“Ogni canzone sull’ultimo album di Beyoncé la vede praticamente comportarsi da troia, e non ha assolutamente bisogno di farlo, dato che è splendida e fottutamente piena di talento. E fanno sembrare il tutto come se fosse una liberazione per il genere femminile!”
Così Theresa Wayman delle Warpaint su Beyoncé all’inizio del mese. Non avrebbe dovuto chiedere scusa, dopo, ma avrebbe potuto cagare un altro po’ in testa a Beyoncé continuando nel discorso della liberazione del genere femminile, tanto a B. della troia gliela danno tutti i giorni dicendole oh facciamo un video in cui tu alzi il culo: il marito la sfrutta per fare soldi, quindi il rapporto è lo stesso che intercorre tra un magnaccia e le sue sottoposte, solo che qui si fa musica, ma musica che ultimamente è finita in secondo piano rispetto allo spietato piano di conquista di acquirenti messo in piedi dal maritino. Un ragazzo è portato ad ascoltare Beyoncé perché vede il video e nel video vede un bel culo, da qui a fare il passo di diventare fan ce ne vuole, ma molti lo fanno, quindi la strategia di marketing grossolana di GayZi ha vinto. Io non la condivido e non la rispetto neanche. Si, la liberazione femminile è un messaggio con il quale GiZi tenta di giustificare l’esposizione ai riflettori del corpo della moglie-pozzo di petrolio ma non ci crede nessuno. GayZi è moralmente sconfitto già da tempo, nessuno gli crede come liberatore del sesso femminile, tutti (quelli che lo seguono) gli credono come creatore di un marchio (B.) che se lo cerchi proprio così (B.) su google-immagini ti restituisce anche dei culi e se non altro il collegamento mentale funziona, con bottana industriale e anche con Beyoncé.
Prendiamo la Baccheddu, la responsabile italiana della Comunicazione di Tsipras, candidato per la Sinistra Europea alla Presidenza della Commissione UE nelle elezioni europee di oggi. La Baccheddu, qualche settimana fa, ha pubblicato una foto in bikini, in primo piano il culo, e il messaggio era “per fare in modo che si parli di Tsipras farei questo e altro”. Ecco, questa è la vittoria del modo di pensare di Berlusconi, quello che per 20 anni, usando il culo come mezzo e come fine, ha vinto. Ed è la sconfitta di una sinistra che invece di tentare di comprendere quali sono i problemi dell’Europa nei confronti dell’Italia, del perché per esempio in Italia c’è chi riesce a fare leva sugli elettori con un #NOEURO, usa strategie di marketing che neanche riescono a emulare quelle di Berlusconi, perché Berlusconi i culi li ha usati per 20 anni, sempre, tutti i giorni. Non basta un sedere, una volta. Non solo si utilizza una strategia che, dal punto di vista politico, testimonia che siamo un paese che ancora deve uscire dalla mentalità berlusconiana, non solo la sinistra continua ad azzerarsi, tralasciando il programma del candidato e usando un culo per attirare l’attenzione, ma neanche capisce che in questo caso one shot one kill non funziona. Se hai poco spazio per parlare (cosa di cui la Baccheddu si è lamentata, e che probabilmente è vera) usa bene quello che ti sei guadagnata. E magari a chi ti deve eleggere viene da pensare che quelle di Tsipras non siano solo promesse.
Quindi Theresa, noi in Italia con i culi non facciamo buone strategie di marketing, ma ci vinciamo le elezioni per 20 anni e governiamo il paese, quindi tranquilla che ancora negli USA di strada ne dovete fare.
Chiedendo scusa (qui la vicenda) Theresa Wayman delle Warpaint ha comunque fatto la sua bella figura: ha ammesso che chi se ne frega di Beyoncé, che non serve fare la guerra a una che ha un target molto diverso dal tuo. Alla fine è più utile anche per la salute del gruppo sbattersene di polemiche inutili, fare musica mettendo da parte che hai un hype da attrice da difendere, come hai fatto non l’ultima ma la prima volta, quando avevi tirato fuori un disco che era una sorpresa.
Non sto parlando di Warpaint (2014) , ma di The Fool (2010). L’avevo ascoltato perché c’era Shannyn Sossamon, che nelle Warpaint dietro a una batteria stava bene – ma questa non è la storia della mia fotta adolescenziale per le donne che suonano, che comunque è iniziata con Jennifer Finch e non poteva che migliorare. Poi nel successivo Warpaint la Sossamon se n’è andata, è arrivato Nigel Goldrich, no alla batteria, ma missare, e le abbiamo già perse. Warpaint è il tipo di album che ti fa rimpiangere quello precedente perché è stato colpito dal tocco della morte della sincerità che parte dalla mente e dal dito di Goldrich. Le Warpaint dovrebbero liberarsene, per fare un’altra cosa utile alla propria salute.
The Fool invece è ancora un album con cui trascorrere momenti piacevoli, e il video dal vivo di Bees è ancora bellissimo, anche se lei (Sossamon) non c’è. Quindi a volte parti da una ragazza e poi la musica va oltre quella ragazza, e sei fortunato, perché alla fine quella ragazza non conta niente, non la incontrerai mai, ma la musica ti prende bene e ti porti a casa qualcosa che davvero ti salva le giornate, o per lo meno un paio d’ore. Se penso a un album medio abbastanza ben scritto che mi è preso bene e che mi prende bene ascoltare posso pensare anche a The Fool. Sono scritti bene i bassi, le batterie e le chitarre, a volte alla peggio Frusciante ma sopportabili. Sulla psichedelia e le chitarre anni 80 non calca per niente la mano, e comunque di questo disco si può dire che stacca ancora di un bel po’ di punti su Eleanor Friedberger (ex Fiery Furnaces) che l’anno scorso in Personal Record non è riuscita a fare quello che voleva fare. Grandi aspettative svanite all’ascolto. I padri putativi di The Fool possono essere The Breeders e Sleater Kinney, asciugati/e delle distorsioni, e non perché siano soprattutto donne o gli assomiglino, ma perché alcune volte accostare un gruppo e pensare che sia simile a un altro è anche un discorso di sensazioni vagamente simili date dall’insieme, il cui ascolto si può dire ti congela, e di singole canzoni, che quando scorrono non hanno bisogno di nient’altro che di se stesse.
Quindi oggi vado a votare col pensiero che non sarà il mio voto a cambiarmi le giornate, e la vita. Quella forza di solito ce l’ha musica, e non per forza il disco del decennio, anche uno che mi ha fatto prendere bene per un attimo e per più tempo, con le canzoni, che arrivano dopo una ragazza carina che suona il basso, ma lei non ti salva la vita, loro si. Dicono che ascoltare musica lo puoi fare solo quando sei giovane, perché dopo non c’è più tempo o voglia. Ma a volte i politici che mirano a governare l’Italia, l’Europa, il Mondo, e che pretendono di occuparsi della vita di tutti, e per un lungo periodo di tempo, potrebbero imparare cose dalla musica, per esempio che per sconfiggere un qualsiasi nemico si possono utilizzare tutte le strategie che vuoi, ma qualcosa che ti dà una certezza, o qualcosa che vagamente ci assomigli, alla fine ci vuole.