capelli, hai dei ricci così belli..”. Orietta è come una nonna e non poteva che prendere YS sotto la sua covata con quella dolcezza lì, commento al nuovo taglio di capelli compreso).
Non s’è capito:
Crepet.
4 a 3 e un boh. Platea inaffidabile. (C’era anche Alda D’eusanio, ha fatto la battuta del cazzo su YS poi ha parlato d’altro). Ma la vittoria non conta tanto. Chiambretti fa queste puntate di Matrix (non molto tempo fa, c’è stato Sfera Ebbasta, che non è stato trattato come YS ma il tono era sempre delegittimante) per compiacere quelli spaventati dalla novità perché è completamente diversa dalla tradizione in cui sono cresciuti. I mostri sono loro, oltre a Chiambretti e ai giudici della trasmissione.
LORO 3, un film di Chiambretti.
Anche rispetto Sfera Ebbasta, l’attacco ha fatto un passo in avanti. Sfera Ebbasta è stato oggetto di critiche superficiali, che non riconoscevano in lui una profondità, un riflesso dei giovani di adesso, perché non la cercavano neanche e si limitavano a commentare non la musica ma solo l’aspetto. Con YS, Chiambretti ha portato la critica dei social in televisione, restringendo il target e insistendo su quella parte di pubblico che guarda la sua TV: i genitori di 45-50, a cui bisogna far presente bene che il figlio ha gusti pericolosi, e quelli che sono diventati abbastanza adulti da poter fare la parte dello zio. E l’ha studiata in modo che sembrasse una discussione super partes, tentando così di renderla interessante.
Guardate l’espressione di YS mentre la finta Orietta Berti coverizza una sua canzone. Visto che lo sguardo è coperto dagli occhiali da sole, la bocca parla da sola: è tra il non sto capendo bene, cosa vogliono questi e il chi se ne frega di quel che pensano. È l’atteggiamento giusto. Tutto quello a cui ha risposto con sufficienza meritava sufficienza e tutto quello a cui non ha prestato attenzione, magari guardando il cellulare (cosa che ha suscitato perculo), non la meritava.
A Padova il 30 maggio, a un concerto fatto pochi giorni dopo Chiambretti, YS ha reagito peggio alla folla e alla gente. A Cesena, il 2 giugno, è andata un po’ meglio, anche se l’impianto non ha funzionato bene e il concerto è durato un quarto d’ora, mi dicono. Le cose potrebbero migliorare, oppure no. Il sindaco di Bassano ha vietato il concerto di Young Signorino, perché è una “presenza inopportuna”dopo le polemiche culminate con la richiesta dell’assessore regionale all’Istruzione di ritirare il patrocinio del Comune alla manifestazione. YS era finito sotto accusa per le sue canzoni diseducative. Ha detto il sindaco: “Abbiamo pensato a un evento di vasta portata che potesse offrire al target adolescenziale e giovanile un’opportunità di aggregazione, di cultura e di espressione artistica. Young Signorino appare quasi esclusivamente come fenomeno mediatico, più che artistico, e di provocazione artificiosa e calcolata, più che di genuina trasgressione o contestazione giovanile”. Nella puntata del suo programma del 7 giugno, Fiorello ha letto il testo di La Danza dell’Ambulanza e poi, naturalmente ironicamente, ha commentato: “Perché vietare i suoi concerti?”.
Insomma ce la prendiamo con chi ci ruba quello che ci appartiene. Young Signorino ci sottrae il controllo dei figli, come se prima di lui (o prima di internet) l’avessimo avuto. Vi ricordate Chunk dei Goonies, quella scena in cui racconta tutto, ma proprio tutto alla banda Fratelli? Potremmo raccontare un sacco di cose che abbiamo fatto da giovani al di fuori del controllo dei nostri genitori. E non mi pare che ci fosse già internet, o YS.
