Sun Kil Moon al Bronson

peter-boyle-aka-mark-kozelek

Il giorno del concerto sulla pagina facebook del Bronson sono comparsi avvisi che vietavano per quella sera riprese di ogni tipo, che dicevano che lo spettacolo sarebbe durato più di due ore, e che non si sarebbe fatta festa, dopo, su richiesta di Mark Kozelek, cioè Sun Kil Moon. Mark Kozelek il giorno del concerto ha alimentato in ciascuno di noi la voglia di stargli il più lontano possibile, oppure l’attesa. Una cronaca assolutamente incompleta della serata potrebbe essere questa.

– Kozelek entra alle 10 circa, sistema la chitarra e attacca, dice qualcosa sull’Italia, gli italiani e gli americani e riprende a suonare
– Chiama Chris* (* il Patron del locale) sul palco e gli ordina un Montenegro
– Il riverbero sulla voce è fastidioso, anzi è proprio brutto
– Noi siamo di fianco al mixer
– Alla fine di ogni pezzo chiede di alzare qualcosa, più alta la voce, la chitarra, ma il suo problema è il riverbero. Ne vuole di più sulla voce e di meno sulla chitarra. Io pensavo il contrario. Sarà a posto prima della fine, cioè tra due ore?
– Più Carissa è lenta, più sangue mi esce dal naso
– Chiede più riverbero sulla voce, appunto, vuole un effetto un po’ Darth Vader, e meno riverbero sulla chitarra
– (Prima dell’inizio si è spenta la musica di sottofondo, tutti sono rimasti in silenzio, lui non arrivava ma fuori passava un’ambulanza. Poi cigola una porta, sbatte, lui entra col passo pesante e con un mitra e noi facciamo una brutta fine)
– Il fonico (Albert) non ce la fa a dargli quello che vuole. Kozelek gli dice di andare a farsi un giro oppure una canna
– Adesso sta suonando, aspetto la fine della canzone per sentire cosa ci dice
– Si è tolto il Barbour, è rimasto smanicato
– Dice al fonico: adesso è tutto perfetto, non toccare niente. Glielo dice mentre suona, come un’impellenza irresistibile
– In effetti va molto meglio, Kozelek ha appoggiato i piedi su molti palcoscenici da solo e ha esperienza da vendere
– Adesso però non parla più
– Mentre suona ha la postura di un putto col mandolino
I Watched the Film the Song Remains the Same
– I titoli delle vecchie prima di Benji non me li ricordo
– Accorda
– Su disco sembra che faccia fatica a cantare, che si sforzi da quanto soffre, dal vivo no, ma soffre lo stesso, soprattutto col viso, molto espressivo
– Sulla chitarra arpeggia leggero come un uccellino
– Accorda
– Alcuni pezzi sembrano una Versione in chiesa
– Non ho detto che all’inizio ha chiesto di abbassare le luci subito e adesso il palco è addobbato con alcuni, non molti, lumini della festa della Madonna, grandi e piccoli
– Suda
– Ci prega di dirgli qualcosa, uno gli dice sei grande e non lo caga, una donna gli dice che ha fatto un bel disco e lui, con gli occhi chiusi ma sorridente, lui dice di essere contento di avere una donna tra il pubblico
– Chiede più riverbero sulla chitarra
– Cazzia e sfancula un po’ Albert
Micheline
– Si sente come Marlon Brando in Apocalypse Now per via della luce per cui suda
– Accorda, e odia farlo
– Più riverbero sulla chitarra, Albert
Richard Ramirez Died Today Of Natural Causes
– Cazzo! Sembra l’attore che faceva il Mostro di Frankenstein in Frankenstein Junior
– Sulla chitarra Kozelek spinge di più e il reverbero di Albert funziona
– Strippa, si vede dalla faccia, quella si che è una musta
– Kozelek spingi ancora un po’ di più che sennò quello di fianco a me crolla dal sonno, Albert l’ha già sgridato perché si è appoggiato al mixer e stava per far cadere tutto
– Ci dice che siamo un bel pubblico, un pubblico rispettoso
– Non ci vede nel senso che non vede noi della platea e chiede di alzare un po’ le luci, ma di riabassarle subito
– Chiede come si chiama la città che lo ospita stasera
– E’ un bravissimo chitarrista
– Pausa, alle 11:51 si rimette il Barbour ed esce
– Rientra alle 11:52 e si toglie il Barbour
– Canta di una ragazza e camere d’albergo con un giro di chitarra punk e fa un certo  effetto, come una cosa che mi arriva in faccia con molta violenza (By the Time That I Awoke riarrangiata, è più vecchia e nell’album con Jimmy LaValle, ma la indovino). Questo è il momento più concreto del concerto
– Il braccio destro di Kozelek è magro e rigido, lo noto solo adesso
– “Fu la prima e ultima volta che vidi mio padre” e mi si spezza il cuore, se potessi piangerei
– Canta senza microfono e la gente si mette a far un po’ di casino, si parla di brusìo, proprio adesso, proprio dopo due ore. Lui se ne va, a mezzanotte e 06
– Chris dice “è andato”.

Abbiamo osservato il suo comportamento contraddittorio, sorriso alle sue battute e tremato alle sue canzoni. Poi siamo andati a casa pensando che fosse un tipo strano, che non si può definire rassicurante. L’abbiamo coccolato e fatto sentire a suo agio durante il concerto e lui se n’è andato senza neanche alzare lo sguardo. Sono andato via con la sensazione di non aver capito fino in fondo perché il nostro bambino facesse i capricci. Poi ho pensato che forse Kozelek ha la sindrome della perfezione e del controllo su tutto, che è una dote oltre che una patologia.
Da un bel po’ di tempo la morte è oggetto di racconti che mettono in scena la vita dopo: zombie, non-morti e via dicendo. Poi una volta pensavo che Mario Monicelli suggerendo di ridere di fronte alla morte in Amici miei fosse stato geniale, ma dopo ho scoperto che al di fuori della dimensione cinematografica questo invito non lo è per niente (geniale). Spogliata di tutti i racconti che le vengono cuciti addosso, la morte di una persona vicina è una cosa che ti fa stare male e basta. Kozelek canta questo. Carissa e Ramirez sono morti. Kozelek ce l’ha raccontato, ci ha raccontato i suoi dolori e le sue storie come se fossimo intorno a un fuoco e ha messo tutti molto in ginocchio e in silenzio. Ciao mostro, il concerto è stato superlativo.

3 pensieri su “Sun Kil Moon al Bronson

  1. l’ho letto tutto di un fiato, quasi in apnea…e adesso me lo vado ad ascoltare, perché non lo conosco, perché da come ne parli, vale la pena!

  2. Pingback: Mark Kozelek con Ben Boye e Jim White. Una specie di appunti. | neuroni

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...