E quando arriva settembre, arriva l’ora di pensare alle cose serie. Com’è malinconico, settembre, con quel freschino che ti arriva nei piedi quando dormi con la finestra ancora avventatamente aperta, con quella tristezza totale per tutti, non solo per alcuni, dovuta alla fine dei fichi. Fortuna che ci sono le pesche tardive. Una cosa paragonabile alle pesche tardive, che risolleva gli animi affranti a settembre, è la ripresa della stagione cinematografica. Ci sono anni di merda, ma ci sono anni fantastici. Il 2012 si può definire un anno fantastico: è già uscito Batman e deve uscire Prometheus di Ridley Scott (lo vedremo il 14 settembre, intanto: www.prometheus-movie.com). Beh… e poi deve uscire il più grande punto interrogativo di settembre 2012, Magic Mike, il nuovo film di Steven Soderbergh, che evidentemente ha venduto l’anima a Platinette. Nelle sale il 21.
Per chi vuole, però con classe, farsi del male d’autore, Pietà di Kim Ki-Duk esce pure lui il 14. Esce Garrone, con Reality (il 28) ed esce Resident Evil: Retribution di Paul W.S. Anderson (il 28); sono già usciti L’intervallo di Saverio Costanzo, che mi hanno detto che spacca, e La bella addormentata, di Marco Bellocchio, in concorso a Venezia. Bellocchio tuonerà ancora se non vincerà il festival? Deve uscire (domani, 7 settembre) The Bourne Legacy, di Tony Gilroy. Eccoci.
Aspettiamo tutti con grande trepidazione di vedere Magic Mike.
Oltre a questo, vedremo tra qualche giorno cosa sarà Prometheus… è stato presentato da alcuni come il kolossal anti-Avatar, perchè? non si sa, e nemmeno che senso abbia. Prometheus è il prequel o lo spin-off di Alien (dal 2122 torniamo al 2090) ed è ambientato in quello stesso universo immaginario. Prometheus è il nome della nave spaziale finanziata da un miliardario imprenditore, un matusa a caccia di immortalità, e Ridley Scott rimane l’uomo delle grandi affermazioni, come “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi”, e dalle grandi domande, come “Perché l’uomo ha creato i robot?”, interrogativo che pone non ho ben capito chi a chi in Prometheus. La missione della Prometheus è trovare gli antichi alieni, chiamati “Ingegneri”, su una Luna lontana. C’è un motivo per cui si chiamano “Ingegneri”? Non so, lo scopriremo in sala il 14 o giù di lì, però lo trovo offensivo per una categoria a cui, in fondo in fondo, vogliamo bene. Tanto più che l’ordine del comandante della Prometheus è trovare gli ingegneri ma scappare subito se li si avvista. E se invece chiedessimo loro di darci una mano a completare la Salerno-Reggio Calabria? A un certo punto poi un archeologo e un medico, atterrati sulla Luna in questione, dopo un giro di ricognizione, trovano la testa di un ingegnere e la analizzano di nascosto. Cosa che piacerebbe fare a tutti noi. Dal film sappiamo che il DNA degli ingegneri è molto simile a quello degli umani.
Solo un’ultima domanda: che ne sarà, nel corso del film, della fantastica fisicità di Sigourney Weaver in Alien, dal momento che ella è stata sostituita (in un certo senso) da Noomi Rapace, che sembra si perennemente incazzata, ma che non ha la stessa potenza e disinvoltura dell’originale? Non sappiamo qual’è la risposta, ma sappiamo che, per qualsiasi cosa, è colpa di Damon Lindelof, produttore di Prometheus, già produttore di Lost, la cui opera viene così commentata da Ghiaccionove.com:
“Lost è stato l’esercizio definitivo sui cliffhanger. Un accumulo costante di promesse, un continuo rimandare a una soluzione a venire. […] Lost usava le domande come puro escamotage per motivare la visione. Lost non era una sofisticata riflessione, era lingerie da quattro soldi e luci basse usate per nascondere le smagliature. Prometheus usa lo stesso meccanismo“.
Non ci sono risposte a questi interrogativi, per ora. Comunque, rimane per noi una certezza: è settembre. E a settembre c’è anche, sempre, il Festival del cinema di Venezia. A proposito, un mio amico, un certo **, ha scritto un poemetto contemporaneo su Facebook, che s’intitola “Masochismi veneziani”, con il quale vi salutiamo.
1. Dopo giorni di Arte Cinematografica, ieri, a sorpresa, quasi inaspettato, quasi non più desiderato, ha fatto la sua comparsa al Lido il Cinema;
2. Per l’anno prossimo ricordarsi che dopo il 28 agosto circa ci sono ancora due settimane di mare, sole, spiaggia, multisale commerciali, fica;
3. C’è una perfetta corrispondenza fra il rapporto qualità/prezzo dei ristoranti al Lido e la qualità dei film presenti al festival;
4. Mentre sullo schermo passa uno dei tanti film inutili, i critici cinematografici, morti di fame ma tutti con l’iPhone, postano al buio che è bellissimo per non dire necessario;
5. Con un’operazione ho risolto del tutto la miopia, non ho ancora avuto il piacere della cataratta, ma la crisi della visione non mi passa mica;
6. Non è sbagliato il festival. Sono io sbagliato qui. Però anche lui un po’ più **-friendly, cazzo;
7. Voglio la mamma.
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