I Bet On sky, il nuovo album dei Dinosaur Jr., esce in Europa il 17 e negli Stati Uniti il 18 settembre, ma voi lo potete ascoltare in streaming qui, dove l’ho ascoltato io e tanti altri. La mia recensione non è obiettiva, ma, se vi va, leggetela: è breve.
Don’t Pretend You Didn’t Know. Era successo già con I Don’ Think, canzone di apertura di Hand It Over, totalmente differente rispetto alla precedente produzione dei Dinosaur Jr. Era diversa. Tanto che mio fratello, al quale facevano e fanno schifo i Dino, disse “Bello ‘sto pezzo!”. La prima traccia di I Bet On Sky fa lo stesso effetto (a mio fratello non l’ho ancora propinata però), solo con suoni più cantilenanti. E un pianoforte.
Watch The Corners. Il singolo, che ci è piaciuto da subito. Riporta il disco nella tradizione, facendo succedere quello che succedeva in Hand It Over. Secondo me, è una cosa bella. C’è una strofa spezzata che precede il ritornello dritto e orecchiabile. Di seguito parte la chitarra di J. La solita mastodontica sovraincisione di chitarre, sempre lei, per fortuna l’hanno inventata. Sfuma.
Almost Fare. Abbastanza pepato il ritornello, la strofa ha un ritmo che potrebbe anche essere giudicato dolce, incantevole. Struttura semplice: strofa-ritornello, strofa-ritornello, strofa-assolo sulla strofa.
Stick A Toe In. Parte come altri pezzi più struggenti dei Dinosaur Jr (tipo Said the People di Farm) e si apre subito in un ritornello (quasi) rasserenante. Poi una melodia di cantato e chitarra notevole, non mi viene altra parola.
Rude. Il pezzo di Lou Barlow, già eseguito in tour quest’estate. Chitarra distorta non alla J ma alla Lou e melodia alla Sebadoh, un pò più sfrenata e forse spensierata del passato, in linea con i 5 pezzi nuovi dei Sebadoh, secret EP (ascoltalo qui).
I Know It Oh So Well. Ua Ua, un folle esperimento di un chitarrista (J Mascis) che non si è mai divertito tanto con la chitarra. Gran pezzo, con tanto di Toca, il campanaccio amato dai Guns and Roses. Si ma è tutta un’altra cosa, rispetto ai Guns intendo: la sezione ritmica tiene alla grande e ha un forza non trascurabile.
Pierce The Morning Rain. L’attacco è come una scheggia e tutto il pezzo è veloce. Un pezzo punk, mi si perdoni il termine. Chitarra e batteria si inerpicano in cielo e si arrotolano su se stesse.
What Was That. Una distorsione profonda e alcuni passaggi tipici dei Dinosaur Jr.
Recognition. Secondo pezzo cantato da Lou Barlow. Bella la chitarra a intermittenza e poi con ritmo hardecore. Pure nel ritornello. E fino alla fine: gagliardo.
See It On Your Side. La nostalgia pervade il chitarrone di J. Mascis, che piange un po’ come fa quello di Neil Young. E poi prende il largo, nel pezzo conclusivo dell’album, viaggiando sempre tra melodie tipiche, ritmi saturi, aperture sognanti e metal ideas. Grandi, anche questa volta (www.dinosaurjr.com).