Come avremmo fatto senza Husker Du?

American Indie 1981-1991 di M. Azerrad

American Indie 1981-1991

Nacqui nel 1978. Crebbi negli anni ’80. Alla fine delle elementari e per un po’ di medie ero un bambino stronzo che ascoltava solo i Guns n’ Roses. Nel 1990 avevo 12 anni e fu proprio l’anno in cui mi capitò per le mani il disco dei Green River Dry As a Bone/Rehab Doll uscito per Sub Pop. Arrivare ai Mother Love Bone, grazie a tutti i maschioni che mi circondavano e mi prendevano a calci, fu un attimo. A quel punto, qualche resistenza dei Guns si verificò ancora, ma presto li misi a prendere la polvere. Nel ’93 ero già bello impastato nei vari Ten, Nevermind, Badmotorfinger, Piece of Cake e forse anche Facelift, e pestavo già di brutto la batteria in un gruppo rock, quando incontrai un mio amico più grande di Macerone (FC), un giro diverso rispetto al mio, e gli chiesi: “Mario, qual è il tuo gruppo preferito?”, “Gli Husker Du” disse lui, “Aaaahh! Smells like teen spirit!” risposi io e voltai il sedere con la spocchia del pivello che ha da poco scoperto un mondo e gli piace solo quello. Di nuovo. Non lo vedevo, ma Mario dietro di me scuoteva saggio la testa. Era il grande Mario Macerone.
Gli Husker Du li ho dimenticati, per un po’ di tempo. Ma avevo un fratello più grande che a un certo punto mi disse basta sei un capellone, sparati i Black Flag. Non cambiai idea sui gruppi di capelloni però, pensai, come sono veloci questi, ascoltando i Minor Threat, che roba è? E, un giorno, arriva alle mie dolci orecchie New Day Rising, degli Husker Du. Fortissimo.
Non molto tempo fa (nel 2010) è uscito per Arcana “American Indie. 1981-1991, dieci anni di rock underground” di Michael Azerrad. Questo libro racconta la storia di Black Flag, Minutemen, Mission of Burma, Minor Threat, Husker Du, Replacements, Sonic Youth, Butthole Surfers, Big Black, Dinosaur Jr, Fugazi, Mudhoney e Beat Happening nei loro periodi musicali indipendendenti, cioè quando hanno suonato e inciso dischi o qualsiasi cosa di simile non per una major. Ci sono aneddoti, critiche, storie vere o presunte tali, c’è l’arrivo esplosivo di Henry Garfield, come il gattone, che poi diventerà Henry Rollins (Black Flag/Rollins band/attore e doppiatore in vari film) e la personalità catalizzante di Ian MacKaye (Minor Threat/Embrace/Fugazi), ci sono J. Mascis, Thurston Moore, Mark Arm. E altre cose di questo tipo. È un libro spassoso, che racconta le cose in modo semplice, senza mitizzare, anzi mettendo in mostra anche il lato più bestiale, più superficiale, più antipatico di tutti quei personaggi lì. C’è passione, si, ma l’autore non s’incensa. Lodevoli i capitoli su Minutemen e Mission of Burma. Leggetelo.
E mi chiedo: come avremmo fatto senza Husker Du?

2 pensieri su “Come avremmo fatto senza Husker Du?

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