Gli immigrati invece ci rubano il lavoro. La paura del diverso è alimentata sia da Salvini sia dalla televisione, in trasmissioni come quella di Chiambretti. In questo caso l’ironia, sempre salutata come una cosa positiva, diventa un modo per mascherare e rendere apparentemente più innocuo e accettabile un tentativo di emarginare. Il finto sostegno a YS da parte di alcuni ospiti è parte integrante della struttura della trasmissione, realizzata per far sembrare strano e pericoloso quello che è diverso dalla tranquilla normalità su cui vorremmo il totale controllo. A Matrix non hanno parlato di musica, neanche superficialmente. La puntata è stata scritta per colpire un bersaglio con uno stile e una struttura decisi a tavolino, precisi ed efficaci, assecondando una paura che esiste già ma che va alimentata, per darci la sicurezza che esista un ordine che agisce per noi e argina il problema. Nel caso di YS ci s’inventa il pericolo a cui sarebbero esposti i figli, trovando terreno fertile per la paura nella proposta di avversione al nemico scelto.
Nel caso degli immigrati ci s’inventa un quadro di pericolo verso tutta la società, ingigantendo e parlando solo episodi negativi, raccontando balle sul fatto che l’Italia è stata lasciata sola dall’Europa, inventandosi un’invasione di africani. Che ci rubano il lavorano, ci stuprano le figlie, ci sparano, mettono a rischio la nostra religione eccetera. Immigrati e YS: i livelli a cui s’interviene sono diversi (uno famigliare, l’altro sociale) ma toccano entrambi le corde più sensibili e hanno lo stesso scopo: innescare la bomba della paura nei confronti di qualcosa di diverso che sconvolge un ordine prestabilito. Quello nei confronti degli immigrati è razzismo, disprezzo e sfruttamento dei propri privilegi, senza nemmeno pensare a una vera strategia per l’integrazione, fondamentale per costruire una società più equa in cui gli immigrati non vivono più in condizioni di isolamento e non sono più spinti a delinquere per essere poi offesi e umiliati a parole e nei fatti.
Nel caso di YS non è razzismo ma paura di una novità che tocca e usa tasti sensibili, cose che sono sempre state motivo di incomprensione tra genitori e figli, perché piacciono ai ragazzi (la droga, i tatuaggi, lo smartphone), sono un modo per esprimere diversità, insoddisfazione, se stessi (l’aspetto fisico, il modo di vestire) oppure un rifugio di sicurezza per i genitori (la religione). La religione è denominatore comune, sempre presente quando si parla di paure, e infatti Chiambretti ci costruisce sopra la gag più pungente di tutte per concentrare l’attenzione sull’argomento. Visto che agli immigrati si contesta di avere i telefonini e di cercare il wi-fi, è chiaro che anche lo smartphone è un elemento che spaventa spesso e molto. La soluzione proposta è comunque l’umiliazione: il pubblico ludibrio per YS, lasciarli in mezzo al mare a morire per gli immigrati. Problematiche con implicazioni e di dimensioni diverse, ma affrontate a partire dallo stesso principio di avversione alla novità e alla diversità. Gonfiate da chi dovrebbe farci ragionare e invece agisce in modo becero: la TV fatta in quel modo, che asseconda le paure per trovare consenso e far crescere gli ascolti, e i politici che non fanno politica ma solo strategia per prendere più voti. Argomenti di dimensioni diverse. Mezzi diversi, stesso meccanismo, stessi risultati: paura e chiusura, in nome della sicurezza, e senza minimamente pensare alle esigenze reali del presente e del futuro, della società e dei ventenni di adesso.
L’atteggiamento razzista e offensivo che si sta diffondendo è tutto sbagliato. Anche perché Salvini cresce nei sondaggi in tutte le fasce d’età e YS si becca le infamate (a prescindere da una critica della musica) anche dai più giovani. Motivo? “Sembra scemo”. Non sono solo i genitori ad avere questo tipo di atteggiamento. E questo, secondo me, è preoccupante.
Avevo iniziato a scrivere questo post a fine maggio, poi ho avuto un sacco di dubbi, poi ho deciso di finirlo, un po’ perché Salvini ha iniziato a fare lo stronzo di brutto, ma anche perché mi ha fatto venire voglia Polaroid, con questo invito. Un altro articolo utile è questo.
“Qui c’è il wi-fi?”
(YS da Chiambretti)